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Boxe, Emanuele Blandamura pronto per il Mondiale: “Dopo 20 anni realizzo un sogno, non temo Murata: voglio vincere!”

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Emanuele Blandamura è pronto per l’occasione della vita, è atterrato in Giappone dove domenica 15 aprile affronterà Ryota Murata per la cintura mondiale WBA dei pesi medi. Semplicemente l’incontro atteso da sempre, la possibilità di concretizzare il sogno di adolescente è concreta, tra lui e l’Olimpo c’è “solo” il fortissimo nipponico che vorrà difendere il titolo di fronte al proprio pubblico. Serve l’impresa ma il 38enne friulano ha tutte le possibilità per riuscire a imporsi alla Yokohama Arena.

Il Sioux vuole tornare in Italia con la cintura, come fece Nino Benvenuti 50 anni fa sconfiggendo Griffith a New York. L’avversario è dei più ostici: Campione Olimpico a Londra 2012, sei anni più giovane di Lele, 13 vittorie di cui 10 per ko. Il 38enne friulano si è preparato al match alla Pro Fighting di Tor Pignattara di Roma, col maestro Eugenio Agnuzzi e il vice Federico Giorgi, alternandosi col The Church Palace sulla via Aurelia sotto la guida del preparatore Marco Rustichelli. Come riporta la Gazzetta dello Sport, il Sioux si è preparato meticolosamente: 6 giorni su 7, sedute da 2-3 ore al giorno, round da 6 minuti e “parametri da 26enne” come da dichiarato Rustichelli.

Lele sembra essere davvero al top, nell’ultima rifinitura si è allenato con Orlando Fiordigiglio (reduce dalla sconfitta con Attou nel match per il titolo europeo) e ha poi raccontato le sue sensazioni alla rosea: “Andare in Giappone per sfidare Murata è una grande emozione da vivere. Sto facendo sacrifici enormi, ma l’orgoglio del momento supera ogni cosa. E mi fa guardare indietro: i 20 anni di pugilato alle spalle, il bello e il brutto. Ho vissuto tutto per questo momento. E ce ne saranno altri. Perché questa è la mia vita e finché avrò voglia non mollo“.

La vita di Blandamura non è stata molto semplice: “Sono nato a Udine. Avevo meno di un anno, i miei genitori si separarono e mia zia Teresa saliva periodicamente da Roma per aiutare mio padre. Una situazione non sostenibile. Così sono sceso a Roma, al Nuovo Salario, cresciuto da mio nonno Felice, maresciallo dei carabinieri, e mia nonna Isabella. Mio nonno, morto nel 2014, è un supernonno. Coi suoi silenzi e le poche parole mi ha insegnato il rispetto, lo spirito di sacrificio, l’importanza di costruire una famiglia. La parte infantile di me è con lui. Lui è qui accanto a me“.

Tutto è iniziato 20 anni fa:Da adolescente andavo in palestra per fare kung fu, per imparare tecniche per farmi valere sulla strada, per fare a botte. Poi ho scoperto il pugilato. E’ cambiato tutto. Mi fa venire i brividi che proprio 20 anni fa, nell’aprile del 1998, mi presentai alla Palestra Nuova Villa Ada, dal maestro Guido Fiermonte, che aveva 83 anni. Entrai che ero un bulletto, mi proposi e lui mi rispedì a casa. Dopo una settimana tornai con tutta l’educazione del mondo e dissi ‘Un giorno vorrei diventare campione del mondo’. Fiermonte mi diede del lei e disse: ‘Non si preoccupi. Lei si alleni e lo diventerà’. Dopo 20 anni sono qui…“.

Contro Murata senza paura:Resteremo a Tokyo fino al giorno prima del match: andremo a Yokohama per le operazioni di peso. Di Murata non temo nulla. Il mio rivale è Emanuele: so quel che devo fare, ogni giorno ho visto e rivisto video del mio rivale. Di lui so tutto, ma sul ring ci sono mille situazioni. Certo non vado solo per arginare i suoi attacchi, ho costruito una serie di automatismi che saranno utili sul quadrato. Di sicuro le mie otto ore di sonno non le perdo. Sono teso, ma la mia è tensione agonistica“.

 





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