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Volley, Champions League 2018: Civitanova accarezza l’impresa, a un punto dalla storia. Zenit Kazan leggendario, Campione d’Europa

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Civitanova ha fatto tremare gli Dei della pallavolo, ha messo in seria difficoltà gli Invincibili, ha sognato l’impresa ma dopo 140 minuti di battaglia campale si è dovuta arrendere nella Finale della Champions League 2018 di volley maschile. Lo Zenit Kazan ha vinto per 3-2 (29-27; 18-25; 23-25; 25-23; 17-15) e si è così laureato Campione d’Europa per la quarta volta consecutiva, impresa mai riuscita a nessuno nella storia di questa competizione da quando ha cambiato il formato a inizio millennio.

La corazzata di coach Alekno ha portato a casa la sesta Champions League, il sogno della Lube si è fermato proprio sul più bello, in un tie-break al cardiopalma dopo aver accarezzato l’impresa impossibile. I cucinieri sono andati vicini a riportare la Coppa nel nostro Paese dopo sette anni di digiuno (Trento chiuse la sua tripletta nel 2011) ma il tasso tecnico dei Campioni del Mondo è saltato fuori nel momento più importante: i giganti hanno tremato ma non sono crollati completando così il Grande Slam stagionale per la prima volta.

Civitanova ha così perso la quinta Finale in stagione: i ragazzi di Medei erano crollati contro lo Zenit al Mondiale, poi i tre ko contro Perugia tra scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Alla Lube non è riuscita l’impresa di tornare sul tetto del Vecchio Continente a 16 anni di distanza dalla magica notte di Opole. Tsvetan Sokolov è stato semplicemente celestiale (29 punti, 62% in attacco, 4 muri), show anche del capitano Dragan Stankovic (19 punti, 6 muri), ottima prestazione del martello Taylor Sander (15).

A mancare è stato purtroppo Osmany Juantorena, davvero troppo discontinuo e falloso (8 punti). In cabina di regia Micah Christenson, al centro anche Enrico Cester, Jenia Grebennikov il libero. A decidere la partita sono stati l’opposto Maxim Mikhaylov (24 punti) e soprattutto il fenomeno cubano Wilfredo Leon, autore di 33 punti (59% in fase offensiva) che ha piazzato gli aces decisivi nel primo set e soprattutto nel tie-break.

 

Nel primo set botta e risposta iniziale tra Sokolov e Mikhaylov, primo break della Lube con il muro di Stankovic sull’opposto (8-6) e sempre il capitano regala il 10-9 stampando Leon. Sander presentissimo, Butko inizia a usare anche i centrali mentre Leon va in difficoltà e non la mette giù. Sokolov si inventa un numero sottorete per il 17-16 e poi mura Leon per il pari a quota 19. Finale al cardiopalma: Civitanova ha due set-point (non consecutivi) ma un’invenzione di Mikhaylov e un errore di Christenson al servizio li annullano, Leon si desta dal torpore e stampa l’ace che concretizza il terzo set-point.

Nel secondo set Civitanova ottiene il primo break con l’attacco di Leon in rete (3-1), Sokolov stampa Mikhaylov (5-2) e la Lube conserva il vantaggio (errore di Anderson in lungolinea per il 9-6). Juantorena e Sokolov sugli scudi, la Pantera inizia a prendere confidenza con il campo ma Leon e Mikhaylov non mollano (14-14). Poco dopo arriva il break: primo tempo di Cester e Anderson sbaglia l’attacco (17-15). Civitanova mette pressione allo Zenit e ci pensa Christenson a piegare la resistenza con un ace. La chiusura con un doppio muro di Sokolov su Leon.

Nel terzo set avvio a razzo di Civitanova che vola subito sul 3-0 grazie a Sander e al primo tempo di Stankovic. L’americano mette giù un pallonetto perfetto per il 6-2, Christenson stampa Mikhaylov (7.4). La Lube conserva i tre punti di vantaggio fino al 14-11 con l’errore di Leon al servizio. Mikhaylov pesta la linea dei tre metri, Stankovic mura Anderson per il 17-12. Cucinieri indemoniati, Sokolov inventa una magia per il 20-15 ma non è finita perché Leon trova due aces consecutivi (21-19). Primo tempo di Cester e legnata di Sokolov, Civitanova ha tre set-point e concretizza all’ultima occasione col primo tempo di Stankovic.

