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Sci di fondo

Sci di fondo, quale staffetta per l’Italia ai Mondiali 2023? L’unione di tre generazioni può regalare la prima medaglia dal 1999?

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Federico Pellegrino

Per ragioni nebulose, uno degli argomenti che alle nostre latitudini fa discutere maggiormente gli appassionati di sport invernali riguarda la composizione delle staffette. Sarà per l’imprinting calcistico di molte persone? Si sa che gli italiani sono un popolo di santi, poeti e commissari tecnici. Misteri della cultura popolare, di certo con l’appropinquarsi delle manifestazioni con medaglie in palio si scatenano sempre i dibattiti relativi ai quartetti da mandare in pista.

Ebbene, nello sci di fondo maschile il quesito è, invero, puntuale. L’embargo internazionale contro la Russia raddoppia il numero di gradini del podio a disposizione del “Resto del mondo”. I norvegesi vengono ritenuti pressoché intoccabili, quasi alla stregua di divinità scese in terra, soprattutto senza i suddetti russi, gli unici in grado di impensierirli. Non solo ci sarà più spazio delle abitudini nelle prime tre posizioni, ma possono cambiare tante dinamiche.

D’altronde il copione delle staffette era ormai da tempo il medesimo. La Russia si metteva a menare sin dalle prime battute con l’obiettivo di staccare la Norvegia per evitare di trascinare l’imbattibile Johannes Høsflot Klæbo in volata. In questo modo la gara diventava durissima e si faceva selezione sin dalle prime battute. Però, in contumacia dei russi, chi si prenderà la briga di fare il ritmo? Chi, inoltre, può avere reale interesse a svenarsi? Quella di Planica 2023 potrebbe essere una competizione molto più tattica e attendista delle abitudini.

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Ecco perché le chance dell’Italia, per quanto ridotte, non sono più nulle. Si parla della proverbiale fiammella di speranza, ma è comunque una possibilità. Davvero gli azzurri partono battuti da Francia, Svezia, Germania e Finlandia? Assolutamente no. Chiaramente, allo scopo di provare a salire sul podio, bisognerà schierare Federico Pellegrino a chiudere per sfruttare le sue qualità in volata e verosimilmente Francesco De Fabiani in seconda frazione, dove è probabile che i finnici mettano un Iivo Niskanen pronto a fare fuoco e fiamme.

Per quanto riguarda gli altri due segmenti, ci si può permettere di coltivare una piccola speranza soprattutto in virtù della performance di Davide Graz nella 10 km a skating di Les Rousses. Una rondine non fa primavera, direbbe qualcuno, però quanto visto in Francia è oltremodo incoraggiante. Al lancio, invece, si potrebbe fare affidamento sul redivivo Dietmar Nöckler, che qualche buon segnale in alternato lo ha dato.

Ovviamente le valutazioni del caso dovranno essere fatte a Planica, sulla base della competitività di ognuno. Ci si augura, quindi, che le prove individuali distance antecedenti possano essere usate come banco di prova nell’ottica della 4×10 km, dove il movimento tricolore può tornare a giocarsi qualcosa di importante. L’usato sicuro Nöckler e la promessa Graz andranno a “coprire” i fianchi del collaudato tandem De Fabiani-Pellegrino?

Chissà che l’unione di tre generazioni agonistiche, in grado di saldarsi per l’occasione, non possa permettere all’Italia di tornare su un podio mai calcato nel XXI secolo. Già, perché l’ultima medaglia iridata in staffetta è datata 1999. Successivamente ne sono arrivate un paio olimpiche, ma ai Mondiali il digiuno è ormai prossimo al quarto di secolo. Il 2023, privo della Russia e con un quartetto potenzialmente solido, potrebbe essere l’occasione buona per spezzare l’astinenza.

Foto: La Presse