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Milano Cortina 2026: “NO” definitivo della Fis alla Russia. Sconfitto il presidente Eliasch, vince l’intransigenza dei Paesi nordici
Il “giorno del giudizio” è arrivato. La Federazione Internazionale dello Sci e dello Snowboard si è espressa definitivamente in merito alla presenza della Russia (e della Bielorussia) ai Giochi olimpici di Milano Cortina 2026. Il verdetto è stato di non ammettere nessun atleta, neppure in via neutrale e senza bandiera. Esclusione totale, dunque, nello sci alpino, sci di fondo, snowboard, freestyle, salto con gli sci e combinata nordica.
“Il consiglio Fis è giunto alla decisione di non permettere la partecipazione degli atleti di Russia e Bielorussia come “Atleti Individuali Neutrali” (AIN) negli eventi di qualificazione ai Giochi olimpici e paralimpici di Milano Cortina 2026. Lo status di AIN è stato considerato come un possibile sentiero da percorrere per consentire ai russi e ai bielorussi di competere nei Giochi olimpici, con ogni Federazione Internazionale responsabile della decisione di consentire a questi atleti di prendere parte alla fase di qualificazione” si legge nello stringato comunicato ufficiale emesso dalla Fis nella serata di martedì.
È passata, dunque, la linea intransigente delle nazioni nordiche, capitanate da Norvegia e Finlandia, apertamente supportate da altri Paesi dell’area centro europea (Polonia su tutti). Non a caso, i primi a esprimere la soddisfazione per l’accaduto sono stati proprio i norvegesi, nella persona della presidentessa della federazione di sci.
“Siamo felici che la maggioranza della comunità internazionale dello sci continui a supportare l’esclusione degli atleti di Russia e Bielorussia. La federazione norvegese di sci ha preso una posizione chiara e la decisione odierna è una vittoria per chiunque voglia distanziarsi dalle azioni della Russia” ha detto alla testata VG Tove Mø Dyrhaug.
Le ha fatto eco il fuoriclasse dello sci di fondo Johannes Høsflot Klæbo, che settimana scorsa aveva viceversa espresso posizioni di rassegnazione in merito alla potenziale riammissione dei russi. “Sono assolutamente d’accordo con questa decisione” ha brevemente detto all’emittente televisiva TV2.
Una decisione che non era tuttavia scontata. Difatti, il giornalista norvegese Jan Petter Saltvedt, una delle poche voci “non allineate” all’intransigenza proveniente dai fiordi, ha analizzato la situazione affermando che “si tratta di una grande sorpresa. A giudicare dagli sviluppi delle ultime settimane, io e molti miei colleghi eravamo assolutamente certi che il consiglio Fis avrebbe cambiato la sua posizione, anche perché il presidente della Fis Johan Eliasch stava facendo grandi pressioni per riammettere la Russia. Evidentemente, non ha avuto successo”.
Da Mosca arrivano reazioni in senso opposto, come comunicato dalla federazione russa di sci, che “esprime il suo profondo disappunto riguardo l’odierna decisione del Consiglio della Federazione Internazionale dello Sci e dello Snowboard, che ha impedito agli atleti russi di gareggiare in ambito internazionale, persino come atleti individuali neutrali. Questa decisione perpetra la politica discriminatoria nei confronti dei nostri atleti, che contraddice i principi fondamentali di neutralità che dovrebbero contraddistinguere la Fis”.
Sostanzialmente, solo l’ISU (che fa riferimento a pattinaggio di figura, speed skating e short track) e la ISMF (la federazione internazionale dello sci alpinismo) hanno aperto alla Russia, seppur con lo status di “atleti individuali neutrali”. Le altre federazioni internazionali chiamate a decidere (FIS, IBU, IBSF, FIL) hanno tutte mantenuto una posizione di chiusura totale.
