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Formula 1

F1, GP Austria 2020: analisi tattica. Mercedes libera di scegliere, la concorrenza no

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La settantesima edizione del Mondiale di F1 non poteva aprirsi nel modo migliore. Lo spettacolo non è mancato nei 71 giri sul tracciato di Spielberg, sede del GP d’Austria. Nonostante alcuni seri problemi con le temperature, Valtteri Bottas ha portato in casa Mercedes il primo acuto stagionale. Il finnico è stato autore di una prova perfetta che lo ha visto dominare dal primo all’ultimo passaggio. La scuderia di Stoccarda, diretta da Toto Wolff, ha impostato un ritmo irraggiungibile per la concorrenza e ha completato l’evento con una sosta in meno. Valtteri Bottas e l’inglese Lewis Hamilton non si sono fermati in pit lane durante la seconda Safety Car, una scelta adottata, oltre che dai piloti Mercedes, solo dal messicano Sergio Perez.

Le tre neutralizzazioni hanno cambiato volto alla corsa e rimescolato le carte in tavola. Nella prima ‘pausa’, avvenuta dopo 26 dei 71 giri previsti per rimuovere l’Haas del danese Kevin Magnussen, tutti i piloti sono passati dalle gomme soft alla mescola più dura, riconoscibile dalla banda bianca. L’idea di tutti i team è stata quella di arrivare al traguardo con una singola sosta, un’opzione che non è stata sposata da Sergio Perez. Perez ha sfruttato gli pneumatici più morbidi per un ottimo inizio di stint, ma il vantaggio è durato ben poco. La competizione è continuata sotto l’insegna delle Mercedes che, nella seconda fase, hanno iniziato ad accusare alcuni problemi con la temperature dei propulsori.

Il momento cruciale dell’evento è arrivato dopo l’uscita di scena del britannico George Russell (Williams) e del francese Romain Grosjeans (Haas). La direzione della gara ha optato per un nuovo intervento della vettura di sicurezza. Le strategie si sono differenziate e molte cose sono cambiate. Hamilton, Bottas e Perez hanno deciso di non fermarsi, mentre gli altri sono entrati in corsia dei box per la seconda ed ultima volta di giornata. Lo spagnolo Carlos Sainz (McLaren), l’inglese Lando Norris (McLaren), il thailandese Alexander Albon (Red Bull), il monegasco Charles Leclerc (Ferrari) ed il russo Daniil Kvyat (AlphaTauri) hanno montato un treno di gomme medie. Una scelta di attacco che ha portato i propri frutti alla ripartenza. Tra coloro che hanno effettuato la sosta c’era anche il tedesco Sebastian Vettel, in rimonta con la sua Ferrari dopo aver commesso un clamoroso errore alla staccata di curva 3, mentre cercava un impossibile sorpasso all’interno di Sainz. La Rossa del quattro volte campione del mondo è finita così in testacoda, un fatto che ha compromesso il risultato finale.

Albon, con gomme fresche, avrebbe avuto la chance di giocarsi il podio se, all’uscita di curva 4, non fosse finito nella sabbia dopo un contatto con Hamilton. Il portacolori di casa Red Bull era infatti il primo tra i piloti che si erano fermati durante la seconda neutralizzazione. Una posizione favorevole che gli avrebbe permesso di contendersi quantomeno l’ultimo gradino del podio. Ricordiamo che, l’ex pilota della Toro Rosso, non è mai entrato nella Top3.

La nuova Safety Car, entrata per rimuovere l’auto del finlandese Kimi Raikkonen (Alfa Romeo), incidentata e senza una ruota nel rettilineo principale, ha concesso ad un altro pilota di approfittare dei pneumatici medium nuovi: Charles Leclerc. Il ferrarista ha azzeccato la strategia e nel finale si è reso protagonista di due sorpassi incredibili ai danni di Perez, poi sanzionato per un infrazione in regime di SC, e di Norris.

Mercedes ha potuto approfittare della propria superiorità prestazionale per gestire la corsa con una sola sosta, una scelta che obiettivamente solo la casa di Stoccarda avrebbe potuto portare avanti. Peccato non aver assistito alle strategie messe in atto dalla Red Bull per Max Verstappen, unico pilota della top10 ad essere scattato con le gomme medie. Un problema tecnico ha infatti tolto dai giochi il giovane olandese, secondo sulla griglia di partenza.

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Foto: Lapresse

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