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Basket, Draft NBA 2022: Paolo Banchero protagonista, Gabriele Procida e Matteo Spagnolo sperano in una chiamata

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Tra conferme, smentite, novità, scambi di posizioni, grandi nomi e via dicendo sta arrivando la notte del Draft NBA 2022. Lo fa senza le usuali 60 chiamate: saranno infatti 58, perché a Milwaukee Bucks e Miami Heat è stato tolto un giro a causa di una violazione delle pratiche di tampering durante la free agency.

In Italia c’è davvero tanta attesa, se non altro per scoprire se davvero Paolo Banchero sarà scelto con la terza chiamata assoluta, quella degli Houston Rockets, oppure se il destino dell’uomo che dovrà segnare il futuro dell’Italbasket sarà diverso. Certo è che la franchigia che pare sua destinazione un chiaro segnale l’ha mandato, lasciando partire Christian Wood per far spazio al potenziale nuovo lungo che può avere per le mani. Banchero, fino ad ora, si è mostrato molto carico a parole, dando prova di una forte confidenza con il ruolo che vuole avere nel prossimo futuro della NBA. In questo senso, il duello a distanza con Jabari Smith, destinato alla 1 degli Orlando Magic, e Chet Holmgren, in predicato di essere scelto per secondo dagli Oklahoma City Thunder, sarà molto interessante da osservare.

Ma ci sono anche altri due italiani che sperano nella chiamata. Ha particolarmente impressionato nei workout Gabriele Procida, tant’è vero che le quotazioni dell’ormai ex Fortitudo Bologna al secondo giro si sono alzate di molto, ed è praticamente certo che verrà chiamato. Non è un azzardo poterlo immaginare anche tra la 40a e la 45a scelta, anche se tutto dipende dal tipo di esigenze delle squadre, ma anche da lui. Il secondo giro, infatti, non obbliga a restare in NBA: Procida potrebbe anche restare in Europa a farsi le ossa (ci sono le sirene dell’Alba Berlino). Certo è che lo status di giocatore NBA potrebbe cambiare tutto dal suo punto di vista. Le possibilità di Matteo Spagnolo, invece, sono più ridotte, e si vanno a incasellare, fondamentalmente, alla fine del secondo giro stesso. Detto questo, è possibile che il play visto la scorsa stagione a Cremona, ma di proprietà del Real Madrid, scelga di restare da questa parte dell’Oceano per maturare e poi, eventualmente, provare il salto. Se lo tenterà: la storia è piena di giocatori che non l’hanno fatto.

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Questo, finora, l’elenco degli azzurri che sono stati scelti al draft NBA: Dino Meneghin nel 1970, Augusto Binelli nel 1986, Riccardo Morandotti nel 1987, Stefano Rusconi nel 1990, Andrea Bargnani (prima chiamata assoluta) nel 2006, Marco Belinelli nel 2007, Danilo Gallinari nel 2008, Alessandro Gentile nel 2014, Nico Mannion nel 2020. Di questi, Meneghin, Binelli, Morandotti e Gentile non hanno mai disputato una partita sui massimi parquet d’America. Vincenzo Esposito, Gigi Datome e Nicolò Melli sono invece andati in NBA senza esser stati draftati.

Infine, c’è qualche annotazione legata a cambi di scelte: il passaggio di Jerami Grant dai Pistons ai Trail Blazers fa sì che questi, in chiave 2022, girino loro la 36a scelta in cambio della 46a. La seconda chiamata dei Kings (49), invece, passa ai Cavaliers (che si ritrovano con quattro numeri in mano) in cambio dei diritti su Sasha Vezenkov. I Lakers, invece, hanno acquisito la 35 dei Magic al secondo giro in cambio di una seconda scelta futura e di, banalmente, soldi. Tutto in vista di quella che, ancora, è formalmente un’incertezza. Quella che non vedremo, quasi sicuramente, nel 2023: per il francese Victor Wembanyama sono già impazziti tutti.

Foto: LaPresse