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Ginnastica, l’Italia è una squadra: titani d’acciaio, demolitrici di ostacoli. La Finale alle Olimpiadi è leggenda

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Una squadra si può definire tale quando tutti i suoi componenti interagiscono in maniera omogenea, si aiutano a vicenda, si supportano nei momenti di difficoltà, riemergono insieme, non abbandonando l’altro al suo destino. Una squadra è compatta e unita quando ogni suo elemento riesce a trarre miglioramenti dal proprio compagno, quando le prestazioni di chi sta accanto diventano una fonte d’ispirazione. Una squadra vera è in grado di superare qualsiasi criticità, di estrapolare energia dagli ostacoli superati, non va a sbattere contro un muro ma coglie in ogni imprevisto un’occasione per alzare l’asticella.

L’Italia è una squadra con tutti i crismi e le caratteristiche da manuale. Lo è in uno sport in cui si sale una alla volta sull’attrezzo e in cui non si può collaborare attivamente durante gli esercizi, in cui non ci si passa una palla o qualcosa di similare, durante le cui gare ci si può limitare soltanto a qualche incitamento da bordo pedana. Le azzurre sono semplicemente state granitiche durante le qualificazione delle Olimpiadi di Tokyo 2021: le ragazze del DT Enrico Casella si sono presentate in Giappone dopo un anno e mezzo tribolato, condito da infortuni (Desiree Carofiglio ed Elisa Iorio nell’autunno 2020, Giorgia Villa proprio alla vigilia della partenza), dal rinvio dei Giochi, dalla pandemia e da mille altre vicissitudini.

La nostra Nazionale risplende con grandissima personalità nel momento di massima difficoltà, riesce a qualificarsi alla finale a squadre con fare baldanzoso e strappa meritati applausi per una prestazione encomiabile. Le azzurre sono settime (ma a mezzo punto dalla quinta piazza) e torneranno in pedana tra un paio di giorni per una finale tutta da vivere. Sappiamo benissimo che sarà difficilissimo, per non dire improbabile, rivivere le emozioni dei Mondiali 2019 quando si conquistò una storica medaglia di bronzo, ma si lotterà sicuramente colpo su colpo.

Con Vanessa Ferrari maestosa capitanata, sacrificatasi per sostituire Giorgia Villa quando ormai era convinta di partecipare da individualista. Con tre giovanissime Fate al debutto olimpico: Martina Maggio, Alice D’Amato, Asia D’Amato erano in pedana a Stoccarda per salire sul podio iridato. Con Lara Mori individualista ma parte integrante del gruppo. Della squadra. Ritorniamo tra le otto grandi dopo la prima volta di Londra 2012 ed è ancora più bello, perché il risultato arriva con cuore, sacrificio, sagacia, resilienza. Partendo dalla prima suddivisione, senza errori (eccezion fatta per la caduta sul Tabac di Asia D’Amato), vedendo passare le avversarie. Granitiche, pugnaci, imperiali.

Foto: Lapresse

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