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Rugby, Mondiali 2019: le stelle della manifestazione. Sergio Parisse vorrà farsi valere

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Domani, venerdì 20 settembre, scatta la Coppa del Mondo di rugby in Giappone. 20 squadre, 620 giocatori, l’obiettivo di conquistare il titolo. E in Giappone saranno tantissimi i campioni che scenderanno in campo, nomi che stanno scrivendo – o hanno già scritto – la storia di questo sport. Ma tra i tanti fenomeni pronti a darsi battaglia per 80 minuti ci sono le stelle che spiccano più luminose. Ecco, dunque, i nomi da segnarsi di chi vorrà mettere la sua firma sulla Rugby World Cup.

Quando si parla di una squadra come quella degli All Blacks è difficile pescare un nome che possa brillare più degli altri. Ma quest’anno il giocatore più atteso in Nuova Zelanda è sicuramente Beauden Barrett, talento puro che può giocare sia all’apertura sia a estremo. Giocatore dell’anno di World Rugby nel 2016 e nel 2017, Barrett fa girare la squadra in maniera perfetta. Se gli All Blacks sono quasi imbattibili, quando lui è in forma quel “quasi” viene eliminato. Il 28enne nativo di New Plymouth detiene anche un record particolare: dal suo esordio vinse le prime 19 partite che ha giocato con la Nuova Zelanda.

Restando a parlare di registi, non si può non parlare dell’irlandese Jonathan Sexton. Giocatore esperto, ha 34 anni, il numero 10 dell’Irlanda è uno dei giocatori più forti dell’ultimo decennio a livello mondiale. Sexton, però, arriva da una lunga serie di infortuni e si dovrà vedere se sarà in grado di reggere un Mondiale che obbliga a scendere in campo dopo pochi giorni. Se, però, lui e Conor Murray ritroveranno la forma ideale, allora la mediana irlandese potrà fare la differenza in campo.

Non è forse un nome che dice molto a chi mastica poco di rugby, non è una di quelle stelle famose a livello globale, ma il Sudafrica punterà forte sul’ala/estremo Cheslin Kolbe. 25 anni, ha debuttato con gli Springboks solo l’anno scorso, ma in 10 presenze ha già messo a segno 5 mete. Non solo, perché dovesse arrivare a salire sul podio in Giappone Kolbe potrebbe diventare il primo rugbista a conquistare una medaglia sia in un Mondiale sia alle Olimpiadi, avendo fatto parte della squadra sudafricana di rugby 7s che ha chiuso al terzo posto a Rio de Janeiro nel 2016.

Mettersi in mostra e brillare è molto più facile quando si gioca nella linea dei trequarti o in mediana, mentre il lavoro in mischia è spesso più oscuro, meno appariscente. Ma di sicuro non meno importante. Ne sa qualcosa il numero 8 dell’Inghilterra Billy Vunipola, di origine tongana e che ha debuttato con i britannici nel 2013. Grande placcatore, devastante portatore di palla, durante la gestione di Eddie Jones Vunipola ha dimostrato più volte di essere fondamentale. E anche in Giappone sarà chiamato a fare la differenza.

Non è ancora una stella, ma la strada sembra segnata. Il mediano d’apertura della Francia Romain Ntamack ha esordito con i Bleus solo nello scorso 6 Nazioni, ma in 8 presenze in nazionale ha già convinto 5 volte Jacques Brunel a dargli la maglia da titolare. E in una Francia che negli ultimi anni ha faticato a trovare una mediana su cui puntare con continuità questa è una conquista non indifferente. Il ct transalpino ha deciso di scommettere su un ragazzo di soli 20 anni e in Giappone Ntamack avrà l’occasione di dimostrare di essere una scommessa vincente.

In Giappone ci sarà anche un giocatore la cui storia non può passare inosservata. Christian Lealiifano, centro e apertura dell’Australia, tre anni fa mai avrebbe immaginato di essere protagonista in un Mondiale di rugby. Nell’agosto del 2016, infatti, al giocatore venne diagnosticata la leucemia e la sfida che Lealiifano doveva vincere non era su un campo da rugby. Tornato a vestire la maglia dei Wallabies solo quest’anno, il campione cresciuto nei Brumbies ha subito conquistato la fiducia di Michael Cheika e in Giappone promette di essere protagonista.

Tornando in Europa, una delle favorite per la vittoria finale è sicuramente il Galles. Campione in carica del 6 Nazioni, i britannici hanno in Leigh Halfpenny una delle stelle più splendenti. Estremo di grande talento, oltre alle qualità palla in mano, Halfpenny si mette in mostra per la sua micidiale capacità dalla piazzola. Le sue percentuali al piede sono incredibili, trova i pali anche dalla lunga distanza e questa è un’arma fondamentale per il Galles, perché ovviamente obbliga gli avversari a fare meno falli possibili per non dare al numero 15 gallese la chance di segnare punti che spesso sono stati decisivi.

L’ultima stella che splenderà nel cielo giapponese non può non essere quella di Sergio Parisse. Il capitano dell’Italia forse non è più il giocatore devastante di un paio di anni fa, ma resta il leader indiscusso in campo per gli azzurri. Quello giapponese sarà per Parisse il quinto mondiale, rendendolo il terzo giocatore di sempre a riuscire in questa impresa dopo il figiano Brian Lima e l’ex compagno di squadra Mauro Bergamasco. Recordman di presenze con l’Italia, recordman di presenze nel 6 Nazioni, Parisse proverà a guidare l’Italia a un’impresa incredibile, conquistare per la prima volta i quarti di finale iridati.

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Foto: Ettore Griffoni LPS

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