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Maria Centracchio, judo: “Partecipo ad ogni gara per vincere. Con Gwend un bel rapporto, devo essere più consapevole”

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Maria Centracchio è stata una delle grandi rivelazioni dell’ultimo biennio per la Nazionale italiana di judo, che ha potuto così contare su un’altra interprete di primo piano oltre ad Edwige Gwend nella categoria -63 kg. La 25enne molisana, appartenente al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, è esplosa improvvisamente ad alti livelli nel World Tour a partire da novembre 2018 per poi scalare le classifiche mondiali grazie a diversi risultati importanti raccolti nel circuito maggiore. Medaglia di bronzo agli Europei di Minsk 2019, l’azzurra sarebbe virtualmente qualificata per quella che sarebbe la sua prima Olimpiade, ma dovrà ancora lottare fino in fondo per guadagnarsi il pass per Tokyo. La nativa di Castel di Sangro, classe 1994, ha concesso la seguente intervista ad OA Sport spaziando tra diversi temi legati a passato e futuro, passando per un’attualità rappresentata dagli allenamenti nella palestra dei genitori in Molise insieme al fratello minore Luigi, judoka emergente già argento l’anno scorso agli Europei Cadetti nei -73 kg.

Maria, innanzitutto dove ti trovi e come hai trascorso fino a questo momento questo lungo periodo di stop causato dall’emergenza sanitaria?

Sono a casa dei miei genitori a Isernia, in Molise, questo perché sono venuta qui proprio il giorno prima che chiudessero tutto, dato che normalmente abito a Ostia. Per fortuna i miei genitori hanno una palestra perciò, anche se era chiusa per ovvi motivi, ho continuato ad usarla autonomamente, quindi mi sono allenata per quello che potevo. Diciamo quindi che sono stata fortunata perché almeno non ho mai perso la forma a livello di preparazione e inoltre ho potuto fare un po’ di judo con mio fratello (Luigi, 17 anni, oro agli EYOF 2019 di Baku, ndr)”.

Il calendario internazionale è stato completamente stravolto e non è ancora chiaro quando sarà possibile ricominciare a disputare eventi del circuito maggiore. Come hai preso l’annuncio dello slittamento delle Olimpiadi al 2021?

All’inizio è stata una notizia un po’ difficile da digerire, ma in confronto alla situazione che sta colpendo tutto il mondo le Olimpiadi sono l’ultimo dei problemi. Siamo atleti, sappiamo come rimboccarci le maniche e come identificare di nuovo i nostri obiettivi. Alla fine è un anno in più, quindi un anno per migliorarsi e per arrivare ancora meglio all’obiettivo, ovviamente nel caso in cui dovessi raggiungerlo“.

A inizio stagione non sei riuscita a raccogliere dei risultati di rilievo uscendo sconfitta all’esordio in tutti e tre i tornei disputati. Cosa pensi sia andato storto a Tel Aviv, Parigi e Dusseldorf?

“Diciamo che era un periodo di forte carico e comunque dal Mondiale non abbiamo mai staccato. Poi ho avuto anche un’operazione due settimane prima del Masters, l’ultima gara del 2019, e comunque anche da lì non ho mai staccato, ero bella carica. Chiaramente ogni gara ha le sue circostanze, ogni incontro è una storia a sé, infatti anche se stai bene nel nostro sport basta un secondo per mandare tutto all’aria. Ovviamente prenderò quei momenti come spunto per migliorare“.

In questo momento saresti qualificata per Tokyo nella categoria 63 kg, ma fino ad un paio di anni fa facevi molta fatica a distinguerti nel World Tour. Ti aspettavi una crescita così improvvisa ed importante in termini di risultati?

“Il mio ingresso nel World Tour è stato un po’ travagliato, sia perché ho avuto un cambio di categoria sia perché ho avuto tanti infortuni che mi hanno portato lontana dal tatami o comunque sul tatami ad intermittenza. Diciamo comunque che me l’aspettavo, perché è quello che ho sempre rincorso e ho sempre fatto di tutto per arrivare a questo punto. Semplicemente ci è voluto un po’ di tempo“.

Sempre in ottica qualificazione a cinque cerchi, come vivi il ballottaggio interno con la tua compagna di squadra Edwige Gwend?

Edwige è un’atleta fantastica a mio avviso, è una persona che stimo molto e siamo anche molto amiche. Averla al mio fianco per me è un orgoglio ed uno stimolo a fare meglio. Abbiamo un bellissimo rapporto sia dentro che fuori dal tatami: la lotta non è tra di noi ma è con tutto il mondo, quindi per quello che riusciamo ci spalleggiamo, poi chi riuscirà andrà a Tokyo“.

Nel 2019 ti sei resa protagonista di un’ottima stagione in cui spiccano il trionfo al Grand Prix di Tel Aviv e la medaglia di bronzo conquistata agli Europei. Ci puoi raccontare meglio queste due imprese?

Tel Aviv è stata la prima gara dell’anno ed è stato il secondo Grand Prix a 63 kg, inoltre venivo già a fine 2018 dal mio primo podio in un Grand Prix (seconda a Tashkent, ndr). Diciamo che è stata un’apertura che mi ha dato tanta carica, nel senso che mi ha permesso anche di credere di più nelle mie possibilità e di farmi capire che avevo tutte le carte in regola per fare questo percorso. Per quanto riguarda gli Europei, è stato per me il primo Campionato Europeo Senior nei 63 kg, perciò è stato un po’ un banco di prova. L’ho affrontato veramente con tanto entusiasmo dopo aver fatto una preparazione impeccabile e questo poi si è visto sul tatami“.

L’anno scorso hai disputato anche il tuo primo Mondiale Senior a Tokyo, nella stessa arena che ospiterà le gare olimpiche, arrivando fino agli ottavi. Come giudichi la tua prima esperienza iridata?

Ti devo dire che sono stata molto contenta della mia performance al Mondiale. Ovviamente andavo lì per vincere una medaglia, non per uscire prima dei quarti, però comunque per i tre incontri che ho disputato sono rimasta contenta più che altro per il mio miglioramento, per il fatto di sapere che il lavoro che sto facendo sta portando a dei risultati. Ovviamente le cose si costruiscono piano piano, però intravedere dei miglioramenti è gratificante”.

Su quali aspetti credi di dover migliorare ulteriormente per raggiungere stabilmente il livello delle big della tua categoria?

Sicuramente mi serve un po’ più di consapevolezza delle mie capacità ed una gestione più attenta dell’incontro. Questo penso che mi possa aiutare molto a migliorare e ad avere dei risultati un po’ più importanti”.

Nella prossima campagna olimpica rimarrai nei 63 kg oppure stai valutando un eventuale cambio di categoria?

No, la mia categoria resterà quella dei 63 kg. Per fortuna non ho problemi di calo peso, sono sempre stabile su questo peso e mi alleno bene, quindi questa è veramente la mia categoria nonostante io sia una delle più basse a livello internazionale“.

A 25 anni hai ancora potenzialmente molti anni di carriera davanti a te: quali sono i tre obiettivi più significativi che vorresti raggiungere nel judo?

Sicuramente partecipare alle Olimpiadi e vincerle, che ovviamente è il sogno di tutti gli atleti. Poi mi piacerebbe veramente tanto conquistare una medaglia al Mondiale. Per il resto comunque tutte le gare si disputano per provare a vincerle”.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: IJF

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