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Sport Invernali, Gyda Westvold Hansen si converte al salto per essere a Milano Cortina 2026. “Meglio rischiare di sprecare la stagione che sprecarla di sicuro”

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Gyda Westvold Hansen
Westvold Hansen / Lapresse

Gyda Westvold Hansen è la donna più vincente che si sia mai vista nella giovane storia della combinata nordica femminile. La ventitreenne norvegese ha conquistato tre dei quattro ori mondiali messi in palio dalla disciplina sinora, primeggiando in ambito iridato in tre differenti inverni. Inoltre è l’unica combinatista a essersi fregiata di più di una Sfera di cristallo (due quelle nella sua bacheca).

La combinata nordica femminile non è però presente nel programma olimpico e, lo scorso venerdì, la scandinava ha annunciato la propria decisione di specializzarsi nel salto con gli sci allo scopo di partecipare ai Giochi di Milano Cortina 2026. Sostanzialmente, si tratta della stessa mossa effettuata dall’italiana Annika Sieff, seppur con alcune differenze sostanziali.

Innanzitutto nelle tempistiche. La trentina decise di concentrarsi esclusivamente sul trampolino già nel 2023, viceversa la nordica lo fa a ridosso della manifestazione a Cinque cerchi. Inoltre dovrebbero essere ben diversi i modi. Sieff si è convertita definitivamente al salto, mentre per Westvold Hansen dovrebbe essere una semplice parentesi prima del ritorno nella combinata nordica per il 2026-27.

“Cavalco l’unica possibilità di partecipare a Milano Cortina 2026. All’inizio della preparazione non pensavo neppure a questa decisione, ma settimana dopo settimana è maturata progressivamente. Non so quale sarà il mio livello, voglio provarci e vedere come potrò esprimermi in relazione alle avversarie. So di prendermi un rischio, quello di sprecare una stagione, ma mi sono detta che restando nella combinata avrei sprecato l’inverno sicuramente. Quindi, tanto vale provarci nel salto” ha spiegato Gyda.

Il livello di Sieff lo conosciamo. È atleta in grado di fare capolino occasionalmente nella top-10, attestandosi con costanza nelle prime 20 posizioni. Considerate le prestazioni espresse sul trampolino quando era combinatista, è verosimile che Westvold Hansen possa fare altrettanto, se non meglio. Non c’è aritmetica nelle specializzazioni, non sono una scelta esatta, ma rebus sic stantibus, trattasi dello scenario più probabile.

In verità, la norvegese ha probabilmente effettuato questa scelta conscia, anche, del fatto che la concorrenza interna è stata ridotta dai seri infortuni patiti da diverse connazionali (Thea Minyan Bjørseth e Kjersi Græsli sono già fuori dai Giochi, la convalescenza di Silje Opseth è tutta da valutare). Dunque, c’è la possibilità concreta di guadagnarsi uno dei quattro pettorali per Milano Cortina 2026. Non è scontato, ma ci può provare.

In generale, questo passaggio – seppur temporaneo – non perora la causa della combinata nordica femminile. Il Cio, qualche tempo fa, è stato chiaro. Nel 2030 la parità sessuale sarà raggiunta appieno. C’è solo da decidere in che modo. Se ammettendo le ragazze, oppure escludendo gli uomini e – di conseguenza – l’intera disciplina, presente dal 1924.

La decisione, in tal senso, arriverà nel 2027. Nel frattempo si annota la nuova defezione di una combinatista di primissimo piano dopo quelle della statunitense Tara Geraghty-Moats (il cui trasferimento nel biathlon è stato fallimentare) e della già citata Sieff (la quale ha viceversa acquisito diritto di cittadinanza nel salto con gli sci).

Sostanzialmente, chi può abbandonare una nave attualmente alla deriva, lo fa. Sale su una scialuppa di salvataggio in grado di approdare nel porto olimpico, dal quale il bastimento della combinata nordica ‘rosa’ è stato respinto per manifesta bassa competitività del settore.

Un settore ancora da sviluppare, ma varato in fretta e furia e costretto ad affrontare con ampio anticipo le insidie oceaniche, allo scopo di “salvare” chi rischia di essere cancellato dal programma dei Giochi 2030. Una nave che, come la controparte maschile, corre il pericolo di colare a picco da un momento all’altro. Quella degli uomini, decisamente più arcaica e navigata, verrebbe trascinata a fondo dalle falle generate da lustri di decisioni sbagliate alle quali si sta frettolosamente tentando di rimediare, nella speranza di evitare il collasso.

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