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Biathlon, Dorothea Wierer reduce da un’estate da dominatrice. Sarà un ultimo inverno da protagonista?

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Mancano meno di 50 giorni all’apertura della Coppa del Mondo di biathlon, che scatterà il prossimo 27 novembre da Östersund, in Svezia. Quella alle porte sarà una stagione particolarmente importante per tutti, poiché culminerà con i Giochi olimpici di Pechino 2022, ma assumerà un significato ancor più pregnante per Dorothea Wierer. Non è infatti da escludere che, giunta alla soglia dei 32 anni, la più grande biathleta azzurra di tutti i tempi possa ritirarsi al termine dell’inverno, allo scopo di mettere su famiglia.

Le Olimpiadi cinesi rappresentano probabilmente l’ultima occasione dell’altoatesina per lasciare il segno anche nell’ambito a Cinque cerchi. Ammesso, e non concesso, che la trentunenne originaria di Rasun-Anterselva voglia proseguire sino a Milano-Cortina 2026, è impossibile prevedere l’eventuale evoluzione della sua competitività nel prossimo quadriennio. Dunque, Carpe Diem, perché a Pechino 2022 può essere colmata l’unica lacuna nel palmares di Dorothea, ovvero l’assenza di una medaglia olimpica individuale.

Sochi 2014 arrivò troppo presto, perché Wierer non era ancora completamente sbocciata (cionondimeno giunse a soli 9 secondi dal bronzo nella sprint). A Pyeongchang 2018 invece mancò il proverbiale centesimo per fare l’euro, in quanto qualche errore di troppo in ogni gara privò l’azzurra della gioia del podio individuale. I britannici hanno un modo di dire, ovvero “The third time is the charm”, che potremmo tradurre come la “terza volta è quella buona”.

Già, Pechino 2022 sarà la terza edizione dei Giochi di Dorothea, quella che potrebbe permetterle di coronare definitivamente una carriera nella quale si contano già due Coppe del Mondo assolute e tre ori iridati. Manca solo la medaglia olimpica, che se per caso dovesse essere d’oro, consentirebbe all’italiana di diventare la settima donna della storia a completare la Triple Crown, traguardo sinora raggiunto solo da Kati Wilhelm, Andrea Henkel, Magdalena Neuner, Tora Berger, Darya Domracheva e Laura Dahlmeier.

Logico, quindi, che la preparazione al 2021-22 possa essere stata improntata in maniera tale da privilegiare il mese di febbraio. Grossi intoppi estivi non ce ne sono stati, nonostante Wierer a settembre abbia sottolineato come non fosse soddisfattissima del suo stato di forma, a causa di un po’ di insonnia e di qualche difficoltà in più nel gestire lo sforzo. Eppure, i risultati nelle gare su skiroll sono stati ottimi, con vittorie a raffica tra esibizioni e campionati nazionali.

Ormai Dorothea la conosciamo, verrebbe da dire che c’è da preoccuparsi solo se non si lamenta di qualcosa. Come dimenticare l’avvicinamento all’inverno 2019-20, quando non passava settimana senza che rammentasse di avere fastidi alla schiena. Proprio per questo si pensava a una partenza lenta. Invece “Attention! Prêts ? Trois, deux, un…” e due vittorie nelle prime tre gare stagionali, seguite successivamente da un Mondiale di Anterselva da sogno.

Il fatto che dica di essere stanca è la normalità, non c’è intervista pre o post gara dove non lo sottolinei. Sentire certe parole può essere considerato rassicurante, perché l’altoatesina ripete il proprio tormentone. I risultati non mentono e ci dicono che Wierer tra agosto e settembre ha dominato la scena in tutte le competizioni a cui ha preso parte, fossero kermesse piuttosto che gare propriamente dette. Certo, le prove su skiroll vanno prese con le molle, ma se ci fosse stato qualche problema serio lo si sarebbe visto. Invece, l’estate 2021 è stata agonisticamente eccellente, nella speranza che possa fare da prodromo all’ennesimo inverno da protagonista. Se poi sarà l’ultimo, spetterà solo a lei deciderlo.

Foto: La Presse