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Ciclismo

Milano-Sanremo 2020: Alejandro Valverde, 40 anni e tanta voglia di provarci ancora

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La Milano-Sanremo è una corsa lunga, leggendaria, imprevedibile ed estremamente difficile da domare. Non è un caso che una leggenda del ciclismo internazionale come lo spagnolo Alejandro Valverde, alla soglia dei 40 anni, non l’abbia ancora dominata ed inserita nel proprio sterminato palmarès. Alla nona apparizione in carriera, nell’anno dell’incertezza, la sensazione è che lo spagnolo potrebbe anche fare “all-in” sulla corsa italiana ed andare a caccia dell’ennesimo numero della sua straordinaria storia sportiva sulle due ruote.

Più adatta ai velocisti che a corridori più avvezzi a muri ed a grandi pendenze (sulle quali l’Embatido si è regalato 4 Liegi-Bastogne-Liegi e 5 Freccie Vallone), la Classicissima negli ultimi anni si è lentamente trasformata, dando la possibilità anche a corridori meno rapidi di cercare un attacco sul Poggio e trionfare con altro tipo di caratteristiche, come fatto ad esempio nelle ultime edizioni da Vincenzo Nibali e dal francese Julian Alaphilippe.

Non è infatti un caso che quest’anno, oltre a specialisti della velocità come il già citato Alaphilippe, il belga Philippe Gilbert, l’azzurro Elia Viviani e lo slovacco Peter Sagan e a corridori eclettici come l’olandese Mathieu Van Der Poel, il lussemburghese Bob Jungels ed il polacco Michal Kwiatkowski, siano presenti numerosi scalatori che potrebbero andare a caccia di un attacco da lontano come lo sloveno Tadej Pogacar e il siciliano Vincenzo Nibali.

Dotato di ottime doti da scalatore, con eccelse caratteristiche da scattista e una qualità sopraffina in discesa, con il proprio bagaglio tecnico e di esperienza Valverde potrebbe colpire in svariate modalità in Via Roma, cercando di infilarsi in un’azione da lontano, attaccando in discesa o provando a regolare i propri avversari in una volata ristretta.

Alla soglia dei 41 anni, il fuoriclasse della Movistar non ha assolutamente intenzione di correre un’annata da comparsa e sembra essere deciso più che mai a centrare il successo in una delle poche classiche in cui non ha ancora colpito. Con una squadra completa ma non specializzata nelle corse da un giorno, il punto debole di Valverde, paradossalmente, potrebbe essere la sua stessa fama che molto probabilmente gli impedirà di essere lasciato andar via a cuor leggero dal gruppo.

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Starà quindi alla sua esperienza ed alla sua voglia di rivalsa dopo un’annata stranamente ancora senza trionfi, giocare un ruolo fondamentale per centrare il treno giusto che potrebbe regalargli buone chance di vittoria. La gamba, alla Vuelta Burgos, non è sembrata delle migliori, ma la sensazione è che uno come lui possa in ogni momento estrarre dal cilindro la prestazione decisiva e ribaltare ogni pronostico, soprattutto in una stagione imprevedibile come questa.

michele.giovagnoli@oasport.it

 

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Foto: PierColombo

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