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MotoGP, GP Teruel 2020: confronto Yamaha-Suzuki per la pole-position? Honda mina vagante e Ducati in cerca di identità

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Tutto pronto per le qualifiche di Aragon 2. Sembra quasi di parlare dei preparativi di un nuovo film, ma in realtà il GP di Teruel, sede del round del Mondiale 2020 di MotoGP per la seconda volta consecutiva sul tracciato spagnolo, non ha nulla a che vedere con un’opera filmica. Certo, il copione del time-attack odierno (dalle 14.50) è tutto da scrivere, perché le sorprese potrebbero non mancare.

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Partiamo con ordine. Domanda: favoriti per la pole-position? Dopo le prove libere del venerdì, Yamaha e Suzuki possono recitare il ruolo delle protagoniste. La scuderia di Iwata, che per buona parte del venerdì si è concentrata sulla ricerca di una messa a punto adeguata visti i problemi in corsa del primo weekend ad Aragon, ha un vantaggio rispetto alla concorrenza, ovvero quello di scaldare meglio le gomme, portarle alla giusta temperatura e quindi estrarre il massimo della prestazione pura. Ne sono ben consapevoli soprattutto il francese Fabio Quartararo e lo spagnolo Maverick Vinales. In particolare, il francesino, dopo aver perso la testa della classifica generale in favore dell’iberico della Suzuki Joan Mir, ha sfruttato FP1 e FP2 proprio per capire le cause di un 18° posto finale nell’ultima gara andata in scena sul circuito iberico. Un anomalo valore della pressione delle gomme è stato la risposta della pista, ma è da capire se questo si ripresenterà in funzione di una messa a punto non adeguata. Certamente ad Hamamatsu hanno fatto un bel lavoro: la Suzuki è quella che in fase di percorrenza di curva va più forte di tutte. Ne sono ben consapevoli Mir e lo spagnolo Alex Rins, vincitore ad Aragon 1, da osservare con attenzione nella sfida odierna del time-attack. Difficile prevedere, invece, cosa potrà fare la Yamaha Petronas di Franco Morbidelli non in feeling con la M1 come i suoi compagni di marca.

Attenzione alla Honda. La RC213V, cavallo imbizzarrito fino a qualche gara fa, sulla pista spagnola sembra essere diventata una moto molto più gestibile. Soprattutto sul posteriore, i piloti della scuderia di Tokyo riescono a sfruttare la velocità in termini di accelerazione e nello stesso tempo il turning è decisamente migliorato. Non è un caso che il giapponese Takaaki Nakagami abbia concluso in prima posizione nella classifica combinata delle prove libere della prima giornata, con Cal Cruchlow terzo e Alex Marquez sesto, che al di là della scivolata della FP1 si è mostrato sempre più a proprio agio sulla moto nipponica, ricordando lo splendido secondo posto dell’ultimo round. Pertanto, l’effetto “mina vagante” ci potrebbe stare tutto.

E la Ducati? Venerdì a dir poco complicato per Andrea Dovizioso e in generale per la scuderia di Borgo Panigale: nella graduatoria combinata, dopo le prime due sessioni di prove, tutte le Rosse sono rimaste fuori dalla top ten. Dovizioso, ancora in lotta per il Mondiale (è a -15 punti dal leader Mir), ha chiuso al 19° posto con 1:49.240, con un ritardo di un secondo e mezzo da Nakagami. Le cause dei problemi? Sempre le stesse, ovvero le gomme. “Non riesco a staccare bene per fare un buon inserimento in curva ed anche in uscita non sono a posto. Ho avuto gli stessi problemi che ho in realtà da inizio anno, pensavo di migliorare di più rispetto agli altri, invece è successo il contrario“, le parole del “Dovi” (fonte: Sky Sport). Notte fonda? Servirà un colpo di coda importante per scrivere un copione diverso da quello che ci si aspetta.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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