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Ginnastica, Trofeo di Jesolo 2018: Italia terza tra lampi e difficoltà. Basile al top, torna Ferlito e il trionfo delle giovani per il futuro

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L’Italia ha concluso il Trofeo di Jesolo al terzo posto riuscendo così a salire sul podio alle spalle di Russia e Brasile, sfruttando l’assenza degli USA con la squadra. Le azzurre si sono lasciate alle spalle la nuova Cina, decisamente sotto le aspettative e in difficoltà con il ricambio generazionale rispetto ai loro standard, e la nobile decaduta Romania che fatica ancora a riprendersi. Sulla carta era il risultato minimo per la nostra Nazionale e anche quello previsto considerando che la formazione dei Rodionenko si presentava con Angelina Melnikova e Anastasia Iliankova mentre le sudamericane erano con la squadra tipo guidata da Jade Barbosa e Flavia Saraiva.

Nel complesso è stata una gara difficile. Per tutte. Errori e cadute non sono mancate in una Classicissima che ha comunque mantenuto il suo fascino indelebile e che si è confermata un evento internazionale di primissimo piano, degna del ruolo importante che riveste all’interno del calendario. L’Italia ha palesato delle criticità come era nelle previsioni: l’assenza di Elisa Meneghini e di tante altre veterane hanno pesato su un gruppo che comunque si è dimostrato molto unito e che ha provato a fare di necessità virtù pur commettendo diversi sbagli soprattutto tra trave e corpo libero.

Martina Basile è risultata la migliore nel giro completo, ha commesso sì degli squilibri alla trave ma per il resto è stata abbastanza concreta: la più giovane del quartetto ha dato una risposta importante anche in ottica futura. Lara Mori ci ha messo tutto il suo cuore di capitana e ormai è sempre più veterana della Nazionale, qualche sbavatura qua e là per la toscana che voleva riscattarsi dopo la tappa di Coppa del Mondo a Doha. Giada Grisetti è invece caduta alla trave e al corpo libero, non male però le sue nuove parallele che andranno perfezionate. Anche Desiree Carofiglio ha sbagliato tanto tra parallele e trave mettendo piede a terra poi si è un po’ ripresa nel finale.

Carlotta Ferlito ha avuto il coraggio di mettersi in gioco dopo un lungo periodo di assenza sul palcoscenico internazionale, ha sì sbagliato tanto (caduta sulla serie acrobatica dietro sulla trave, mani a terra per due volte al corpo libero) ma è da apprezzare la caparbietà e la volontà di tornare protagonista a due anni di distanza dalle Olimpiadi di Rio 2016: può togliersi ancora delle soddisfazioni importanti se continuerà su questa strada. E poi le giovani: se abbiamo delle difficoltà contingenti tra le grandi, tra le juniores possiamo sorridere, vinciamo con pieno merito sconfiggendo nettamente la Russia e Giorgia Villa è seconda per appena un decimo. Il nostro quartetto, con le tre micidiali 2003 (Villa, Asia D’Amato, Elisa Iorio) supportate da Alessia Federici (2004), ha fatto capire di essere ben sul pezzo e continua il lungo lavoro verso le Olimpiadi di Tokyo 2020: con gli esercizi visti, infarciti di difficoltà, si può davvero sognare in grande e i miglioramenti visti al corpo libero sono davvero importanti, da affiancare alla solidità già più volte palesata tra trave e volteggio.

 





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