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Scacchi, Mondiale 2018: Carlsen-Caruana, quella parità che sembra impossibile scalfire: le torri e uno spettro

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5-5. Anche due anni fa, dopo dieci partite, il risultato del match mondiale tra Magnus Carlsen e il russo Sergey Karjakin era questo: tuttavia, la situazione era ben diversa, con lo sfidante vincitore dell’ottavo incontro e il Campione del Mondo in carica del decimo. Questa volta, il norvegese e Fabiano Caruana non sono riusciti ancora a portar via all’altro un punto intero.

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Non è facile prevedere, a questo punto, cosa succederà negli ultimi (forse) due giorni di gara: battaglia totale? Partite blande in attesa degli spareggi rapid? Per il momento, il raffronto col 2016 suggerisce che, ci si trovasse sul 5,5-5,5 dopo l’undicesima partita di domani, la dodicesima potrebbe non essere lo spettacolo indecoroso cui si è assistito nell’ultimo match iridato, con i due protagonisti intenti a scambiare qualsiasi cosa sulla scacchiera e firmare la patta in mezz’ora solo per ritrovarsi due giorni dopo agli spareggi. L’insoddisfazione, anche tra il pubblico presente, fu tale che venne reso quel biglietto valido anche per l’ultima e decisiva giornata. In verità, un giocatore che forse gli spareggi rapid (25’+10″) e ancor più quelli blitz (5’+3″) vorrebbe evitarli è proprio Caruana, se non altro per due valide ragioni: nel ranking di novembre stilato dalla FIDE per le cadenze di gioco veloci (non per forza quella degli spareggi iridati) l’italoamericano è decimo a quasi 100 punti ELO da Carlsen, mentre è diciottesimo in quello blitz, dove il norvegese fa segnare un irreale punteggio di 2939. Eppure c’è stato un breve periodo, nel 2014, in cui il nativo di Miami (che, all’epoca, ancora giocava per l’Italia) è risultato il migliore sul pianeta nel gioco veloce.

Per quanto riguarda la decima partita, in cui si è giocato un altro Sistema Sveshnikov della Difesa Siciliana, sono tre i punti di interesse, o comunque importanti, da mettere in evidenza.

Ph. Federico Rossini

Questa posizione si è verificata dopo 12. b4. Si tratta di una interessante novità teorica escogitata da Caruana, che risponde una volta di più al grande tema portante dello Sveshnikov: l’attacco di ciascun giocatore sui due lati. Carlsen, qui, ha deciso di rispondere con la spinta di pedone in a6, che ha rispedito indietro il cavallo bianco. In sostanza, il norvegese ha trovato un’adeguata contromisura, cosa che non sempre è scontata quando si affrontano situazioni nuove in apertura.

 

Ph. Federico Rossini

Qui, invece, Caruana ha appena giocato 21. Rh1, per mettere più al sicuro il proprio re (una mossa che, alcune volte, si può però trasformare in un harakiri, e in questo senso di casi ne esistono). Carlsen ha giocato l’ottima 21… b5, che serve a creare un po’ d’azione anche sul lato di donna. La partita è proseguita così: 22. Cb6 Cxb6 23. Axb6 Dg5. Quest’ultima mossa di Carlsen è quantomeno dubbia, per lentezza, ma Caruana non approfitta della possibilità di guadagnare un pedone e decide invece di rispondere su un piano simile a quello del suo avversario giocando 24. g3.

Ph. Federico Rossini

Pervenendo a un finale di torri e pedoni, Carlsen ha qui giocato 44… Rd4, una mossa che espone il re a qualche rischio. C’è chi ritiene che la replica di Caruana 45. Tb5, che mira a ottenere l’importante pedone d, non fosse nei pensieri del Campione del Mondo, che però non ha quel titolo per caso: 45… Td6 e buona parte dei problemi risolti. Alla fine il Bianco il pedone di vantaggio l’ha ottenuto comunque, ma non era sufficiente a forzare la vittoria.





federico.rossini@oasport.it

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Credits: Berke / Shutterstock

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