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Ciclismo

Il Tour de France ha perso la faccia: organizzazione sconcertante e corsa falsata

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Il Tour de France, da decenni, viene considerato l’appuntamento più importante dell’anno per il mondo del ciclismo. Merito di un giro d’affari notevolissimo, con un montepremi che consegna al vincitore una somma doppia rispetto a quella del Giro d’Italia (clicca qui per saperne di più).

Può dunque accadere che, in una tappa come quella dell’Alpe d’Huez, uno dei candidati alla vittoria finale venga letteralmente steso per colpa di una moto della Gendermeria che lo stringe e della tracolla di uno spettatore che si sporge per scattare una foto? Può accadere che i tifosi continuino a toccare e spingere i corridori, disturbandoli palesemente nel loro incedere? La risposta è “no”. Eppure è successo…

La frazione odierna ha evidenziato una carenza di organizzazione sconcertante. Un episodio inaccettabile ha portato alla caduta dello sfortunatissimo Vincenzo Nibali, che in quel frangente stava rispondendo all’attacco di Chris Froome. Anche se lo Squalo, con una prestazione magistrale ed indimenticabile, è riuscito con i denti a limitare i danni, la corsa appare ormai inevitabilmente falsata. Come sarebbe andata a finire senza la caduta? Forse lo Squalo avrebbe staccato tutti e vinto la tappa? Avrebbe accorciato il suo divario in classifica generale? Non lo sapremo mai. Ma il guaio grosso è che non dovremmo neppure stare a porci domande del genere in una corsa come la Grande Boucle.

Gli organizzatori non sono stati in grado di garantire l’ordine. Tifosi sciocchi ed indisciplinati per tutta la salita, fumogeni che non hanno fatto altro che accrescere il caos (sintomo che non era stato svolto alcun controllo preventivo). Infine le moto non coordinate a dovere in un attimo decisivo della gara. Non dimentichiamo che, in questo modo, si mette in pericolo anche la stessa vita dei corridori. Il Tour de France, oggi, incassa una pessima figura. Nessuno restituirà a Vincenzo Nibali i danni subiti, nella speranza che la caduta non abbia lasciato gravi conseguenze (si parla di un mal di schiena avvertito dal messinese). Aggiungiamoci poi i due pesi e due misure: nel 2016 Richie Porte, Bauke Mollema e Chris Froome finirono contro una moto che frenò bruscamente. Il loro distacco venne cancellato e fu attribuito a tutti e tre lo stesso tempo dei primi. Perché con Nibali non è accaduto? Ennesimo autogol di una Grande Boucle che oggi ha perso la faccia.

CLICCA QUI PER IL VIDEO DELLA CADUTA DI VINCENZO NIBALI





Foto: Valerio Origo
3 Commenti

3 Comments

  1. Luca46

    19 Luglio 2018 at 23:38

    Federico ma quali contromisure si possono prendere per arginare un tale delirio? Individuare e multare i “tifosi” credo …
    Quanto alla decisione di non cancellare il distacco purtroppo si torna sempre al peso politico della Sky quantomai evidente. Potrebbero essere anche sciocche illazioni ma il dubbio c’è. Comincio anche ad avere dei dubbi sul fatto che la Sky possa avere delle vie preferenziali su certe pratiche come fu per Armstrong.

    • Federico Militello

      20 Luglio 2018 at 09:28

      Certe cose purtroppo non posso dirle, ma puoi immaginare come la penso. Giornalisticamente sarò costretto a seguire il Tour fino al 29 luglio, ma per me è terminato ieri. Capisco tutti quei tifosi che da oggi neanche accenderanno la tv.

      • Luca46

        20 Luglio 2018 at 16:08

        Anch’io non avrei voglia di seguire il Tour. Poi però penso che non riuscirò a disinteressarmene. La rabbia è tanta anche perchè è capitato ad una persona che meriterebbe altre fortune per la persona che è e per come interpreta il ciclismo. Certi deficenti vanno trattati come gli hooligans, li si tiene in cella per 24 ore con multona finale. Non capisco cosa abbiano nella testa. Non comprendo come possano essere appassionati di questo sport. Non sono un ciclista ma d’estate mi faccio qualche scalata sul Monte Grappa in mountain bike. La fatica che si fa è davvero tanta. Come fa uno che corre in bici, che segue questo sport a non innemedesimarsi nello sforzo che fanno gli atleti? e non capire il fastidio che danno certi comportamenti. Ricordo una tappa al Giro di qualche anno fa con passaggio sul Grappa. Volevo fare una foto a Basso. Una volta scelto un posto in cui non dare fastidio aspetto il passaggio. Nel momento in cui stavo facendo lo scatto un deficente all’ultimo mi si piomba davanti per fare una sua foto. Pazienza che non sono riuscito a fare la foto ma il deficente nel passarmi davanti si era di colpo avvicinato troppo ai ciclisti. Poteva finire male. Non so cosa mi abbia trattenuto dal spaccargli la faccia. In questo paese c’è ancora parecchia strada da fare sul rispetto reciproco.

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