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Slittino, l’Italia prepara una stagione anomala tra allenamenti a secco e norme sanitarie. Zoeggeler: “Andremo anche a Cesana”

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In questa strana estate in cui il tempo sembra quasi sospeso a causa della pandemia, dopo 28 anni, la stagione della Nazionale italiana di slittino non si è aperta con la Gitschberg Start Cup di Maranza.
La situazione sanitaria ha costretto la FIL a ridefinire il calendario e le modalità di gara per l’imminente stagione pre-olimpica 2020/2021.
Le competizioni si svolgeranno solo in Europa, tranne la finale, che dovrà per forza svolgersi sulla nuova pista olimpica, già pronta per Pechino 2022. Cancellate le tappe di Lake Placid (USA) e Pyeong Chang (KOR) ed i Mondiali di Whistler (CAN). Igls e Oberhof ospiteranno due tappe di Coppa del Mondo, mentre a Königssee si svolgeranno anche i Mondiali.

Incontriamo la squadra italiana durante un allenamento nella palestra di Maranza. Controllo della temperatura e liberatorie da compilare per tutti. Osservandoli scappa un sorriso nel constatare che il più concentrato nello svolgimento degli esercizi è l’unico che non dovrà gareggiare tra circa due mesi: il Direttore Tecnico Armin Zöggeler, che continua a mantenersi in forma nonostante abbia appeso la slitta al chiodo da parecchio tempo. “Abbiamo dovuto rinunciare alla trasferta a Lillehammer, perché la Norvegia ha chiuso i confini e per adesso la pista non verrà ghiacciata. Probabilmente andremo a Sigulda a inizio ottobre, ma prima dovremo fare alcuni giorni di allenamento – dal 22 al 25 settembre – sul pistino di Cesana. Ce l’ha chiesto il Presidente Roda, dal momento che sia il bob sia lo skeleton lo stanno usando, vuole che andiamo anche noi“, ci racconta Armin. “Certo, adesso che è ghiacciato quello di Maranza, fare 1000 km per andare a Torino non ha molto senso…”, borbottano in coro gli atleti.

La stagione prende il via tra dubbi e poche certezze. La squadra ha chiuso molto bene la scorsa stagione e parte come detentrice del titolo nella Coppa del Mondo di team-relay. Anche Dominik Fischnaller, senza la squalifica nella sprint di Whistler, dovuta alla temperatura dei pattini e non ad un suo errore, avrebbe vinto la classifica generale. Sono entrati a pieno titolo in prima squadra Verena Hofer, Marion Oberhofer, Nina Zöggeler e Leon Felderer, portando nuova linfa al gruppo in cui un po’ più di competizione interna non può che fare bene.

Sul fronte internazionale, si prepara il rientro di Geisenberger ed Eitberger. Vedremo se le neo-mamme torneranno ai livelli di prima, rendendo nuovamente le competizioni femminili un monopolio teutonico, anche se, parlandone tempo fa, Gerda Weisensteiner si era detta molto scettica in merito: “Quando diventi mamma cambiano le tue priorità e buttarsi a capofitto giù da una pista ghiacciata non è più così facile con un bimbo che ti aspetta a casa”.

Per quanto riguarda gli extra europei, ci si chiede ancora se riusciranno ad esserci o meno. “Secondo le indicazioni che abbiamo ricevuto, la stagione si svolgerà a porte chiuse”, ci racconta Ludwig Rieder. “Noi partiremo da casa per la prima gara e ritorneremo a fine stagione. Forse riusciremo a rientrare per Natale, ma dipende dall’evoluzione della pandemia. Non ci sarà pubblico alle gare e tutti gli operatori che dovranno essere presenti, dovranno fare più tamponi a settimana per garantire la sicurezza di noi atleti. Noi stessi dovremo fare controlli settimanali e limitare i contatti anche con i nostri compagni di squadra. In pista i due componenti di un doppio dovranno stare lontani l’uno dall’altro fino a quando non avranno la visiera abbassata.
La situazione più strana sarà la trasferta in Cina. Verremo portati là con un volo charter. Non potremo andare da nessuna parte se non in albergo ed in pista e saremo completamente isolati per tutto il tempo”. 

Sicuramente queste sono le premesse per una stagione anomala sotto molti punti di vista, ma la sicurezza degli atleti è conditio sine qua non per lo svolgimento di tutte le gare previste e deve essere preservata anche sforando nell’eccesso di cautela. Vedremo cosa succederà, intanto speriamo che il ritorno alla normalità non tardi molto per poter nuovamente affollare le piste di tutto il mondo per tifare, abbracciarsi e festeggiare come abbiamo sempre fatto da quando le slitte sfrecciano sul ghiaccio.

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A cura di Paola Castaldi

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Foto: Paola Castaldi

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