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Ciclismo

Giro d’Italia 2019: Vincenzo Nibali, non è finita! Carapaz e Movistar fanno paura, serve un’invenzione

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Vincenzo Nibali sta provando in tutti i modi a vincere il Giro d’Italia 2019. “Punteremo sulla regolarità, sperando che gli altri calino“, aveva affermato nei giorni scorsi Paolo Slongo, preparatore atletico del 34enne messinese. La battaglia di logoramento ha prodotto la prima vittima: Primoz Roglic. Lo sloveno, come si era già intuito lo scorso fine settimana, sta vivendo una evidente flessione ed in salita non riesce a tenere il passo dei migliori. Il distacco di 22″ dallo Squalo e di 2’09” dalla Maglia Rosa Richard Carapaz lo vede ancora virtualmente in corsa per il trionfo finale, tuttavia la missione ci sembra utopistica proprio per le difficoltà palesate in montagna dall’ex-saltatore con gli sci.

Il vero problema per Nibali è proprio Carapaz. L’ecuadoriano si è ritrovato in vetta quasi per caso, guadagnando tre minuti grazie al tatticismo esasperato e controproducente messo in atto da Nibali e Roglic nelle prime frazioni alpine. Una condotta di gara che si è ritorta contro ad entrambi, oltretutto rimettendo in gioco un Mikel Landa tutt’altro che fuori dai giochi.

Oggi lo Squalo ha tentato un affondo secco sul Mortirolo. Attacco che ha mandato in crisi Roglic ed ha consentito al siciliano di guadagnare un vantaggio massimo di poco più di 20 secondi sulla Maglia Rosa. Carapaz non è sembrato nella sua miglior giornata, eppure non ha perso nulla grazie alla miglior squadra di questo Giro d’Italia, la Movistar. Carretero e soprattutto un fenomenale Landa hanno dettato il passo in salita, consentendo al sud-americano di limitare egregiamente i danni dall’italiano. Carapaz ha poi trovato un prezioso alleato nel colombiano Miguel Angel Lopez, il quale ha consentito agli inseguitori di riprendere il capitano della Bahrein-Merida con un’accelerazione nei pressi del GPM. Un peccato, perché se Nibali fosse scollinato anche solo con 15 secondi di vantaggio, l’esito della frazione sarebbe potuto essere completamente differente.

La sensazione è che si profili un secondo posto a Verona per il fuoriclasse del Bel Paese. Il distacco di 1’47” dalla vetta appare decisamente importante: per provare a giocarsela nella cronometro conclusiva, dovrà cercare di guadagnare circa 1’30” da qui a sabato. Peccato che il percorso non offra chissà quali grandi occasioni. Domani l’arrivo in salita non irresistibile di Anterselva, 5,5 km al 7% di pendenza media, giovedì una frazione per velocisti, venerdì la non esaltante ascesa di San Martino di Castrozza (13,6 km al 5,6%…). Difficile, quasi impossibile pensare di fare selezione su terreni di questo genere. Forse si poteva pensare ad un percorso differente per una terza settimana di un Giro d’Italia…

Ecco che l’ultima speranza poggia sul tappone dolomitico di sabato, anche se la salita più dura, il Passo Manghen, sarà posta a 116 km dall’arrivo. A seguire Rolle, Croce d’Aune e Monte Avena. Qui Vincenzo Nibali potrebbe anche pensare ad un attacco da lontano, comunque di difficile realizzazione se pensiamo alla disarmante solidità mostrata dalla Movistar.

A cinque giorni dal termine del Giro d’Italia 2019, la situazione appare dunque ben delineata, con Carapaz ora nettamente favorito per il successo finale, Nibali probabilmente secondo e Roglic-Landa in lizza per il terzo gradino del podio. Attenzione però a pensare che sia tutto scritto. Lo Squalo, nel corso della sua carriera, ha già dimostrato di possedere estro ed inventiva per ribaltare improvvisamente pronostici a senso unico. Nella situazione attuale occorrerà però un vero colpo di genio.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    28 Maggio 2019 at 19:00

    Mah è stato un errore madornale lasciare tutto quello spazio a Carapaz. Roglic ha corso male questa settimana commettendo molti errori. Nibali dall’alto della sua esperienza non doveva compiere lo stesso errore. Poi non si può sapere quanto sia stato un errore e quanto mancassero le gambe. Su Roglic un indizio ce l’abbiamo su Nibali resta il dubbio. Salite per fare la differenza? A volte si sottovalutano altri tratti Carapaz a meno di crisi è attaccabile più facilmente in discesa o pianura ma bisogna orchestrare bene la tattica. Bisogna insistere a fare corsa dura sperando che Carapaz abbia un giorno di cedimento. Al momento sembrano esserci poche speranze ma non si sa mai. Roglic ora potrebbe diventare un alleato perchè 2 minuti nell’ultima cronometro non li recupera neanche in sogno.

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