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Coppa Davis 2019: India-Italia, un’erba per ripartire. Seppi può portare due punti, Berrettini all’esordio in campo

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Comincia febbraio, comincia la nuova Coppa Davis, comincia l’avventura dell’Italia. Gli azzurri, con Corrado Barazzutti nelle vesti di capitano non giocatore, ripartono dall’India, e precisamente da Calcutta, sull’erba da sempre indigesta ai nostri portacolori, ma che, paradossalmente, è gradita da qualcuno dei nostri giocatori da 15 anni.

Parliamo di Andreas Seppi: l’altoatesino è da sempre una nostra punta quando si tratta di erba, tant’è vero che su questa superficie ha vinto il primo titolo della carriera. Contro Ramkumar Ramanathan non ha precedenti, così come contro Prajnesh Gunneswaran. Il primo singolare lo vede certamente favorito, mentre nell’eventuale suo secondo dovrà fare attenzione, in quanto Gunneswaran è un nome sì avanti con gli anni (ne ha compiuti 29 due mesi fa), ma è anche nuovo, essendo riuscito a far quadrare i conti del suo tennis nel 2018 con una brillante scalata dal numero 243 alle vicinanze dei primi cento.

Matteo Berrettini dovrà vedersela proprio contro Gunneswaran nel secondo singolare del venerdì, e sarà dall’esordio assoluto in Davis del romano che si comprenderà la direzione che può prendere la sfida. Berrettini è giocatore da terreni veloci, e anche sull’erba, nel 2018, ha dimostrato di sapersi barcamenare con un discreto agio (basti vedere la rimonta di Wimbledon contro Jack Sock o le qualificazioni superate a Eastbourne). Tuttavia, dovesse uscire sconfitto contro l’indiano, la strada azzurra si complicherebbe.

Questo perché l’India ha un doppio più forte di quello dell’Italia. Rohan Bopanna, per anni all’ombra di Leander Paes e Mahesh Bhupathi, adesso un posto da titolare ce l’ha, assieme all’emergente Divij Sharan: in due sono in grado di formare una coppia ben assortita, mentre l’Italia può affiancare a Simone Bolelli uno tra Seppi, Berrettini, Marco Cecchinato e Thomas Fabbiano. Le combinazioni possono variare per la loro forza, ma probabilmente nessuna riesce a raggiungere il livello di Bopanna/Sharan: diverso sarebbe stato il discorso con la presenza di Fabio Fognini, che assieme a Bolelli uno Slam l’ha vinto.

Un’ulteriore variabile è quella dell’accorciamento delle partite: è inevitabile che, col passaggio ai due set su tre invece dei tre su cinque, tanti discorsi cambieranno, soprattutto perché il distinguo legato all’abitudine a giocare sulla lunga distanza viene meno. Tuttavia, questo è un tipo di discorso particolarmente doloroso per la Coppa Davis, che faceva leva proprio sui tre set su cinque (format a parte) per mantenere quell’unicità che l’ha da sempre contraddistinta.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Bukharev Oleg / Shutterstock

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