Seguici su

Pattinaggio Artistico

Nikolaj Memola: “La concorrenza tra italiani aiuta. Olimpiadi? Ci rimasi male l’ultima volta”

Pubblicato

il

Nikolaj Memola
Memola / Lapresse

Nikolaj Memola ha conquistato una splendida medaglia d’argento agli Europei 2025 di pattinaggio artistico, andati in scena la scorsa settimana sul ghiaccio di Tallinn (Estonia). L’azzurro si è reso protagonista di una bella rimonta dopo il quinto posto nello short program, ha eseguito un eccellente free program ed è così risalito fino alla piazza d’onore con il punteggio di 262.61 alle spalle dello svizzero Lukas Britschgi (267.09).

Il 21enne ha ribadito la sua grande caratura agonistica dopo che nel 2022 aveva vinto la Finale del Grand Prix juniores e si lancia con grande ottimismo verso il prossimo futuro, a cominciare dai Mondiali per poi lanciare la volata verso le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Il nostro portacolori è stato ospite dell’ultima puntata di Salotto Bianco, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, durante la quale si è soffermato sull’eccellente risultato ottenuto nella rassegna continentale.

A fine agosto aveva ripreso da due-tre settimane ed è stata una ripresa abbastanza rapida dopo un infortunio, inizialmente i dottori pensavano a sei mesi di ripresa perché avevo rotto l’astragalo e due legamenti. Nessuno si aspettava che a settembre potessi prendere parte a una gara: sono stato invitato allo Shanghai Trophy, a cui tutti vogliono partecipare anche per questioni di prize money. A Bormio avevo appena rifatto tutti i tripli e sapevo che dopo aver fatto quei salti il mio fisico necessitava ancora un po’ di tempo, ma le sensazioni erano positive. L’obiettivo era diventato quello di fare una medaglia agli Europei in un anno preolimpico: se dico che non me l’aspettavo dico una bugia, quando uno si allena lo fa con un obiettivo ben preciso, non si va agli Europei per partecipare, non è una gara dell’oratorio, si studia quello che fanno gli avversari. Si studia il pannello, io sono andato sapendo chi c’era in pannello e sapendo che le mazzate sarebbero state forti. Mi aspettavo di ricevere delle chiamate in più nel libero, ma per fortuna non è stato così”.

Memola ha ripercorso anche i suoi inizi:Da piccolo ho provato a giocare a pallacanestro, ma purtroppo la mira non era di casa. Ho provato la pallavolo, ma è uno sport di squadra e non performo bene negli sport di squadra, allora ho scelto il freddo“.

Un interessante passaggio sul percorso scolastico:Ho fatto il primo anno di Università in giurisprudenza, un po’ travagliato. Il vero problema è che in Italia lo sport non va a conciliarsi con la vita universitaria, negli USA invece ci sono studenti che fanno sport per potersi permettere il college. Il vero problema è conciliare le due cose, al momento l’Italia non offre un corso online di giurisprudenza paragonabile a un’Università fisica. Ci sono degli escamotage come il programma Dual Career che però ti permette soltanto di programmare l’esame. Studiare da solo diritto privato dopo aver pattinato tutto il giorno è difficile, poi gli interessi sono disparati: finire di pattinare e rinchiudermi in casa a studiare non è facile, ho una vita e sono molto orgoglioso di questo. Vedo alcuni atleti che fanno una vita da monaca di clausura e per me è la cosa più sbagliata, bisogna far sì la tua vita non sia fatta soltanto di sport. Dopo un po’ finisce la carriera ed è importante anche avere altro. Mi piacerebbe un sacco vivere l’Università, avere un confronto con compagni e professori, vedremo come si svilupperà“.

Sulla rivalità con gli altri azzurri:Penso che la rivalità sia la cosa che crea un atleta alla fine, perché noi gareggiamo non solo per il piacere di farlo ma anche per ottenere un risultato e sentirci meglio degli altri. Lo sport è basato su questo ed è inutile andare in conferenza stampa a dire ‘mi spiace che l’altro abbia sbagliato’. Sì, ti dispiace se magari è un tuo amico ma alla fine conta chi ha la medaglia al collo. Non siamo qui a fare i perbenisti, né tantomeno a fare la gara a chi ha il cuore più grande. Molti atleti non riescono a performare sotto pressione o quando hanno un obiettivo imminente, facendosi prendere magari dall’agitazione. La cosa che personalmente mi aiuta di più è sapere che c’è qualcuno dietro di me e davanti a me, c’è qualcuno che ti raggiunge e qualcuno che devi raggiungere. Essere in quel limbo ti aiuta a non perdere mai il ritmo che poi porta ad ottenere risultati quali appunto questa medaglia europea. Sapere che c’era Daniel (Grassl, ndr) che metteva tre quadrupli in un programma libero, Matteo (Rizzo, ndr) che si allenava con due, Gabriele (Frangipani, ndr) che bene o male ha sempre portato da un paio d’anni sia toeloop che salchow nel libero, è stato proprio un reality check. Avere questa famiglia di saltatori tra di noi è una bella iniezione di adrenalina ogni volta, perché sai di dover continuare ad inserire ed essere meglio degli altri se vuoi fare qualcosa“.

