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Sci Alpino

Sci alpino, ‘Slalom Parallelo’ Varettoni-Alfieri: “Vinatzer pronto per vincere. Vlhova potente, ma la Coppa è di Shiffrin. Velocisti maschi, credeteci…”

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La Coppa del Mondo di sci alpino è ripartita nel 2020 con il classico appuntamento di Zagabria, sulla collina di Sljeme, dove sono andati in scena due slalom, il primo femminile, il secondo maschile. Indicazioni molto interessanti quelle arrivate dalla Croazia, sia in ottica classifica generale, sia in casa Italia: da una parte, infatti, si conferma molto aperta la sfida per la sfera di cristallo tra gli uomini, dall’altro ecco una Petra Vlhova provare quanto meno a impensierire Shiffrin. E se Alex Vinatzer fa sognare l’Italia a 20 anni, qualcosa si muove tra i ‘rapid gates’ anche a livello femminile, dove però la superiorità del duo Shiffrin-Vlhova ha raggiunto livelli quasi imbarazzanti.

È giunto il momento della decima puntata della rubrica “Slalom parallelo”, sorta di botta e risposta tra Silvano Varettoni e Camilla Alfieri sulle stesse domande (ma senza conoscere l’uno le risposte dell’altra).

PARTIAMO PROPRIO DA ZAGABRIA: INTANTO, COSA NE PENSATE DELLO SLALOM FEMMINILE? E POI: PETRA VLHOVA HA ANCHE UNA SOLA CHANCE DI RIAPRIRE LA CORSA ALLA COPPA GENERALE, COME TRASPARE DALLE PAROLE DEL SUO ENTOURAGE?

Silvano Varettoni: “Per quanto concerne la sfera di cristallo assoluta, non cambio idea di mezza virgola: Shiffrin, Shiffrin e ancora Shiffrin. Ma per un motivo particolare: dovesse aver mai bisogno di punti (non accadrà), potrà affidarsi anche a discesa e superG, senza problemi. Vlhova in quelle discipline lì ancora non c’è. Per cui il problema non si pone nemmeno. Certo, Zagabria ci ha detto che in questo momento in slalom Petra vale Mikaela. Attenzione però, il distacco enorme tra le due in Croazia è dovuto principalmente all’errore grave commesso da Shiffrin nella prima manche; nella seconda di fatto le due si sono equivalse, con Vlhova leggermente davanti, di un decimo. Non è mai facile battere l’americana in una singola manche, per carità, per cui brava, ma la gara Petra l’ha vinta nella prima run. Su una pista così non è una sorpresa il fatto che la slovacca faccia la differenza, la sua sciato potente si adatta perfettamente a Zagabria e anche a Flachau, dove già un anno fa interruppe il filotto vincente di Shiffrin. Però bisognerebbe aprire un capitolo enorme sul livello dello slalom femminile, perché i distacchi accumulati dalla terza classificata in avanti sono oggettivamente imbarazzanti. Come è possibile che esista tale differenza tra le prime due e tutto il resto del mondo? Troppo forti Vlhova e Shiffrin o troppo deboli le altre? Propendo per la prima ipotesi, ma chi insegue deve farsi una domanda e poi lavorare e cercare di colmare il gap. E’ possibile restare quanto meno a 6-7 decimi, ne sono più che convinto. Anche il piazzamento di Peterlini è buono naturalmente, e ne parliamo più avanti, ma con quel distacco lì poi si fa quasi fatica a esultare… Urge riflettere”.

Camilla Alfieri: “Sul fatto che Petra possa dare veramente fastidio a Shiffrin per la generale ho sempre dei dubbi, ma per un motivo molto semplice: se l’altra vuole, cioè Mika, accelera a piacimento. In altre parole, se si mette a fare superG o discesa con buona costanza, totalizza un numero di punti che è poi impossibile da raggiungere per chiunque. E quindi in ogni caso non vedo chance per l’allieva di Magoni. Su Zagabria: la seconda manche è stata equilibrata, la differenza è arrivata nella prima con l’errore di Shiffrin e mi riferisco ovviamente al duello tra lei e Vlhova. Una bella vittoria per il morale di Petra e Mika si è… dovuta ricordare che da questo momento in poi dovrà lottare un po’ di più, per imporsi. Però l’aspetto interessante di questo dualismo è proprio il fatto che si alternano, o l’una (soprattutto), o l’altra, che ogni tanto riesce a imporsi e non è impresa da poco vista l’avversaria. Il problema vero è che resta una sfida a due, perché poi se guardiamo i distacchi accumulati su una pista non particolarmente difficile come quella croata e su una neve ghiacciata, c’è da restare un po’ basiti per il livello di tutte le altre. Avevamo appena detto tutt’altro, dopo Lienz:  bello slalom, emergono tutte. Buonanotte. Ecco subito tanti passi indietro. Onestamente, c’è da riflettere. Il gap tra Vlhova-Shiffrin e le altre è imbarazzante. Loro due fanno proprio un altro sport”.

