Formula 1GP Messico
F1, oggi il Mondiale di Räikkönen “diventa maggiorenne”. La Ferrari non festeggia da 18 anni e l’astinenza si allunga
Oggi è il 21 ottobre, tanti auguri al titolo iridato di Kimi Räikkönen, che “diventa maggiorenne”. Dunque, il Mondiale conquistato esattamente 18 anni fa dal finlandese a bordo della Ferrari può finalmente votare e soprattutto dedicarsi liberamente alle bevande alcoliche, onorando a dovere il papà.
Buttiamola sul ridere, perché se si fosse ferraristi ci sarebbe da piangere. I sostenitori della Rossa possono solo festeggiare le ricorrenze, ormai. Anzi, per fortuna che quel 2007 si concluse con un finale rocambolesco, nel quale Iceman ebbe modo di coronare la rimonta più clamorosa nella storia della F1 (perché recuperare 17 punti in due gare quando ne restavano sul piatto 20 è – e rimarrà – un’impresa epica).
Forse era scritto nelle stelle che quel Mondiale andasse a Räikkönen, perché una conclusione così folle come quella del 2007 eluse ogni logica razionale. Forse, per conquistare quel titolo, il Destino emise una sorta di cambiale nei confronti della Scuderia di Maranello che non è ancora scaduta.
Come se un’entità soprannaturale abbia detto al Cavallino Rampante: “Va bene, questo titolo spetta a te. È giusto. Perché la McLaren non può uscire impunita da una porcata indicibile (la famigerata SpyStory) e perché Kimi, un Mondiale, se lo merita. Però, per ribaltare la situazione, devo farti credito. Per XX anni ti toccherà affrontare una traversata nel deserto”.
Una traversata che perdura ancora oggi, durante la quale sono arrivate tre atroci beffe in extremis. Quella patita da Felipe Massa nel 2008 e le due incassate da Fernando Alonso nel 2010 e 2012. Dopodiché, nessun pilota di rosso vestito è più stato in grado di lottare concretamente per l’Iride sino alla fine. Le candidature avanzate da Sebastian Vettel nel biennio 2017-2018 si sono vaporizzate a fine estate. Lo stesso vale per quella di Charles Leclerc nel 2022.
Intanto il tempo passa. Ci avviciniamo ai famigerati 21 anni intercorsi tra il trionfo di Jody Scheckter (1979) e quello di Michael Schumacher (2000). Quello conosciuto come il “Grande Digiuno” deve essere ora rinominato come il “Primo grande digiuno”, in quanto oggi a Maranello si sta vivendo il secondo.
C’è tuttavia una differenza da rimarcare. Quell’astinenza venne mitigata dagli “spuntini” dei Mondiali costruttori 1982, 1983 e 1999. Di fatto, il Cavallino Rampante restò a stomaco vuoto per 16 anni. Attualmente, siamo invece a 17, perché dopo il titolo riservato ai team del 2008 non è più stata toccata alcuna biada con i colori dell’arcobaleno.
Se neppure nel 2026 arriverà alcun alloro iridato, pure l’ultimo Mondiale costruttori farà in tempo a diventare maggiorenne prima che si palesi il suo erede. Inquietante? Effettivamente sì. Oggi si può malinconicamente ricordare il passato, nella speranza che Ferrari possa tornare a festeggiare in futuro. Quando però? Nel proverbiale anno prossimo, ça va sans dire.
