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Ginnastica artistica, le pagelle dell’Italia agli Europei: Alice D’Amato assoluta, Macchini stellare, i ritorni di Asia e Lodadio

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Asia e Alice D'Amato

L’Italia è stata protagonista assoluta agli Europei 2023 di ginnastica artistica, conquistando ben sette medaglie e chiudendo al secondo posto nel medagliere. Sono numeri straordinari, sostanzialmente in linea con quelli ottenuti la scorsa estate: a Monaco ci si spinse fino a otto podi, ad Antalya ci si è fermati appena sotto e con lo stesso numero di ori (2).

Il movimento tricolore è definitivamente esploso, finalmente con entrambi i settori in contemporanea: i Moschettieri hanno vinto la gara a squadre per la prima volta nella storia, migliorando l’argento della passata edizione; le Fate non sono riuscite a difendere il titolo, ma hanno portato a casa ben cinque allori e hanno dato la sensazione di avere pienamente il controllo della situazione.

Di seguito le pagelle degli azzurri.

PAGELLE ITALIA AGLI EUROPEI GINNASTICA ARTISTICA 2023

FEMMINILE

ALICE D’AMATO: 10. La donna degli Europei per quanto riguarda il movimento tricolore (meglio di lei, in termini assoluti, ha fatto soltanto la britannica Jessica Gadirova). Campionessa d’Europa alla parallele asimmetriche grazie a un esercizio infarcito di difficoltà e ben eseguito. Meravigliosa medaglia di bronzo nel concorso generale individuale, frutto di una sempre più matura sensibilità su tutti gli attrezzi. Finalista in ben tre specialità (da annotare gli ulteriori progressi tra trave e corpo libero) e argento con la squadra. Una Fata esplosiva, in forma davvero smagliante e sempre più garanzia della nostra Nazionale. Talento totale ormai in piena fiducia e consapevole dei propri mezzi.

Ginnastica artistica, Italia forza 5 agli Europei: Alice D’Amato si consacra, Asia titanica, Esposito si scopre. E la squadra…

ASIA D’AMATO: 8,5. Merita un enorme elogio la caparbietà con cui è tornata in gara dopo l’infortunio rimediato lo scorso anno e la conseguente operazione. Le tappe di Serie A e il Trofeo di Jesolo aveva acclarato il suo recupero, ma essere in forma anche in una rassegna continentale ha tutto un altro significato. La genovese non ha potuto confermarsi Campionessa d’Europa all-around perché non ha ancora nelle gambe il corpo libero dei giorni migliori, ma la medaglia d’argento conquistata al volteggio ha un elevato significato simbolico: lo scorso anno si fece male proprio su quell’attrezzo, quest’anno ha esorcizzato la tavola e avrebbe anche potuto salire sul gradino più alto del podio. Nel mentre si toglie la soddisfazione dell’argento con la squadra dopo l’oro della scorsa estate e il bronzo iridato del 2019.

MANILA ESPOSITO: 8,5. Un’italiana non saliva sul podio alla trave addirittura da 12 anni (Carlotta Ferlito seconda ed Elisabetta Preziosa terza nel 2011). La campana riesce nell’impresa confezionando un esercizio di enorme espressione artistica, trasudante espressività, grazie, eleganza e un’acrobatica solida. La 16enne si è messa al collo una medaglia d’argento che alla vigilia sembrava difficilmente raggiungibile, sfoggiando una precisione rimarchevole e che l’ha fermata a un solo decimo dal trionfo. Non era in perfette condizioni fisiche dopo il trionfo all-around al Trofeo di Jesolo ed era visibilmente fasciata, ma si è consacrata a livello europeo dopo i podi in Coppa del Mondo: crescita poderosa, ormai è un punto di riferimento e va tenuta seriamente in considerazione.

GIORGIA VILLA: 7,5. Ancora una volta il gioco dei decimi non le sorride e rimane per un soffio giù dal podio alle parallele asimmetriche, al termine di una finale in cui è stata comunque strepitosa grazie a un esercizio caratterizzato da una rapidissima serie di salti collegati che manda in visibilio il pubblico. La bergamasca è purtroppo caduta in entrata alla trave durante la qualifica, mancando l’accesso a una finale in cui se la sarebbe potuta giocare fino in fondo per qualcosa di importante.