KRISTOFFERSEN E PINTURAULT VIAGGIANO A CORRENTE ALTERNATA NELLE DISCIPLINE TECNICHE E FRANCAMENTE NON ERA PREVEDIBILE. GENNAIO SARA’ IL MESE DELLA VERITA’ PER LORO, CON 7 SLALOM? COMMENTO A ZAGABRIA?

Silvano Varettoni: “Devo ammetterlo, sono oggettivamente sorpreso in negativo dal loro rendimento non solo in slalom, ma proprio nelle discipline tecniche. E mi riferisco ovviamente alla costanza, non ai singoli acuti. Stanno facendo la guerra a chi và di meno e non me lo sarei mai aspettato. Anzi. Mi aspettavo una sfida in Coppa tirata tra loro due; non pensavo di vederli proprio sempre sul podio, tra slalom e gigante, quello no, perché esistono anche gli avversari e il livello tra i maschi è altissimo. Ma almeno costantemente nelle prime cinque posizioni, sì. E invece non è accaduto. Non sta accadendo. Il mese di gennaio ci chiarirà le idee in questo senso perché sono tante le gare previste tra slalom e gigante, ma attenzione perché per la classifica generale può veramente accadere l’imponderabile. Qua rischiano di rientrare in gioco tutti! Soprattutto se i nomi sulle discipline veloci resteranno sempre quelli, a contendersi le gare: Paris e Feuz in libera, con qualche inserimento di Kriechmayr; Paris, Kilde, Mayer in superG.  Certo, poi magari Pinturault va a Wengen e vince in slalom, possibile per le sue caratteristiche, così come Kristoffersen può imporsi a Campiglio. Ma serve continuità. L’ago della bilancia per me rimarrà nelle discipline tecniche e in primis nello slalom, dove possono vincere in 6-7, tra Kristoffersen, Pinturault, Yule, Noel, Myhrer Zenhaeusern, e perché no anche Vinatzer dopo il podio di Zagabria o lo stesso Gross che sul Canalone Miramonti può fare benissimo. In quella disciplina lì è durissima imporsi, non c’è uno che domina come Paris o Feuz in discesa. Sfida intrigante per la generale, davvero”.

Camilla Alfieri: “Questa sì che è l’incognita più grande: Kristoffersen o Pinturault? Nessuno a inizio stagione si sarebbe mai immaginato un’altalena di risultati così alta per Henrik e Alexis, oltretutto… costante nella sua stranezza e ripetitività. Sono incredibili: lo scorso anno, con Hirscher presente (per assurdo), non erano così, erano lì, al massimo dietro Marcel! E quindi a settembre abbiamo pensato tutti: “Ok, manca lui, ora saranno sempre davanti”. Invece no! Adesso che non c’è, fanno più fatica. Pazzesco. O forse no, è la testa, è il bello dello sport. La loro incostanza di risultati rende per forza di cose la sfida alla Coppa generale molto aperta e a questo punto non si può non dare almeno una chance ai velocisti, che sono pochi, ma tutti bravi. Un pensierino fossi in loro lo farei. Certo, arriva il mese dello slalom, sia chiaro, ma proprio in questa specialità vediamo una crescita di tanti atleti diversi. Noel c’è, Braathen senza l’errore sarebbe stato lì davanti a Zagabria, ecc. ecc.. Lo slalom maschile si dimostra spettacolare, con un livello altissimo e un sacco di gente che va forte. E tanti giovani bravi”.

PRIMO MINI BILANCIO: QUAL E’ LA SORPRESA FEMMINILE DELLA STAGIONE TRA HOLTMANN, GRITSCH E… LIENSBERGER (VISTE LE VICISITTUDINI ESTIVE) E PERCHE?

