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Australian Open 2019: Serena Williams dimostra ancora la propria forza, Zverev rimandato. Il caso del punto contestato in Carreno Busta-Nishikori

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Si è conclusa un’intensissima giornata a Melbourne: gli Australian Open hanno emesso diversi interessanti verdetti sia tra gli uomini che tra le donne, con i due tabelloni che sono ora allineati ai quarti di finale.

Il match più atteso era quello tra Simona Halep e Serena Williams, la numero uno ufficiale e quella riconosciuta come tale da molti a prescindere dal ranking. Ai quarti ci va Serena, per aver saputo tirar fuori dal serbatoio le energie che la rendono in grado di diventare, a tratti, imbattibile per chiunque ancora all’età di 37 anni, nonostante un’ottima partita della rumena. Giocherà da favorita contro Karolina Pliskova, anche se la ceca fa parte di quella cerchia di giocatrici in grado non solo di tenerle degnamente testa, ma anche di superarla quando possibile: inoltre sta trovando la forma con il passare dei giorni, come risulta chiaro dal modo, netto, in cui ha eliminato Garbine Muguruza.

Il quarto più interessante della parte alta, però, è l’altro: Naomi Osaka contro Elina Svitolina, numero 4 contro numero 6 del seeding. Entrambe sono riuscite a venir fuori da match complicati: la giapponese è sopravvissuta a un’ottima Anastasija Sevastova (Lettonia), mentre l’ucraina ha saputo disinnescare in tempo utile Madison Keys proprio quando l’americana sembrava lanciata verso alti traguardi. Tabellone alla mano, è la sfida di più alta classifica tra le quattro che assegneranno posti in semifinale.

Per quel che riguarda il tabellone maschile, invece, dopo l’uscita di scena di Roger Federer un’altra testa di serie pesante se ne va nel rumore di una racchetta spaccata con violenza: Milos Raonic rimette le speranze di vedere Alexander Zverev in fondo ad uno Slam nel cassetto. Il canadese, molto semplicemente, è sceso in campo nei primi due set, cosa che il tedesco non ha fatto, e buona parte delle cose da dire si riduce a questo punto. Poteva esserci la sfida della nuova generazione, tra Zverev e Borna Coric, e invece ci sarà quella tra due che di esperienza ne hanno già abbastanza alle spalle, cioè Raonic e Lucas Pouille, con il francese capace di eliminare con merito il numero due di Croazia.

Oltre che dall’eliminazione di Zverev e dal set che il russo Daniil Medvedev riesce a strappare a Novak Djokovic, la giornata è inevitabilmente segnata dal caso del punto contestato nel tie-break a 10 punti del quinto set tra Pablo Carreno Busta e Kei Nishikori. I fatti: 8-5 per lo spagnolo, servizio per il giapponese, punto di cinque colpi, il quarto è un dritto dell’iberico che finisce prima sul nastro e poi sulla riga; Nishikori ci si avventa e chiude il punto, ma un attimo dopo che il nipponico colpisce la palla il giudice di linea chiama quella palla out. Il giudice di sedia, l’australiano Tom Sweeney, accoglie la richiesta di challenge da parte di Carreno Busta, ma gli dice che in qualunque caso il punto andrà a Nishikori perché, proprio a causa della chiamata ritardata, non c’è stato un disturbo prima che il giapponese colpisse la palla o che lo spagnolo si muovesse da ben altra parte del campo, in cui mai avrebbe potuto recuperare. Tuttavia, è comprensibile che la lucidità, dopo cinque ore, venga meno un po’ per tutti, ragion per cui l’iberico ha urlato non poco contro il giudice di sedia. Nishikori ora sfiderà Djokovic, ma nessuno sa bene con quali forze in corpo.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Leonard Zhukovsky / Shutterstock

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