Golf
Ryder Cup 2025: Europa, un’ultima giornata per completare l’opera. USA alla ricerca dell’impossibile
11,5-4,5. Da queste premesse riparte l’Europa nel terzo giorno di Ryder Cup, quello destinato ai match singoli in campo quest’oggi e con altissime probabilità che il Vecchio Continente, finora assoluto dominatore della scena, si tenga senza troppi problemi, e per la terza volta nelle ultime quattro edizioni, la coppa della biennale sfida Europa-USA.
Sembra vicina una specie di “ritorno a Medinah”, ma se quella era stata un’impresa ai limiti dell’impossibile, questa giornata odierna vede i giocatori andare sui tee shot consapevoli di un fatto storico. Mai si era verificato un divario di sette punti alla conclusione della seconda giornata, a testimonianza di quello che sta riuscendo a fare il team continentale. E lo sta facendo sotto una guida esemplare. Quella che, per la prima volta, ha consentito all’Europa di vincere quattro sessioni in trasferta.
Luke Donald, del resto, sembra aver davvero creato un’alchimia vincente per tutti quelli che sono con lui, qualcosa di molto raramente visto nella storia della Ryder. A Roma già si era visto come i 12 da lui selezionati avevano un quid in più. Al tempo alcune scelte parevano impopolari, oggi è difficile immaginare un gruppo diverso da questo, anche nello staff, finché c’è lui al ponte di comando.
Dalla sua parte, a Keegan Bradley tocca semplicemente pensare. O, chissà, ripensare tutto: di certo in pochi si aspettavano che una figura così rispettata nell’ambiente USA, peraltro con una carriera attiva sul PGA Tour che ne avrebbe potuto tranquillamente fare uno dei 12 in campo, avrebbe subito un tale colpo nel ruolo di capitano. E quest’edizione della Ryder, finora, ha anche detto un’altra cosa: Scottie Scheffler nello stroke play è straordinario, a oggi il migliore al mondo, ma entrare nei contesti sia di Ryder che del match play è un’altra cosa. Soltanto un’altra cosa, e lì cominciano i guai.
Non resta, dunque, che aspettare l’esito dei 12 match singoli, il momento in qualche modo più esaltante dell’intera Ryder, perché a un certo punto si vedono tutti in azione e insieme c’è anche il continuo cambiamento dei colori: si può passare da blu a rosso in un attimo. E, perché no, cercare di indovinare dove si annideranno le fasi decisive.