Silvano Varettoni: “Dico Holtmann e penso soprattutto allo scorso anno. Sì, qualche risultato qua e là l’aveva già fatto, ma è cambiata completamente la sciata e il rendimento resta di livello clamoroso in gigante e slalom, soprattutto per una che ‘nasce’ velocista e vinceva tanto in discesa e superG a livello giovanile. Tipico della scuola norvegese. Vedrete che prima o poi andrà forte anche in velocità. E’ sempre nelle dieci, ha obiettivamente sorpreso tutti. Liensberger aveva già dimostrato tanto, senza i noti problemi con i materiali sarebbe partita al top fin dalle prime gare; anche Gritsch è un prospetto interessante, perché si qualifica quasi sempre nelle discipline tecniche e pure lei ha un passato intrigante da velocista. Ma è più giovane di Holtmann, le serve ancora un po’ di tempo. Ribadisco, norvegese sorprendente e attenzione a lei nei prossimi anni, magari anche in ottica classifica generale”.

Camilla Alfieri:Holtmann per me rimane il top, ormai penso sia chiaro, l’ho detto molte volte. Liensberger non è una sorpresa, ha sempre avuto una crescita costante, anche lo scorso anno. La norvegese a mio modo di vedere resta un talento pazzesco, può essere che sia troppo schierata dalla sua parte, ma al momento la vedo così. Lei e le sue compagne riescono a sciare con una libertà di testa incredibile, a fronte magari di una mancanza di esperienza, che forse nel settore femminile tecnico ha un valore, anche se fino a un certo punto. Perché proprio Holtmann dimostra che se un’atleta è in possesso di tanto talento e notevole tecnica, poi arriva subito. In velocità invece ritengo che l’esperienza abbia ancora la sua importanza, pure nel settore femminile”.

ALEX VINATZER, CRESCIUTO IN UN LICEO AUSTRIACO (COME GHEDINA) SI E’ SPESSO ALLENATO CON TECNICI INDIVIDUALI (ANCHE ADESSO CON RAVETTO, OGNI TANTO, TRA UNA GARA E L’ALTRA). QUANTO PUO’ AVER INFLUITO SULLA SUA CRESCITA PERSONALE? VI HA SORPRESO IL PODIO A ZAGABRIA?

Silvano Varettoni: “I dettagli da te elencati possono averlo aiutato nella sua crescita, non discuto. Ma, credetemi, ne ho visti tantissimi di atleti che si allenavano con allenatori privati e non esattamente tutti sono venuti fuori come Vinatzer, anzi… Certo, avere un appoggio in più oltre la squadra, ti aiuta, soprattutto quando sei a casa. Lo stesso Innerhofer sa che può contare sempre su Plankensteiner a disposizione quando torna dalle sue parti, per esempio, e quello è un bel vantaggio. Ma poi l’atleta deve metterci tutto il resto e Alex ce lo sta mettendo da solo. Il feeling con l’allenatore conta, è utile. Non tanto secondo me, dal punto di vista tecnico, ma sotto altri aspetti, organizzativi in primis. Prendiamo Theloier: è tornato e in slalom stanno andando forte i ragazzi azzurri. Non credo perché esprima chissà quali concetti tecnici, o diversi dai suoi colleghi, ma perché sa cosa fare, è organizzato bene, probabilmente trova le parole giuste in partenza e guarda caso si sono risvegliati d’incanto tutti gli slalomisti. Ma perché hanno fiducia in Theloier. Manfred a momenti va sul podio alla sua età, a Zagabria: tanta roba; Maurberger sono anni che lì, ma il risultato l’ha fatto adesso. Vinatzer è esploso, Gross è uscito in Croazia dopo aver fatto un ottima parte iniziale. Solo Sala, secondo me, deve provare a rischiare di più, senza paura e poi vada come vada. Vinatzer tecnicamente è molto bene impostato, ha proprio una sciata giovane, come Noel: è molto fermo con la parte alta del busto, sempre in equilibrio, con pochissime inclinazioni laterali come quelle che ha per esempio Gross e che in qualche caso infatti lo penalizzano. E poi mentalmente è stato bravissimo a Zagabria: non si è accontentato per nulla dopo la prima manche. E’ andato a spingere ancora di più per ottenere il grande risultato. Ed è arrivato, non per caso…”.

