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Wimbledon 2025: Anisimova-Swiatek, finale dalle tante prime volte
Ufficialmente quella di domani tra Amanda Anisimova e Iga Swiatek sarà una finale da prima volta. Del resto, sul circuito WTA le due non hanno mai avuto di trovarsi di fronte. La finale di Wimbledon odierna, però, un precedente ce l’ha, ed è un giro infinito che ritorna proprio sul Centre Court, quello della finale di Junior Fed Cup (com’era allora) tra Polonia e USA in cui il confronto fu vinto sia da Anisimova che dagli States.
Da allora a oggi tutto è cambiato. E le carriere delle due sono state infinitamente diverse, ma di questo s’è detto in lungo e in largo. I tanti, tantissimi saliscendi sia sportivi che nella vita di Anisimova, tra una semifinale Slam e la morte del padre, tra una risalita e un infortunio, tra lo stop per salute mentale e il ritorno e poi l’anno e mezzo per ritornare al livello che giustamente le compete. Parliamo di una giocatrice che i mezzi per sfondare li aveva tutti già nel 2019, ma che quest’anno è finalmente riuscita a prendersi tutte le soddisfazioni che già da junior sembravano ben più che plausibili.
Quest’oggi dalla sua parte c’è la possibilità di partire forte, la qual cosa è una chiave fondamentale: nel 2025 ha vinto 28 partite di fila quando ha portato a casa il set d’apertura. Sarà di particolare aiuto per lei il rovescio, con il quale può creare diversi problemi alla sua avversaria di oggi e con cui di punti ne produce tanti. Come ne ha prodotti attraverso la seconda di servizio, diventata molto efficace nella semifinale con Aryna Sabalenka (24/40).
Dall’altra parte, per Iga Swiatek si è detto un po’ tutto in questi giorni. Da sostanziale scarsamente considerata in virtù del rapporto complicato con l’erba, la polacca è riuscita a prendersi sempre di più un ruolo di rilievo andando avanti, fino al 6-2 6-0 rifilato alla svizzera Belinda Bencic, autrice a sua volta di un grandissimo torneo date le circostanze (ritorno dalla maternità a fine 2024). Si era già affrancata, Swiatek, dalla nomea di giocatrice dal solo dominio sul rosso (quattro Roland Garros) grazie alla vittoria agli US Open 2022, ma una finale a Wimbledon rappresenta sostanzialmente l’opposto di quanto sembrava possibile. E anche una specie di cerchio che si va (quasi) a chiudere in virtù del fatto che la prima finale in assoluto dopo il Roland Garros l’aveva raggiunta due settimane fa a Bad Homburg. Questa, però, conta di più.
Swiatek, che ha la capacità di far viaggiare tantissimo i propri colpi (ed è una chiave importante di tutto il suo gioco), è la più giovane a giocare sei finali Slam da Justine Henin nel 2006, la più giovane a raggiungere l’ultimo atto sulle tre superfici sempre dalla belga (2003), ma anche la più giovane a giocare finali Slam in quattro anni consecutivi da Naomi Osaka (2018-2021). E va detto: se manterrà quella percentuale di prime (78%), c’è l’ampia possibilità che possa fare 100. Già, 100, perché tanti sarebbero i match vinti negli Slam in caso di successo. E sulla superficie di cui dubitava.
