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Parigi-Roubaix 2018: gli outsider e le possibili sorprese. Vanmarcke vuole la vittoria, Moscon può provarci

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Domenica la Parigi-Roubaix chiuderà la stagione delle pietre. La Regina delle Classiche, di fatto, metterà fine a questa fase della stagione, e sarà l’ultimo giudice a cui appellarsi per coloro che non sono ancora riusciti ad imporsi. Andiamo a vedere quali atleti possono inserirsi nella lotta per la vittoria dopo che nella giornata di ieri vi abbiamo presentato i maggiori favoriti.

Probabilmente parte tra i favoriti, ma fatica e non poco a vincere nelle corse importanti. La Parigi-Roubaix, sulla carta, è la corsa di Sep Vanmarcke, atleta di punta della EF Drapac. Ha tutto quello che serve per vincere e spesso negli ultimi anni ha dimostrato di essere tra i più forti sul pavé, se non proprio il più forte. Per vincere, però, deve arrivare da solo, o comunque in un gruppetto che non comprenda corridori abili in volata. Lo aspettiamo sul Carrefour de l’Arbre, sperando che possa avere maggiore fortuna rispetto al Fiandre.

Già ieri abbiamo suggerito che la superiorità della Quick-Step Floors potrebbe essere decisiva. Se Terpstra e Stybar dovrebbero essere i più accreditati, Philippe Gilbert e Yves Lampaert potrebbero sfruttare questa forza d’urto per provare ad attaccare. Gilbert potrebbe essere più in alto nella griglia dei favoriti, ma è solamente alla seconda partecipazione ed è difficile capire quale possa essere realmente il suo potenziale.

Tra gli uomini veloci citiamo Arnaud Démare, già nei 10 in questa corsa, John Degenkolb, già vincitore, Edvald Boasson Hagen, che negli ultimi anni ha ottenuto buoni risultati, e Alexander Kristoff, anche se non ha mai brillato. Tra questi, il più pronto sembra essere Démare, che da francese punta molto sulla Monumento di casa, anche adatta alle sue caratteristiche. Per tornare in Belgio, spazio anche per Oliver Naesen e Wout Van Aert, due che sulle pietre possono fare la differenza, anche se fondano il loro potenziale su caratteristiche molto diverse.

Anche gli italiani Gianni Moscon e Matteo Trentin proveranno a dire la loro. Entrambi non hanno brillato al Fiandre, ma domenica la musica potrebbe cambiare. Moscon, capitano del Team Sky, si è sempre trovato più a suo agio alla Roubaix e lo scorso anno si è classificato quinto, mentre Trentin domenica ha avuto problemi meccanici che ne hanno inficiato il rendimento, portandolo a chiudere lontano dalle posizioni che avrebbe sperato alla sua prima grande occasione da leader alla Mitchelton-Scott.





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Foto: Valerio Origo

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