Camilla Alfieri: “Questo è un altro capitolo che necessiterebbe ore di discussione. Vinatzer ha fatto un percorso pazzesco, molto personalizzato, quasi in leggero contrasto con la FISI in alcune situazioni, ma la possibilità non gli è stata comunque negata. E in ogni caso mi pare che tutto questo suo ‘vissuto’ abbia portato frutti e risultati. Non sono sorpresa dal podio ottenuto a Zagabria, ma certo va detto che ha fatto in fretta a entrare tra i primi tre in Coppa del Mondo. Bravo lui, ha una super tecnica, onestamente fa paura. Certo, quello di Zagabria è e resta un bello slalom, soprattutto per la lunghezza, ma non ha pendenze estreme. Ora vedremo cosa succederà già soltanto a Campiglio e in generale sugli slalom più tecnici, quelli che stanno per arrivare, Campiglio, Adelboden, Wengen, Kitzbuehel, Schladming“.

PETERLINI, DELLA MEA: QUALCOSA SI MUOVE  A LIVELLO FEMMINILE E COMUNQUE A ZAGABRIA SI SONO RIVISTE 7 ATLETE ITALIANE IN PARTENZA IN UNO SLALOM DONNE, DOPO 12 ANNI. SIAMO SULLA STRADA BUONA E SE SI’, PERCHE’?

Silvano Varettoni: “Siamo sulla buona strada, a patto che arrivino conferme immediate, soprattutto da parte di Martina Peterlini, e a patto di portare almeno un altro paio di atlete a qualificarsi tra le prime 30. Con il livello che c’è in questo momento tra le ragazze, in slalom, è un impresa più che possibile. Quasi dovuta. Quindi, per ora non è il caso di esultare troppo, non sono stati risolti i problemi dello slalom italiano femminile, assolutamente. Aspettiamo conferme. Bisogna allenarsi al massimo, avere fiducia e poi coraggio in gara.  Una volta che ti qualifichi, devi tirare, esattamente come ha fatto Peterlini a Zagabria, che non è scesa per andare a punti, ma per guadagnare parecchie posizioni. Questo è l’atteggiamento che fa la differenza. Ribadisco quando detto all’inizio. Il suo è un 14esimo posto che vale, certo, ma in una gara con distacchi enormi: siamo a 5″60 dalla prima classificata! L’obiettivo è portare quattro atlete nella seconda manche, poi a seconda della presenza o meno di Brignone in gara può essere più facile o più difficile. Lara Della Mea adesso sta entrando sempre nelle 30, ma ha fatto un passo indietro rispetto allo scorso anno. Forse troppe aspettative, magari anche mille pensieri in partenza o nella testa: è giovane, forte, si lasci andare senza pensare troppo. Ogni gara fa storia a sé, deve partire e sciare senza calcoli”.

Camilla Alfieri: “Siamo sulla strada buona, sì. Pian pianino si lavora cercando anche di trasmettere calma e fiducia. Serve pazienza, ribadisco. Non si può nemmeno pretendere che da un contesto in cui di fatto non è esistito un percorso o un programma serio, perché tutto è stato cambiato più volte, ecco in questo contesto, ribadisco, non si può nemmeno pretendere poi che dal nulla si crei qualcosa. Già questi mi sembrano risultati importanti. Chiaro che secondo me bisogna continuare a lavorare a testa bassa, senza sentirsi minimamente arrivato perché le altre giovani straniere, dopo un buon quindicesimo posto, alla gara successiva sono già quarta o quinta. Per capirci… C’è da allenarsi tanto, le altre hanno ancora una marcia in più a mio modo di vedere. Però restiamo fiduciosi”.

LE PUNTATE PRECEDENTI

Prima puntata: il pre-Coppa del Mondo

Seconda puntata: l’analisi post-Soelden

Terza puntata: l’avvicinamento a Levi

Quarta puntata: il commento ai primi slalom stagionali

Quinta puntata: le prime gare in America

Sesta puntata: il bilancio dopo la trasferta nordamericana

Settima puntata: la concorrenza interna che aiuta l’Italia

Ottava puntata: la capacità di adattamento alle bizze del meteo

Nona puntata: le ultime gare dell’anno solare 2019

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: LaPresse & Silvano Varettoni

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