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Pallanuoto

Pallanuoto, il Settebello torna da Singapore con un deficitario settimo posto: la squadra è crollata nel momento della verità

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Alessandro Campagna
Alessandro Campagna/LaPresse

Cambia lo scenario e si modifica la dinamica di sviluppo del processo, non varia però il risultato finale. L’Italia della pallanuoto maschile conclude in settima posizione il campionato mondiale di Singapore 2025, primo grande appuntamento del nuovo quadriennio olimpico. Gli azzurri sono letteralmente crollati nel momento della verità, l’inizio della fase ad eliminazione diretta. Nessuno alla vigilia pretendeva la vittoria a mani basse del titolo iridato da una squadra all’inizio di un nuovo ciclo tecnico, sembrava però più che lecito attendersi una rappresentativa tricolore vogliosa di ben figurare sul campo e di riscattare con un risultato eccellente la beffa patita a Parigi.

L’inizio era stato anche ampiamente incoraggiante per merito della autorevoli prove offerte da un gruppo in buona parte rinnovato che ha dimostrato di non risentire l’impatto con le nuove regole dopo i sei mesi di forzata inattività a causa della squalifica subita dalla World Aquatics. La partita con la Serbia aveva rimarcato il carattere di un collettivo capace di giocarsela a viso aperto e senza timori di sorta contro i tre volte campioni olimpici. Il successo ai rigori aveva anche sfatato il tabù legato alle serie dai cinque metri e ipotecato il primato nel girone, risultato certificato poi dalla goleada inflitta al Sudafrica.

L’ingresso diretto tra le migliori otto della competizione e la possibilità di avere a disposizione tre giorni di lavoro per preparare la partita della verità potevano costituire le premesse ideali per provare a vivere una fase ad eliminazione diretta da protagonisti assoluti, la sua stessa mentalità impone al Settebello di cercare di essere competitivo nella lotta per le medaglie.

La premessa indispensabile è che in un contesto caratterizzato dall’assoluto equilibrio come quello della pallanuoto internazionale maschile si può perdere anche nel quarto di finale di una rassegna iridata, a lasciare interdetti però è la modalità con cui l’eliminazione si è materializzata. Contro la Grecia l’Italia è entrata in campo con il peggior atteggiamento possibile ed era già sotto nel punteggio prima dell’episodio che le ha tagliato definitivamente le gambe, l’espulsione per gioco violento di Iocchi Gratta nel finale del primo quarto. Il collettivo azzurro non è riuscito nemmeno ad inscenare, una volta recuperata la parità, una reazione credibile che gli consentisse di riaprire la sfida.

L’onda lunga della prova sconcertante con gli ellenici si è poi protratta nella semifinale di consolazione contro il Montenegro e la vittoria nella finale più amara, quella per il settimo posto contro gli Stati Uniti, non può bastare per lenire la grande delusione per un risultato ampiamente al di sotto delle attese di una squadra partita invece con grandi speranze.

Il CT Campagna ha giustamente evidenziato che la costruzione di un progetto richiede tempo, l’auspicio è che tutto l’ambiente sappia trarre proficuo insegnamento dall’esito di questa spedizione per trasformare le criticità emerse a Singapore in punti di forza di una delle squadre di riferimento del panorama internazionale. Essere sempre tra le prime quattro dei grandi eventi internazionali può diventare difficile, giocare secondo i propri valori e con la voglia di lottare fino all’ultimo secondo deve rappresentare un obbligo morale per chi è parte del Settebello. Il percorso verso Los Angeles è iniziato nel peggiore dei modi, c’è però tutto il tempo per correggere il tiro e tornare a brillare.