Seguici su
LEGGI OA SPORT SENZA PUBBLICITÀ
ABBONATI

CiclismoStradaTour de France

Marco Saligari: “Pogacar in condizione da febbraio a ottobre, fa un altro sport. Tiberi e Pellizzari crescono bene”

Pubblicato

il

Pogacar e Milan
Milan e Pogacar / Lapresse

A conclusione della frazione numero 18, il tappone alpino di 171 km da La Vif a Courchevel/Col de la Loze, vinto dall’australiano della Jayco AlUla Ben O’Connor, abbiamo raggiunto Marco Saligari per tracciare un bilancio di queste prime tre settimane del Tour de France. Una corsa che vede il dominio assoluto dello sloveno Tadej Pogacar, che continua a guadagnare terreno tappa dopo tappa: il suo vantaggio attuale è di 4’26’’ su Jonas Vingegaard e 11’01’’ su Florian Lipowitz.

Che idea ti sei fatto sin qui di questo Tour de France?
“A dire la verità, non mi sembra un Tour particolarmente sorprendente. A parte qualche giovane interessante che sta emergendo in questo finale – penso per esempio a Florian Lipowitz – il copione è piuttosto chiaro: Pogacar corre su un altro livello. Non è solo più forte di corridori come Roglic o lo stesso Lipowitz, ma è soprattutto davanti a Vingegaard, che negli anni scorsi è stato il suo vero rivale. Stavolta però non c’è tattica che tenga: Pogacar fa un altro sport. Semplicemente, nessuno riesce a stargli dietro”.

Nella tappa di ieri Pogacar, ancora una volta, ha piazzato il suo scatto negli ultimi metri, guadagnando altri 11 secondi su Vingegaard. La Visma Lease a Bike aveva provato a mettere in difficoltà lo sloveno già sul Col de la Madeleine, salvo poi arrendersi prima del Col de la Loze. Come valuti la loro strategia?
“A mio avviso, la strategia della Visma era figlia della disperazione. Quando sei in difficoltà, provi tutto. Ma così facendo, ieri, non hanno raccolto nulla. Personalmente, avrei tentato qualcosa di diverso: magari mettere un paio di uomini nella fuga giusta e puntare alla vittoria di tappa, per salvare almeno qualcosa. Pogacar quest’anno è ancora più forte che negli anni passati. Ha fatto un salto di qualità impressionante ed è in condizione praticamente da febbraio fino ad ottobre. È questo il dato più impressionante: una continuità ai massimi livelli che nessuno riesce ad eguagliare”.

Milan ha praticamente blindato la Maglia Verde, salvo imprevisti. Due vittorie di tappa per lui in questo Tour, diventando il primo italiano a riuscirci dai tempi di Nibali nel 2014. Che bilancio dai alla sua Grande Boucle?
“Direi che il suo Tour è estremamente positivo. Milan sta crescendo tanto e lo sta facendo con intelligenza. Non è solo potenza, ma anche una maggiore consapevolezza tattica. Vincere due tappe in un Tour dominato da velocisti di grande livello è un risultato importante. La Maglia Verde, se tutto va come previsto, sarà la ciliegina sulla torta”.

C’è qualcuno da cui ti saresti aspettato di più in questo Tour?
“Sì, mi aspettavo qualcosa in più da Remco Evenepoel. Però se – come sembra – ha avuto dei problemi fisici o di salute, allora non si può parlare di vera e propria delusione. In queste condizioni è anche comprensibile non riuscire a essere protagonista”.

E qualcuno che invece ti ha sorpreso?
“Sicuramente Lipowitz. È un giovane con ottime qualità, ha dimostrato di poter reggere tre settimane ad alto livello, e non era scontato. Ieri però ha commesso un errore tattico importante, rischiando di compromettere il podio. In questi casi l’esperienza conta: io, se fossi stato il suo direttore sportivo, gli avrei consigliato un finale più prudente, più ragionato. Ma ci sta: è giovane, ha tempo per imparare. Anche Onley mi ha colpito positivamente, si è messo in mostra con grande determinazione”.

La Vuelta sarà l’ultimo Grande Giro della stagione. Al via ci saranno Ciccone, Pellizzari e Tiberi. Cosa ti aspetti dai nostri ragazzi? Quali potrebbero essere le loro ambizioni?
“Molto dipenderà da chi sarà effettivamente al via. La startlist definitiva farà tutta la differenza, perché se dovesse esserci Pogacar, allora cambia completamente lo scenario. La sua presenza incide non solo per la vittoria, ma anche per le posizioni dal secondo posto in giù. Se invece dovesse mancare, potrebbero aprirsi delle possibilità anche per i giovani italiani. Tiberi e Pellizzari stanno crescendo bene, Ciccone ha già l’esperienza per essere competitivo”.