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Sci alpino, l’Italia si aggrappa alla veterana Manuela Moelgg in gigante. Brignone e Goggia acciaccate, preoccupa Marta Bassino

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L’Italia si è confermata sul podio anche nel terzo gigante della stagione. Il nome è sempre lo stesso: Manuela Moelgg. La veterana azzurra si è dimostrata anche a Courchevel la migliore italiana di questa disciplina al momento, se non della stagione. Sicuramente la più costante, a dispetto dei 34 anni.

Sulla pista francese la nativa di Brunico ha dimostrato ancora una volta la sua immensa classe con una gara ben condotta, su un tracciato difficile non tanto per il suo disegno, quanto per il fondo, particolarmente ghiacciato ed irregolare. Manuela, però, ha domato alla grande le insidie e ottimizzato al meglio il ripido, il tratto a lei più congeniale. Un pizzico di rammarico non manca, per quel secondo posto sfiorato per appena 2 centesimi, ma il livello della gara è stato davvero elevato (Shiffrin a parte) ed anche la terza posizione è stata raggiunto per appena 1 centesimo su Mowinckel. Solo pochi mesi fa, dopo la fine della stagione, meditava il ritiro, per sua stessa ammissione, ed oggi siamo qua a celebrare un altro suo grande risultato.

L’Italia è costretta ad aggrapparsi alla classe di Manuela perché le altre deludono, sebbene per motivi differenti. Federica Brignone è in ritardo di condizione. In estate una fastidiosissima pubalgia l’ha costretta al rientro anticipato dal Sud America e ad uno stop forzato, facendole perdere senza dubbio qualcosa. La grinta però non le manca, così come la sfortuna: a St. Moritz, alla sua seconda gara stagionale, ha sfiorato il podio in superG (18 centesimi), mentre oggi si stava davvero ben comportando, su una pista adatta a lei. Sul più bello, però, è arrivata la spigolata e la brutta caduta, con conseguente botta alla spalla sinistra, da valutare in vista del parallelo di domani.
Non fa meglio di lei Sofia Goggia. Oggi ha sofferto tanto il fondo sconnesso e il tipo di neve, ma anche nelle due precedenti uscite in gigante non aveva brillato particolarmente. “Mi sono allenata poco in questa specialità. Un po’ per l’uscita di Sölden, un po’ perché c’è stata tanta velocità“, le parole della bergamasca dopo la gara di oggi. Una attenuante più che valida, giustificata anche dal problema accusato proprio nella prima gara, sul Rettenbach, quando Sofia fu vittima di un risentimento muscolare al ginocchio che la costrinse a fermarsi. Nella velocità si è ripresa ed è tornata sul podio in Val d’Isere, ora l’attendiamo anche tra le porte larghe.

Discorso diverso per Marta Bassino. La piemontese è forse la delusione più grande della squadra azzurra femminile. Dopo l’ottima scorsa stagione ci si aspettava di più da lei, che invece fin qui non è mai stata in grado di lottare con le migliori. La pressione è maggiore quest’anno perché Marta non è più una rivelazione ma è ormai diventata una certezza dell’Italia dello sci. Potrebbe essere questo il suo problema, perché non si hanno notizie di problemi fisici. L’ottavo posto di oggi rappresenta il migliore della stagione, complici slalom e superG non proprio ideali per lei, ma preoccupa il modo in cui è arrivato. Dopo una bella prima manche, chiusa al secondo posto, l’azzurra non ha convinto nella seconda, sciando in maniera controllata e difensiva, senza trovare ritmo. Anche questo fa parte della crescita: la aspettiamo presto di nuovo protagonista.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Pentaphoto/FISI

1 Commento

1 Commento

  1. Polonio

    20 Dicembre 2017 at 18:52

    La preoccupazione la lascio ad altri: anzitutto Marta ha solo 21 anni, e di questo non bisogna MAI dimenticarsi (chi avanzasse paragoni con Shiffrin commetterebbe una fallacia qualunquista: l’americana è, attualmente, su un’altro pianeta a livello complessivo. Inoltre per quel che penso io, questa “inception” di successo è destinata a terminare tra non molto tempo… e gestire la sua flessione sarà una sfida ancor più dura). A 21 anni ha comunque un livello che, a pari età, le sue compagne di squadra non avevano.

    Inoltre non è vero che non ha patito guai fisici: in America ha avuto influenza intestinale e palo in faccia… che certo non sono cose indolori, seppur non gravemente invalidanti.

    Come si può poi dire “fin qui non è mai stata in grado di lottare con le migliori” quando (al netto degli errori e dei problemi di cui sopra) ha segnato ottimi riscontri?

    Insomma, non dipingiamo la situazione più nera di quanto sia in realtà…

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