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‘Sognando l’Olimpo’: Rachele Bruni e l’argento di Rio da trasformare in oro a Tokyo

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La prima parola che viene in mente quando si sente parlare di Rachele Bruni è efficienza. Lei è sempre pronta quando la posta in palio è altissima. Quando si deve alzare l’asticella, lei non si tira mai indietro. La sua affidabilità è del cento per cento nelle gare che davvero contano. Traspare dalle sue parole, in ogni dichiarazione: la sua fame di risultati non svanisce mai, anzi aumenta con il passare degli anni. Questa è, in sintesi, la vicecampionessa olimpica di Rio 2016.

Nata a Firenze il 4 novembre del 1990, la nuotatrice di fondo azzurra (appartenente all’Esercito e tesserata per l’Aurelia Nuoto) è alta 1.70 m per un peso forma di 57 kg. Attualmente allenata dal tecnico federale Fabrizio Antonelli, gli inizi agonistici della fiorentina si dividono tra nuoto in corsia e di fondo. Infatti ha vinto in carriera ben cinque titoli italiani nelle gare più lunghe dello stile libero in vasca, prima di dedicarsi a tutti gli effetti alle onde lunghe del mare.

Il primo alloro nel fondo arriva nel 2007, con il bronzo nei 5 km agli Europei junior di Milano. Nel 2009 passa alla categoria senior e partecipa subito nei Campionati del Mondo di Roma, dove arriva decima nella 5 km. Nel 2010 si esalta nella cronometro a squadre degli Europei di Budapest, dove vince l’argento assieme ad Ercoli e Ruffini. Il 2011 è caratterizzato dal doppio legno ai Mondiali di Shanghai (5 km individuali e gara a squadre con Ferretti e Bolzonello), ma soprattutto dall’oro nella 10 km alle Universiadi di Shenzhen e l’argento agli Europei di Eilat sulla medesima distanza.

Nonostante abbia mancato la qualificazione alle Olimpiadi di Londra (dove Martina Grimaldi conquistò il bronzo a Cinque Cerchi), anche il 2012 è un anno positivo per l’azzurra: doppio oro agli Europei nella 5 km e nella gara a squadre con Ercoli e Ferretti. Dopo due anni sportivi da dimenticare (2013 e 2014), la toscana ritrova se stessa nel 2015 e grazie al quarto posto nella 10 km ai Mondiali di Kazan, conquista il diritto a partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016 e diventa anche la prima nuotatrice di fondo azzurra a vincere la World Cup FINA 10 km marathon, impresa ripetuta anche nel 2016. Alle Olimpiadi di Rio 2016 arriva poi il fenomenale argento che tutti già conosciamo.

Dopo aver vinto diverse medaglie nei primi anni del nuovo quadriennio olimpico, in questo 2019 la fiorentina vince nuovamente la World Cup (ora World Series FINA), per la terza volta in carriera, ma, soprattutto, nella 10 km iridata all’Expo Ocean Park di Yeosu ottiene uno straordinario bronzo allo sprint ed il pass (nominale) per Tokyo 2020, oltre all’argento nella 5 km a squadre. La prima medaglia iridata individuale della carriera, inseguita da tanto tempo, le darà la carica per l’obiettivo dichiarato: l’oro olimpico.

I punti di forza di Bruni sono la freddezza, la lucidità, oltre al prediligere le condizioni di mare mosso, con acque fredde e correnti forti. Una macchina da guerra, come la definisce il CT Giuliani, pronta a scalare l’Olimpo. Le avversarie non mancheranno: dall’olimpionica van Rouwendaal, all’iridata cinese Xin Xin, alla francese Grangeon, alla statunitense Anderson ed alla brasiliana Cunha. Tutte però dovranno fare i conti con Rachele Bruni.

Possibilità di podio a Tokyo 2020 (da 1 a 5 stelle): ****

Maurizio Contino

NELLE PUNTATE PRECEDENTI…

Prima puntata: Marco Lodadio
Seconda puntata: Simona Quadarella
Terza puntata: Gianmarco Tamberi
Quarta puntata: Stefanie Horn
Quinta puntata: Gerhard Kerschbaumer
Sesta puntata: Diana Bacosi
Settima puntata: Luca Curatoli

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Foto: LaPresse

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