Tennis
Wimbledon 2025, il tabellone da incubo e quello ideale per Sinner. Gli spauracchi da evitare
Quali gli scenari di tabellone per Jannik Sinner a Wimbledon? Ce ne sono tanti, e possono variare dal meglio al peggio se guardiamo alle prospettive. Con un distinguo importante da fare: non è il numero 1 del mondo a dover avere paura di altri, semmai è oramai il resto del mondo a non volerselo trovare davanti, in linea generale.
Esiste tutta una serie di giocatori che, per un motivo o per un altro, sono poco raccomandabili nei primi due turni, quelli in cui l’erba tende a regalare sorprese di vario genere (vissute, peraltro, da un po’ tutti i big a turno negli anni). Giovanni Mpetshi Perricard, Hubert Hurkacz, Reilly Opelka, Roberto Bautista Agut, Jacob Fearnley, Gabriel Diallo, Zizou Bergs: sono questi i principali pericoli che si possono correre lungo queste parti del main draw, senza ovviamente contare i qualificati perché lì il discorso può cambiare a seconda di chi uscirà dal novero del tabellone cadetto di scena a Roehampton. Il testa a testa è del tutto positivo, ma è indubbio che Sinner non voglia affrontare nemmeno Lorenzo Sonego, non tanto per fattori tecnici quanto perché c’è un bel rapporto umano. Più dilemmatica la questione Joao Fonseca (il brasiliano è ai riti d’iniziazione sui prati), come pure quella legata a Justin Engel (stesso discorso, anche se il classe 2007 tedesco pare proprio che sull’erba si farà).
Dall’altra parte, non farebbe male a Sinner trovare subito giocatori che vanno ai Championships senza reali velleità: quelli come gli argentini Mariano Navone e Camilo Ugo Carabelli, il boliviano Hugo Dellien, l’austriaco Sebastian Ofner e larga parte delle wild card britanniche con relativa esperienza a questi livelli. Dei giocatori più noti l’argentino Sebastian Baez di sicuro erbivoro non è; vi sono poi figure stile Monfils o Cilic o Struff che, pur dotati di indubbia forza, sono ad oggi di minor livello rispetto al passato oppure rendono meglio altrove (o entrambe le cose).
A livello di terzo turno, seguendo le teste di serie, i giocatori più difficili da affrontare possono essere Matteo Berrettini (o meglio: la sua versione in condizione, e soprattutto se parteciperà) e, chiaramente, Alexander Bublik, se non altro per quanto visto nel passato recente. Non c’è un vero osso facile, ma se si deve scegliere qualcuno di meno temibile a oggi è lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, se non altro perché appena uscito dal periodo matrimoniale, mentre è tutto da capire il momento dell’olandese Tallon Griekspoor, che a Sinner granché non piace, ma che è comunque uno che sa gestire bene.
Capitolo ottavi: in questa fattispecie, considerando che toccano le teste di serie dalla 13 alla 16, non c’è invece un reale “contro”. Forse il più difficile può restare Tommy Paul per rendimento recente, mentre è evidente come le due scelte “facili” sarebbero il russo Andrey Rublev per matchup tecnico e l’argentino Francisco Cerundolo per evidente idiosincrasia con i prati (ma la vera domanda è: riuscirà mai ad arrivare agli ottavi? C’è da dubitarne).
Dai quarti in poi molto cambia. Perché tutti hanno qualcosa per cui non è troppo facile averci a che fare. In ordine di difficoltà, si va dall’alto rappresentato da Novak Djokovic (per forza di cose) al medio-alto di Taylor Fritz e Lorenzo Musetti, che ai quarti si son trovati l’uno contro l’altro con lo storico successo del toscano nel 2024, e anche di Holger Rune, che vanta quarti e ottavi negli ultimi due anni. In breve, qui il vero “gioco facile”, a meno di eliminazioni eccellenti, non c’è.
Poi c’è il capitolo semifinale, quello per il quale un Jack Draper che sui campi in erba ci è sostanzialmente nato, al di là dello splendido rapporto umano tra lui e Sinner, sarebbe più problematico di un Alexander Zverev che sostanzialmente Jannik ha ormai “in mano”, qualunque sia la superficie interessata. Chiaramente è troppo aleatorio il discorso della finale, nel quale è troppo facile dire “da una parte Carlos Alcaraz, dall’altra chiunque”.
Limitandosi ai turni dal terzo alle semifinali, teste di serie non precedentemente citate, ma che prima o poi potrebbero dar fastidio a Sinner, sono soprattutto quelle che arrivano a livello di ottavi-quarti. In particolare, sarebbe Ben Shelton quello (per certi versi) meno gradito da Jannik, mentre un Alex de Minaur significherebbe, allo stato attuale delle cose, una sorta di assicurazione sulla vita per l’altoatesino visto il matchup tecnico.
