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ATP Miami, Matteo Berrettini in ripresa contro McDonald. Deve solo ritrovare fiducia e morale

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Matteo Berrettini

Quale Matteo Berrettini esce dal Masters 1000 di Miami? La domanda sembrerebbe avere una risposta non certo positiva, se non altro perché è arrivata l’eliminazione immediata per mano di Mackenzie McDonald, con l’americano vittorioso in due tie-break. Eppure qualche buon segnale s’è visto.

Va fatta una premessa: il romano, a Miami, non tornava da quattro anni e, in ogni caso, ancora deve vincere un match. Ha appena assaggiato Crandon Park prima del trasferimento, perdendo dall’allora canadese (passato poi a battere bandiera polacca, quella dei suoi genitori) Filip Peliwo nel primo turno delle qualificazioni nel 2018. Ha poi iniziato con i dintorni dell’Hard Rock Stadium nel 2019, ma in questo caso fu Hubert Hurkacz a fermarlo.

Berrettini, che non può certamente essere contento di come sono andati i momenti decisivi delle partite, sembra però aver rimesso in piedi quantomeno una parte del gioco cui ha abituato il mondo nei suoi anni migliori. Alcune interessanti soluzioni con il dritto e anche verso la rete si sono viste, e i due tie-break sono sostanzialmente girati su alcuni momenti. A proposito di tie-break, c’è un dato da tenere presente.

ATP Miami 2023: Matteo Berrettini lotta, ma non esce dalla crisi. McDonald vince con due tie-break

Nell’arco di tempo annuale precedente il Queen’s 2022, il numero 3 d’Italia aveva vinto non meno di 20 tie-break su 30, una percentuale davvero elevata e corrispondente in pieno al valore del suo gioco considerati tutti gli elementi. Di cose ne sono cambiate dopo il torneo londinese, e la statistica è diventata 10/25. Vale a dire il 40%. Un dato significativo, questo, che racconta le difficoltà di Matteo.

E proprio queste difficoltà nei due giochi decisivi si sono viste, con i minibreak di vantaggio che non è riuscito a far fruttare come invece in passato avrebbe saputo. Non è il tennis il problema, perché quello è rimasto. Semmai, lo è ancora di scelte in momenti cruciali, perché la sconfitta con McDonald è dipesa soprattutto da quel frangente. Questo deriva da una complessiva fiducia che ancora stenta a decollare.

Il tempo della terra rossa sta per arrivare: per Berrettini ci sarà subito Montecarlo, poi Monaco di Baviera. Serviranno vittorie su quella che è la superficie dalla quale, finora, ha raccolto soddisfazioni importanti nella parte di carriera vissuta ai più alti livelli. Peraltro, nonostante sia ormai assodata la sua affinità con l’erba, il numero 3 del nostro Paese è giocatore che nasce sul rosso e diventa (molto) forte sui terreni veloci, secondo l’impostazione vincente voluta da Vincenzo Santopadre. Il che significa che, sul mattone tritato, è lecito attendersi una ripresa importante. Forse non immediata, ma importante.

Foto: LaPresse