ANGELA ANDREOLI: 6. Il turno di qualifica si è rivelato un po’ complicato per la giovane bresciana, che è rimasta fuori dalle migliori otto al volteggio e al corpo libero (dopo la medaglia degli ultimi Europei). La classe 2006 non è sembrata ancora vicina allo smalto dei giorni migliori e il suo talento cristallino è rimasto un po’ oscurato in questa circostanza: l’aspettiamo caldamente ai prossimi appuntamenti, dove siamo sicuri che farà vedere di che pasta è fatta.

MASCHILE

CARLO MACCHINI: 9. La tanto agognata consacrazione è meritatamente arrivata per il ribattezzato Bistecca, che questa volta ha cucinato una torta dal sapore indubbiamente gustoso. Il marchigiano ha conquistato una splendida medaglia d’argento alla sbarra, fermandosi ad appena 33 millesimi dal trionfo. Se l’uscita fosse stata leggermente più pulita, senza quelle “mulinate di braccia”, staremmo parlando del nuovo Campione d’Europa. Si torna a casa con la consapevolezza di avere a che fare con un talento mostruoso, capace di esaltarsi in un esercizio caratterizzato da due salti improbi come Pegan e Cassina (che cartolina…) e in grado di battagliare per le medaglie in campo mondiale (ha vinto il croato Tin Srbic, Campione del Mondo nel 2017 e sul podio alle Olimpiadi di Tokyo 2020). Ha gareggiato da individualista e dunque non ha potuto festeggiare l’oro con i compagni, ma la prova al cavallo con maniglie è un biglietto da visita per un possibile inserimento in formazione (l’anno scorso era presente ai Mondiali).

Ginnastica artistica, l’Italia dei Moschettieri conquista solidi trionfi. Macchini divampa, Lodadio ritorna. E il rebus olimpico…

YUMIN ABBADINI: 8. La completezza fatta a persona. Il Campione d’Italia sul giro completo è una garanzia quando si tratta di portare a casa il risultato. Continuità e solidità durante la gara a squadre conclusa con l’apoteosi totale, poi splendida top-10 nella finale all-around ed eccellente finalista al cavallo con maniglie, dove si è fermato a un solo decimo dal podio, tra l’altro su un attrezzo dove lo scorso anno ai Mondiali commise un errore importante durante l’ultima rotazione della finale del team event.

MARCO LODADIO: 8. L’Italia riabbraccia il suo sontuoso Cavaliere del Castello, veterano immenso dalla personalità coriacea e tra i grandi pilastri di questa Nazionale. Capitano in pectore durante la gara a squadre, ha condotto i Moschettieri verso un trionfo leggendario, contribuendo non soltanto con la sua prestazione sublime agli anelli, ma anche con due esercizi di sacrificio tra volteggio e corpo libero. Il romano ha dato il massimo per la squadra ed è stato premiato, mentre nella finale agli anelli gli sono mancati 67 millesimi per salire sul podio dopo le tre apparizioni da medaglia ai Mondiali. Qualche piccola sbavatura sull’attrezzo è costata cara, ma Marco Lodadio è tornato pienamente dopo qualche problema fisico e guarda con grande ottimismo al prossimo futuro.

MATTEO LEVANTESI: 8. Premiamo il coraggio del marchigiano: salito per ultimo sulle parallele pari nella finale di specialità, ha voluto tentare l’azzardo assoluto cercando di eseguire una combinazione molto difficile. Era un modo per cercare lo scacco matto e dare l’assalto alle medaglie dopo il terzo posto in qualifica, ma purtroppo ha commesso un errore e ha dovuto dire addio ai sogni di gloria. Chi non rosica non rosica, va apprezzato il tentativo. Determinante per la conquista dell’oro a squadre, con una prova di grande sacrificio e completezza: non si è mai tirato indietro, portando a casa punti pesanti.

LORENZO CASALI: 7,5. Non era in perfette condizioni fisiche, ma il marchigiano ha stretto i denti per il bene della squadra e ha portato a casa sei esercizi di grande cuore e sostanza, incisivi per salire sul gradino più alto del podio nella gara a squadre. Ha poi saputo ripetersi nella finale all-around chiudendo con una pregevole top-10.

MARIO MACCHIATI: 7. Durante le qualifiche si era reso protagonista di un eccellente avvio al volteggio, ma purtroppo alle parallele ha commesso un paio di sbavature che gli hanno impedito di accedere alla finale di specialità. Contribuisce in maniera attiva alla conquista della medaglia d’oro a squadre tra sbarra (13.166) e corpo libero (13.366).

Foto: Simone Ferraro/FGI