Superbike
Il 2026 sarà l’anno di Nicolò Bulega in Superbike? Senza Razgatlioglu non si vedono avversari credibili
Per la seconda stagione di fila, Nicolò Bulega si è fregiato del platonico – ma prestigioso – ruolo di vice-Campione del Mondo Superbike. Con una profonda differenza, però. Nel 2024 si era attestato alla piazza d’onore ricoprendo il ruolo di “primo degli altri” alle spalle dell’imprendibile Toprak Razgatlioglu. Nel 2025 ha invece sfidato ad armi pari il rivale, inchinandosi solo nel weekend conclusivo.
Come sappiamo, il ventinovenne turco abbandonerà la Superbike in favore della MotoGP, poiché nel 2026 correrà con una Yamaha del Team Pramac. Prima di salutare, l’anatolico ha tuttavia indicato proprio l’italiano quale suo “erede universale”. Al contempo, tanti altri centauri, ritengono che il vincitore del prossimo titolo iridato sia già scritto e risponda, appunto, al nome di Bulega.
Non si può dar torto a chi la vede in questo modo. D’altronde, già nel 2024, Nicolò si è proposto come nuovo punto di riferimento della Ducati, spodestando Alvaro Bautista, che aveva vinto i due Mondiali precedenti. Soprattutto, in questo 2025, la Ducati #11 è stata l’unica moto capace di tener testa alla Bmw #1.
Si è visto come Raztaglioglu e Bulega abbiano corso a un livello superiore alla concorrenza. Banalmente, se il primo viene meno, è logico presupporre che il secondo possa avere la strada spianata verso il Mondiale. Almeno se si ragiona tenendo in considerazione i valori degli ultimi mesi. Bisognerà però attendere gli albori del 2026 per capire se questa profezia si tramuterà in realtà.
Il nuovo compagno di squadra dell’emiliano, Iker Leucona, non appare una minaccia credibile. Lo spagnolo, in quattro anni di Honda, ha collezionato più infortuni che podi. Ducati ha scommesso su di lui in quanto giovane per gli standard del campionato (26 anni da compiere a gennaio), ma si tratterebbe di una scelta di ripiego (voci di corridoio affermano che a Borgo Panigale avrebbero preferito Jake Dixon, accasatosi invece proprio in Honda, o Aròn Canet, rimasto in Moto2).
Yamaha non cambierà. Andrea Locatelli sarà la nuova punta di diamante e si sta comportando bene, ma ha accusato un gap prestazionale importante rispetto a chi si è giocato il titolo. Honda e Kawasaki sono molto indietro in termini di competitività. Resta Bmw, che perso Razgatlioglu ha scelto di puntare sull’esperienza di Danilo Petrucci e su Miguel Oliveira, “trombato” dalla MotoGP e decisosi a fare il percorso opposto rispetto a Toprak.
Proprio il portoghese rappresenta la grande incognita del 2026. Attualmente caduto in disgrazia, non bisogna però dimenticare come abbia saputo vincere 5 gare in MotoGP. Talvolta in condizioni particolari, ma comunque si parla di svariate affermazioni, alle quali sono state associate tante prestazioni di alto livello. Non è mai stato costante, però, e questo può essere un problema se si punta al titolo.
Vedremo quale sarà il livello del lusitano. Di certo, chiunque volesse sfidare Bulega, dovrà tenere l’asticella altissima. Nicolò è stato in grado di innalzarla parecchio nell’arco di un biennio e, rivali o meno, sarà lui l’unità di misura iniziale del nuovo standard di rendimento necessario per vincere il Mondiale.
