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eSports

eSports alle Olimpiadi: tra realtà, utopia e differenti filoni di pensiero

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Gli eSports alle Olimpiadi. Un sogno che potrebbe presto trasformarsi in realtà. Sì, perché il pianeta eSports continua a mostrare numeri davvero mostruosi, facendo registrare trend e performance destinati a crescere giorno dopo giorno, anche in termini di sponsor pubblicitari. Dopo l’inclusione ai Giochi Asiatici del 2018, il fenomeno eSports si pone la mission di partecipare, da ‘convincente’ matricola, alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il livello di competizione che si è raggiunto al giorno d’oggi non lascia indifferenti gli addetti lavori che stanno riflettendo attentamente e in maniera concreta sulla situazione degli eSports, cercando di assumere una posizione definitiva per spingere finalmente il fenomeno verso il riconoscimento ufficiale da parte del Comitato Olimpico.

Nell’attesa di scoprire i prossimi step e le sorti di un movimento in continua espansione, numerosi player internazionali hanno preso parte – in occasione dell’evento Giochi Asiatici 2018 tenutosi in Indonesia tra fine agosto e inizio settembre – alle competizioni per le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.

Sicuramente questo fatto, ovvero la partecipazione degli eSports ai Giochi Asiatici, rappresentano un primo grande passo verso il riconoscimento della disciplina a livello olimpico, nonostante esista ancora una consistente fetta di pubblico che esprime il suo mal consenso a tal proposito.

Barzelletta – come qualcuno l’ha ribattezzata – o stupidaggine? La sostanza non cambia. Secondo le parole del Presidente del Coni Malagò gli eSports alle Olimpiadi rappresentano una sorta di stupidaggine. Eppure da quanto il Cio ha sostenuto più volte, dato l’elevato volume di affare, il capitolo eSports potrebbe essere considerato una competizione sportiva a tutti gli effetti, paragonabile a un evento olimpico. Le parole di Malagò hanno costruito due filoni e visioni diversi tra loro: c’è chi sostiene che gli eSports debbano andare, senza sé e senza ma, alle Olimpiadi e c’è chi invece sostiene il contrario. A dire il vero, occorre ribadirlo, quest’ultimo filone di pensiero sembra, in linea complessiva, il meno condiviso dal popolo, ovvero che gli eSports alle Olimpiadi rappresenterebbero un’assurdità.

Ricordiamo nel contempo che Gec oggi è sinonimo di ente assai importante del mondo eSport, riconosciuto dal Coni. Da un lato va anche affermato che a Malagò deve essere data ragione in un certo senso: occorre regolare il pianeta eSports con normative chiare e ben specifiche. Tralasciando il discorso dell’antidoping, i videogame sono formulati da aziende private e il tutto deve essere messo a norma di legge se vogliamo farlo sfociare in vere e proprie Olimpiadi, come un campionato mondiale di calcio o di volley. Da qui in avanti molte cose potrebbero cambiare e i filoni di pensiero potrebbero, chissà, avvicinarsi. Ce lo auguriamo. Ad oggi di certo le logiche e le linee filosofiche restano distanti tra loro, e sarà difficile trovare un punto comune che soddisfi tutti.

Le Olimpiadi vengono considerate un fatto concreto, un dato di fatto. Forse ancora i videogame, pur interpretati come tornei competitivi, hanno un profumo troppo forte di fantasia, di qualcosa di virtuale che non può concretizzarsi. Eppure molti, moltissimi sponsor continuano ad avvicinarsi a questo mondo eSports e anche numerose squadre di calcio in tutto il mondo cominciano ad investire su fenomenali pro-player… Realtà o scetticismo, la battaglia degli eSports continua senza pietà.

Di Daniele Bartocci

 





 

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Foto: LInk Drop / Shutterstock.com

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