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Roland Garros 2020: Martina Trevisan, quel primato delle qualificate che passa da Iga Swiatek

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C’è un dato statistico al quale forse in pochi hanno prestato particolare attenzione nell’avvicinamento al match tra Martina Trevisan e la polacca Iga Swiatek, che varrà un posto in semifinale al Roland Garros 2020. Se l’azzurra dovesse infatti riuscire a compiere un’altra impresa, entrerebbe in un club davvero esclusivo: quello delle qualificate arrivate fino in semifinale Slam, nel quale ci sono finora solo due giocatrici in Era Open.

Il caso più celebre, naturalmente, è quello di Alexandra Stevenson, passata dal tabellone cadetto alle semifinali di Wimbledon nel 1999: un percorso durante il quale, oltretutto, si scoprì che è figlia di Julius Erving, leggenda della NBA. E se “Doctor J” ha ispirato tantissimi con le schiacciate che hanno fatto la storia della lega professionistica americana, il caso Stevenson è rimasto iconico nel tennis femminile, anche se avrebbe potuto non essere lei la donna a entrare nella storia. Nei quarti, infatti, giocò contro Jelena Dokic, allora australiana, poi jugoslava, poi per sempre australiana, anche lei proveniente dalle qualificazioni e autrice di un cammino nel quale aveva sconfitto tanto Martina Hingis all’esordio (tra lo stupore generale) quanto Mary Pierce agli ottavi. Stevenson, dal canto suo, aveva eliminato la connazionale Amy Frazier e al terzo turno l’allora forte francese Julie Halard-Decugis, salvando un match point contro Lisa Raymond agli ottavi. La corsa finì (male, 6-1 6-1) contro una delle più forti, eppure ingiustamente sottovalutate, giocatrici a cavallo tra i ’90 e i 2000: Lindsay Davenport, che poi sconfisse Steffi Graf in quella che fu l’ultima finale Slam della tedesca, ritiratasi di lì a poco tempo.

C’è, però, anche un altro nome che in pochi ricordano: è quello di Christine Matison, australiana che da qualificata giunse fino alle semifinali degli Australian Open 1978. Erano edizioni con il tabellone a 32, in cui molti e molte non andavano fino a Melbourne (che allora significava Kooyong, e non Melbourne Park, e si giocava sull’erba) a giocare, ma che ugualmente vedeva al via Sue Barker, l’ultima britannica ad aver vinto il Roland Garros nel 1976. Mai spintasi oltre il secondo turno altrove, Matison batté subito la numero 4 del seeding, la connazionale Amanda Tobin, e poi l’americana Kim Sands (importante perché prima afroamericana a ricevere una scholarship alla University of Miami), prima di battere l’altra connazionale Mary Sawyer e perdere con l’altra statunitense Betsy Nagelsen, che sarebbe rimasta buona giocatrice anche negli anni a venire. Quegli Australian Open diventarono famosi anche per un altro aspetto: nessuna delle quattro semifinaliste (oltre alle due citate, c’erano Diane Evers e Chris O’Neil, poi vincitrice) aveva mai raggiunto prima una finale Slam. Ci sarebbero voluti altri 31 anni, e 188 Slam, perché il fatto si ripetesse, al Roland Garros 2019.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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