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Tennis, non solo Sinner e Musetti. Da Nardi a Cobolli: i giovani talenti azzurri in rampa di lancio

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Per un gruppo di nove italiani nei primi 100 del mondo che ha in Jannik Sinner e Lorenzo Musetti i rappresentanti della quota giovane, c’è un altro numero interessante di giocatori azzurri in scalata verso le zone alte della classifica. Non hanno ancora ottenuto i risultati dei loro due ormai illustri connazionali, ma sono pronti a mettersi in mostra nell’universo tennistico nei prossimi anni. Ne andiamo qui a scoprire quattro, forse i protagonisti in questo senso del 2021.

Il 2021 è stato senza dubbio l’anno in cui molti hanno scoperto Flavio Cobolli. Figlio di Stefano, buon professionista a livello ATP (al massimo numero 236 a fine 2003), è nato a Firenze, ma è romano in tutto e per tutto. 874° nella prima classifica del 2021, ha scalato oltre 600 posizioni per stabilirsi attualmente al numero 243. Il suo periodo d’oro è stato quello tra aprile e maggio, con 400 posizioni guadagnate in pochissime settimane tra un ITF ad Antalya e i due Challenger al TC Garden di Roma (dei quali ha perso il secondo in finale con l’argentino Juan Manuel Cerundolo, il clamoroso vincitore dell’ATP 250 di Cordoba quando era 335 ATP). All’ATP 250 di Parma ha sfiorato i quarti di finale, battendo l’americano Marcos Giron e arrendendosi solo al tedesco Jan-Lennard Struff al tie-break del terzo set. Ha continuato a raggiungere i quarti in molti Challenger con grande continuità, costruendosi così l’attuale classifica che può consentirgli di giocare diverse qualificazioni ATP e, in un prossimo futuro, anche Slam nel 2022 (o fine 2021, nel caso di quelle non precisamente australiane). Aveva già vinto il Roland Garros junior 2020 in coppia con un altro giocatore potenzialmente molto forte, lo svizzero Dominic Stricker. Il suo è uno spirito battagliero, al pari dello stile di gioco. Ha in Novak Djokovic il tennista preferito, e chissà se avrà l’occasione di incontrarlo nel passaggio di consegne tra le due generazioni.

Chi, invece, ha spesso solleticato le fantasie di molti appassionati nel recente passato è Luca Nardi. A inizio 2021, dopo che nel finale di 2020 era stato wild card ad Anversa con tanto di set strappato al già citato Giron, ha avuto qualche difficoltà legata soprattutto all’anagrafe (è classe 2003) e a un problema soprattutto di serenità, come ha confessato lui stesso. Partito dal numero 790, ora il pesarese è al 440° posto. Che il talento tennistico ci sia è fin troppo evidente, e basta vederlo giocare per capirlo. Ha avuto però, come si diceva, problemi a ingranare la marcia giusta soprattutto a inizio anno, il tutto forse riassunto un po’ da un incontro giocato a Biella contro il francese Constant Lestienne, in cui giocò meglio, ma si divorò letteralmente di tutto. Ora ha ritrovato serenità, con i tornei junior (a tal proposito, forse il Roland Garros 2020 di categoria l’avrebbe visto protagonista senza un infortunio nel terzo turno contro il transalpino Marmousez) che sono stati definitivamente accantonati in favore di quelli professionistici. Sono arrivati così tre successi a livello ITF, a Genova, Perugia e Madrid. Al rinato Challenger di San Marino ha fatto faticare Marco Cecchinato, ma la vera sensazione è che forse, questa volta, è sulla strada giusta.

Per un Lorenzo Musetti che è arrivato in alto, c’è il suo amico più importante sul circuito, Giulio Zeppieri, che ancora deve trovare quella strada. E il suo 2021 è stato per larghi tratti travagliato, a partire dall’episodio del Garden. Numero 328 a inizio anno, nel 2020 avrebbe potuto esserci lui al posto del suo compagno di allenamenti al Foro Italico di Roma, visto che giocarono contro l’ultimo turno di qualificazioni. I Challenger italiani, ad ogni modo, lo hanno spesso visto protagonista: diverse volte almeno ai quarti di finale, con il picco molto recente della finale di Barletta, ad agosto, in cui ha sconfitto Cobolli. Giocatore che ama di più le zone lontane dalla rete rispetto a quelle vicine, sta cercando di mettere a posto i pezzi del suo puzzle. I vent’anni li compirà a dicembre, e ha parecchio tempo per costruire ancora un tennis che lo può portare senza dubbio nei primi 100 in tempi non troppo larghi.

Giocatore di cui si parla forse meno, ma che durante l’anno ha meritato le sue luci dei riflettori, è Luciano Darderi. La sua è una storia particolare: argentino di nascita, ha scelto l’Italia come patria tennistica. Numero 937 a inizio anno, è ora 499° grazie a una lunghissima scia di risultati positivi negli ITF tra finali vinte e perse, e di recente anche al Challenger di Siviglia si è fatto valere battendo Federico Gaio al secondo turno e dando fastidio allo spagnolo Roberto Carballes Baena nei quarti. A febbraio aveva raccontato ai media argentini che non sapeva ancora se avrebbe continuato a giocare per l’Italia o per il suo Paese d’origine: nello Stivale, ad ogni modo, ha trovato grande aiuto a livello economico e lo ha ripagato con numerose valide prestazioni. Forse il vero anno per capire dove potrà arrivare non sarà questo, ma il prossimo: dal classe 2002, però, c’è sicuramente da attendersi un notevole miglioramento.

Foto: Marta Magni Images / MEF Tennis Events