Civitanova prova ad allungare nel quarto set con l’ace di Sokolov e il diagonale stretto di Sander (8-5). Tanti errori al servizio, Sokolov prende un muro e poi si riscatta subito, Juantorena trova l’ace del 14-12. Sander chiude la flash del 17-13 ma lo Zenit non molla con gli attacchi di Mikhaylov e il muro di Butko sulla Pantera (18-18). Il set gira per un episodio fortunoso, Samoylenko trova un ace colpendo il nastro (21-22), qui si sveglia Leon con un doppio block-out che vale il tie-break.

Civitanova vola avanti 5-2 nel tie-break col block out di Sokolov e il muro di Stankovic su Mikhaylov. Sokolov allunga nuovamente con il diagonale del 9-6, Anderson sbaglia e Civitanova sembra avere in mano la partita (11-7). Anderson però mura Juantorena, Butko firma un ace e la Pantera perde un altro confronto a rete. La pipe di Leon vale il pareggio a quota 11. Lotta punto a punto, Sokolov regala un match point a Civitanova ma Leon annulla e poi firma l’ace della vittoria.

 





(foto Valerio Origo)

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1 Commento

1 Commento

  1. Nany74

    13 Maggio 2018 at 21:36

    Oramai è quasi automatico, per le squadre italiane, mancare proprio nel momento giusto. Così come Conegliano ha letteralmente buttato la finale (e la vittoria della Champions), anche la Lube non è stata da meno. Magari parlerà più il tifoso Lube rispetto all’imparziale appassionato e so che sembra strano parlare di questa finale in questi termini, ma il primo set era dei cucinieri e lo hanno perduto a suon quei dettagli che ovviamente fanno la differenza in finali come queste. Se arrivi a giocare questa partita, significa che di fronte ci sono le due migliori squadre, per cui i dettagli diventano fondamentali e qui subentra il nostro problema. Una serata in cui Leon, nonostante i punti e la %, non era nemmeno l’ombra di quello che ieri ha disintegrato Perugia praticamente da solo, con i due centrali che se non fossero stati in campo quasi non se ne accorgeva nessuno e con Mikhailov che ha sbagliato addirittura 4 battute (penso che non gli sia mai capitato in carriera…), cosa fai? Prendi 2 ace, ad esempio, abbassandoti e sperando che la palla sia out? Perché Leon ha salvato almeno due palloni che erano palesemente fuori? Forse è più stupido di noi? Può essere, peccato però che abbia vinto!
    Insisto nel dire che, probabilmente, ci manca la mentalità giusta: nei momenti caldi, i giocatori delle italiane sperano nell’errore avversario invece di pensare a fare punto e regolarmente vengono puniti. E’ un po’ come nel calcio quando l’attaccante deve tirare il rigore e piazza il pallone al limite del dischetto, per guadagnare 2 cm di distanza, come se fossero quelli a fare la differenza: lo straniero medio se ne frega, appoggia la palla e tira… Questione di mentalità. Che poi Kazan abbia giocato una buona partita è assolutamente vero, non voglio togliere i meriti a nessuno, ma rispetto alla partita di ieri, forse forse ce la potevamo fare…e pure in meno di 5 set…Poi è ovvio che se vinci sei un campione e se perdi sei una pippa, ma per come la vedo io, sono stati più i demeriti nostri rispetto ai meriti di Kazan…non consola e non cambia nulla ovviamente. Possiamo comprare anche una sparapalloni travestita da giocatore, ma se non c’è la mentalità giusta, finiremo sempre così!! Non mi sento neanche di mettere in croce Osmany: è vero che oggi è un po’ mancato in attacco, ma, a guardarla tutta, anche Sander in ricezione ha fatto casini (mentre in attacco è stato un grande!), Christenson, nei momenti caldi, ha dato almeno due o tre pallacce sia a Stankovic che a Osmany, Cester era perennemente in ritardo sulle giocate più scontate (su una delle ultime pipe di Leon, si vedeva lontano un km che avrebbero giocato quello schema eppure Enrico era fuori posizione con i piedi…). Tutti i dettagli sono importanti, non solo quelli di Osmany. Alla fine, sommati, fanno perdere. Kazan ha giocato peggio, ma ha vinto…e senza sperare nell’errore avversario…questa è la realtà. Spero serva di lezione…

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