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Tennis

Six Kings Slam, nel 2024 la vittoria di Sinner su Alcaraz. Ma non conta a fini statistici

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Jannik Sinner, Carlos Alcaraz
Sinner, Alcaraz / LaPresse / Olycom

Nel 2024, dopo un numero particolarmente elevato di discussioni di qualsiasi genere durato fondamentalmente quasi un anno, a Riad ebbe luogo ciò che oggi si può definire come il primo Six Kings Slam. 16, 17 e 19 maggio le date: un po’ quello che succederà anche quest’anno con 15, 16 e 18 al fine di osservare una regola dell’ATP che impedisce che, in tornei di esibizione, ci si possa mettere in gioco per tre giorni di seguito.

Andò così: a Novak Djokovic e Rafael Nadal, in funzione del numero di Slam vinti, fu assicurato un posto diretto in semifinale, mentre Jannik Sinner e Carlos Alcaraz dovettero partire dai quarti. L’uno continuò la sua serie su Daniil Medvedev (6-0 6-3), l’altro sconfisse Holger Rune (6-4 6-2); il russo non era in un grandissimo periodo e il danese ancora meno.

Sinner-Djokovic, invece, fu una semifinale anche di valido livello tecnico, che andò in modo un po’ strano anche a livello di punteggio: 6-2 6-7(0) 6-4. Alcaraz, invece, più che testimoniare la propria forza riuscì a vincere contro quel che rimaneva di un Nadal ormai prossimo al ritiro e ormai lontano anche solo dai livelli dell’ultima sua versione di spicco, quella di un paio d’anni prima. 6-3 6-3.

Si giocò anche una finale 3°-4° posto, che fu proprio Djokovic a vincere su Nadal per 6-2 7-6(5). Fu l’ultimo confronto tra i due, anche se non risulterà mai dalle statistiche dei confronti diretti perché, normalmente, le esibizioni ne restano fuori (fa eccezione la Laver Cup in virtù di accordi con l’ATP). Per lo stesso discorso non entra nei precedenti la finale, quella vinta da Sinner su Alcaraz per 6-7(5) 6-3 6-3 in rimonta e dopo una lotta di comunque chiaro e valido valore agonistico. Si era passati dalle telecamere-videogame di Sinner-Medvedev al tasso tecnico elevato dell’ultimo atto.

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