Sulla controversa questione legata al punteggio nelle components (lato artistico):Sapevo di dover migliorare principalmente sotto l’aspetto tecnico, perché alla fine della fiera finché le regole non verranno cambiate conta chi ha più quadrupli, conta chi va, salta e atterra, punto. Finché la parte artistica non andrà a incidere così tanto e soprattutto l’oggettività del lato artistico non verrà implementata, perché purtroppo adesso ci sono un sacco di linee guida che vengono seguite ma banalmente io dal programma corto al libero ho migliorato di circa mezzo punto perché sono sceso nell’ultimo gruppo invece che nel penultimo. Ti possono dire che non è vero, ma basta prendere la calcolatrice e vedere che chi scende in pista nel primo gruppo non ha le components di chi scende nell’ultimo. Quando arrivi ad un’età dove effettivamente la parte tecnica non può andare a progredire perché il fisico non te lo permette, cerchi di mantenere. Difficile che un trentenne decida di imparare da zero il quadruplo lutz. Quei quadrupli li impari quando sei giovane, poi quando riesci a controllarlo e impari l’efficienza del movimento devi semplicemente mantenere ciò che fai. La parte artistica invece è qualcosa che può sempre andare a migliorare ed è sicuramente quella più difficile, perché in tanti sanno fare un quadruplo lutz ma ce ne sono pochi che sanno fare un quadruplo salchow come lo faceva Hanyu. La rivalità è la cosa che mi porta a migliorare sotto l’aspetto tecnico, mentre il lato artistico arriva col tempo e con la maturità che secondo me non è ancora mia, avendo 21 anni“.

Ho ripreso ad allenarmi in maniera decente a settembre, poi fino a inizio dicembre c’è stato il mio crescere con la gara nazionale a Pinerolo che non è andata come previsto perché ho sbagliato il quadruplo nel libero però non era male, e adesso gli Europei. Adesso quindi a livello di forma sono a quello che sarebbe dovuto essere l’inizio della mia stagione. Se non ci fossero stati intoppi nella preparazione, mi sarei dovuto presentare al Grand Prix con il livello attuale e con questa forma fisica. In questo momento mi trovo in forma, fisicamente sono a posto e sono pulito da antidolorifici già dai Campionati Italiani. Sono contento perché la salute è la prima cosa, poi sono in grado di allenarmi in un determinato modo. Ora tutto sta funzionando bene e speriamo che vada avanti così fino a fine stagione“, racconta il pattinatore azzurro.

Sulla possibile aggiunta di un quadruplo in entrambi i programmi: Il mio obiettivo a inizio stagione era avere due quadrupli nel programma corto e tre nel libero. Non nego che in questo momento tre quadrupli nel programma libero non mi appartengono ancora, per il semplice fatto che non sono in grado di concentrarmi per avere il terzo. Ci sono tanti aspetti: il quadruplo che ripeto due volte, quindi uno dei due deve andare per forza in combinazione. Ho voluto due combinazioni nella seconda metà per far crescere il punteggio. Il programma corto è un discorso diverso. Se si studia bene il layout e dove mettere i quadrupli, secondo me è un po’ più semplice andare a mettere un secondo quadruplo. Poi bisogna comunque fare i conti con la probabilità e con i rischi, perché un triplo lutz+triplo toeloop nella seconda metà vale circa 12 punti, senza chiamate varie. Bisogna giocare un po’ con le combinazioni. L’anno scorso ai Mondiali ho fatto uno short con un quadruplo, un triplo axel, tutto di livello 4, triplo lutz e triplo toeloop, con GOE tra l’altro non così alti sulle trottole, e ho preso 93 punti. Un punteggio che mi sarebbe bastato per essere primo in questi Europei dopo il programma corto. Ho appena cambiato i pattini e voglio provare a fare nel corto il flip, per capire quanto potesse andare a influire sulla percezione del programma. Non ho voglia di fare la passeggiata al supermercato e andare da una parte all’altra della pista per fare i salti, secondo me a un certo punto bisogna mantenere un minimo di decoro. Avere un salto dopo l’altro senza nulla in mezzo non penso abbia senso, va un po’ a snaturare l’essenza dello sport“.

Sulle prospettive in vista della stagione olimpica di Milano Cortina 2026:Io non ho mai fatto una stagione come papabile atleta olimpico. Mi ricordo che nel 2021 non ero stato neanche considerato nei probabili olimpici e me l’ero presa tantissimo perché dicevo: ‘Le ragazze non hanno neanche un posto e ce ne sono 6 di ragazze nei probabili olimpici, noi ragazzi invece ne abbiamo due di posti e non mi mettete dentro…’. Poi alla fine ero uno dei pochi ad essere effettivamente riserva. Non so ancora come approccerò la stagione olimpica di Milano Cortina 2026. Non ho ancora studiato le varie possibilità che verranno a crearsi in questa stagione, ma sicuramente bisogna essere pronti da subito. Non c’è spazio per vacanze varie e per prendersela con calma iniziando la stagione con un contenuto più leggero, perché alla fine della fiera quello che facciamo ad inizio stagione poi si porta ai Campionati Italiani e da regolamento dopo gli Assoluti vengono nominati gli atleti per le Olimpiadi. Certo, se avremo tre posti garantiti per Milano Cortina 2026 allora dormiremo tutti quanti con entrambi gli occhi chiusi, sapendo che puoi aspettarti anche una non perfezione totale, mentre altrimenti sarà veramente una battaglia all’ultimo sangue“.

VIDEO INTERVISTA NIKOLAJ MEMOLA