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eSports: uno scenario virtuale in continua espansione. L’Italia deve colmare il gap

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Parlare di eSport come di semplici videogiochi non rispecchia la realtà delle cose. Ciò che questo gigantesco fenomeno legato al darsi ludico virtuale va ben al di là di quello che si potrebbe immaginare. La diffusione del progetto eSports infatti va a rappresentare un nuovo modello di comunicazione nel quale gli utenti riescono ad interagire sfruttando i social, lo streaming e le app. Un mercato enorme che mette sul piatto non solo abilità di gioco ma anche la promozione del brand.

Una competizione a livello planetario nella quale l’Italia ancora fatica ad inserirsi. Al di là delle normative relative all’espansione del mercato, la massima serie nostrana di calcio appare decisamente distante da quanto accade in Francia, Spagna e Germania, dove gli “eSports Championship” spopolano e sono all’avanguardia. Il Bel Paese deve ancora trovare un proprio assetto, basato sull’organizzazione, prima di poter spiccare il volo. Vero è che delle eccezioni ci sono: il primo club a cimentarsi nel mondo eSports è stata la Sampdoria (con il top-player Mattia Guarracino), seguita dalla Roma (targata Nicolò Mirra) in partnership con Fnatic, il Genoa con il noto IDomina eSports e il Cagliari calcio in collaborazione con gli eSports griffati Inferno. E’chiaro ciò non può bastare ed è necessario cambiare la rotta.

Fonte: Daniele Bertocci

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Foto: Patrik Slezak / Shutterstock.com

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