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Bolelli/Vavassori si fermano ancora a un passo dal sogno: finale fatale in doppio agli Australian Open

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Simone Bolelli, Andrea Vavassori
Bolelli, Vavassori / LaPresse

Dopo una finale infinita, da tre ore e 4 minuti e finita all’1:40 di notte a Melbourne (il che dovrà generare obbligatoriamente parecchie riflessioni), Harri Heliovaara e Henry Patten sono campioni degli Australian Open nel doppio maschile. Il duo finlandese-britannico sconfigge la coppia italiana formata da Simone Bolelli e Andrea Vavassori per 6-7(16) 7-6(5) 6-3: si tratta del loro secondo titolo Slam dopo quello di Wimbledon 2024, mentre per il duo azzurro sfugge ancora, e stavolta in modo anche più doloroso delle due occasioni precedenti, in cui le due sconfitte in finale erano giunte in due set.

I due azzurri, di rosso vestiti contro una coppia avversaria che indossa blu, partono molto bene: c’è subito il break con due belle risposte di Bolelli e il doppio fallo sul 30-40 di Patten. Il duo finnico-britannico ha subito tre chance per rientrare, ma Bolelli serve bene e Vavassori copre con agio la rete, così dallo 0-40 si sale sul 2-0. Anche il torinese, sulla propria battuta, deve salvarsi in un’occasione (qui la volée è del bolognese), e poi sono gli azzurri ad avere la palla del doppio break con un gran rovescio in risposta di Bolelli. Heliovaara sventa a rete, poi sono lui e Patten ad avere un’altra palla del 4-4, anche qui senza esito. Sul 5-4 30-30 sembrerebbe arrivare il set point per gli italiani, ma dopo una lunghissima video review è deciso che Vavassori ha leggermente invaso l’altra metà campo per colpire. Risultato: 30-40, gran risposta di Heliovaara e 5-5.

Il contraccolpo gli azzurri sembrano poterlo subire, e si vede: 5-6, 0-40. Tre set point, tutti assieme, che però Vavassori con ottime prime e Bolelli con la sua copertura a rete sventano alla grande per arrivare al tie-break. Subito accade un po’ di tutto, con gli italiani che passano dal 4-2 al 4-6, poi, sul 5-6, è il torinese a rispondere benissimo per consentire al bolognese di chiudere. A questo punto si apre un vero e proprio stillicidio di ace, prime vincenti o simili evenienze, con variazioni molto rare. Nel complesso le chance di chiudere di Heliovaara e Patten sono ben 10, ma nessuna sfruttata, e sul 16-16 la gran risposta di Bolelli consente di avere l’opportunità al servizio. Detto, fatto: Simone serve bene, tira un gran dritto ed esulta: dopo quasi un’ora e mezza, e 24 minuti di tie-break, il set è azzurro. 18-16.

Nel secondo parziale lo slancio degli azzurri sembra poter portare molto lontano, con Heliovaara che dei due avversari è quello che un po’ più sente il contraccolpo della situazione. Una chance di break arriva, ma è Patten a togliere dai guai il compagno di dritto. Di qui in avanti, per lungo tempo, succede relativamente poco, perché le due coppie hanno buon gioco nel tenere i turni di battuta che toccano loro in sorte. Le migliori armi di tutti entrano in scena e così, dopo 2 ore e 17 minuti, è di nuovo tie-break, il sesto del torneo degli azzurri. Per diversi punti i quattro non riescono a spezzare la catena dei servizi, e questo non accade fino letteralmente all’ultimo istante possibile. Cioè fino al 6-5 per Heliovaara e Patten: seconda di Bolelli, risposta sul lato destro e il dritto del bolognese vola via. Un minibreak, ma fatale: 5-7, si va al terzo.

Le cose si mettono male anche a inizio terzo, con il turno di battuta di Bolelli disturbato da due palle break: la prima viene annullata, ma sulla seconda Vavassori si sposta e Heliovaara prende il campo aperto di dritto per lo 0-2. La conferma del break arriva abbastanza agilmente, poi Vavassori praticamente tira fuori dai guai anche il compagno quando, sullo 0-3, c’è lo 0-30. Di fatto non accade più niente di particolarmente rilevante fin proprio all’ultimo, quando Patten sembra ricadere nelle questioni già viste del primo set. Anche con il contributo di una risposta di Vavassori con chiusura di Bolelli c’è una coppia di palle break che può riaprire tutto. Sulla prima c’è ace di Patten, sul secondo è però il bolognese a gettare fuori di metri un dritto che di difficile non aveva molto. Il resto lo fa il servizio del britannico, che chiude la questione di fronte ai pochi, coraggiosi spettatori che hanno resistito tanto a lungo sulla Rod Laver Arena. Un fatto, questo, che come già detto sarebbe meritevole di una riflessione ai piani alti di Tennis Australia.

Va pur notata una certa similitudine nel rendimento delle due coppie: 72%-78% Heliovaara/Patten nei punti vinti con la prima, 63%-68% in quelli con la seconda. I due salgono ora nei piani alti del ranking ATP di specialità (Patten terzo per 20 punti su Heliovaara, i punteggi si riallineeranno più in là), mentre a Bolelli e Vavassori restano il 10° e l’11° posto.