Pallavolo
Volley, Miriam Sylla: “Il doping è per i deboli e io non lo sono. Che paura, pensavo finisse la carriera. Ora sono nuova e più matura”
Miriam Sylla è stata assolta dalle accuse di doping e può tornare a giocare dopo la sospensione avuta in seguito alla positività al clembuterolo emersa durante un test effettuato alle Final Six del Grand 2017 di volley femminile. La nostra schiacciatrice ha dimostrato che il tutto era dovuto a una contaminazione alimentare e oggi ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
La sua reazione dopo la brutta notizia ricevuto: “Ho pensato che fosse uno scherzo quando il dottore mi ha comunicato la positività al clembuterolo. Le mie certezze stavano crollano. Ho pensato: mi danno 4 anni, la mia carriera è finita. Quei pensieri sono durati fino a quando hanno comunicato la positività della Antonijevic. Se ero da sola non avrei saputo come provare la mia innocenza. Da quel giorno invece ho capito che c’era qualcosa a cui aggrapparmi. E il primo passo è stato fare il 6 settembre l’esame del capello“.
“Il doping è una debolezza. Un atleta che non crede nei propri mezzi cerca un aiuto esterno per raggiungere i propri obiettivi. E io non mi sento debole. In tutta questa vicenda mi ha fatto male vedere il mio nome associato al doping e sapere che i miei genitori potessero soffrire di questo. Ho anche pensato ai miei fratellini Kumba di 12 anni e Malik di 10, a come spiegargli tutto“.
Miriam parla anche di chi le è stato vicino e degli attacchi subiti: “A livello di pallavolo tante compagne mi sono state vicine. E tra i tanti amici, uno speciale è stato sempre presente (parla di un giocatore di Bergamo, ndr). Mi ha delusa una persona in particolare, da atleta pensavo che ragionasse e fosse in grado di scindere i vari casi. Ho capito invece che è una persona che non collega il cervello e parla a vanvera vomitando cattiverie (si riferisce a Greta Cicolari che su Facebook ha scritto “La faccia d’angelo non è sinonimo di onestà”, ndr). Questa persona ha capito poco dalla vita, voglio le scuse e anche in fretta. Ho letto tutti i commenti negativi sui social, qualcuno è andato pesante. Questa cosa di leggerli mi ha dato carica perché ho pensato che io sono di più. Voglio ringraziare quelli che mi hanno insultato perché mi hanno dato ancora più forza“.
Ora Sylla è una giocatrice nuova: “Mi sento più matura. Riesco ad apprezzare le piccole cose. Come poter rimettere la felpa della mia società dopo un mese e mezzo in cui non potevo nemmeno metterla. Ho capito che nelle difficoltà le persone che ti aiutano non sono tante rispetto a quelle che tu conosci. Credo che se non fossi stata a Bergamo ma in un club diverso forse mi avrebbero strappato il contratto in faccia. Qui non hanno avuto il minimo dubbio“.
Le azzurre sono state molto vicine alla schiacciatrice come dimostra il “5cuore13” che si erano tatuate per la sfida alla Georgia durante gli Europei: “Sono state straordinarie. Abbiamo fatto un grande lavoro quest’estate e l’Europeo racchiudeva tutto questo sforzo. Mi dispiace non aver potuto aiutare le mie compagne anche se in quell’Europeo io c’ero. Ero a casa ma era come se fossi in panchina. Da loro mi è arrivato il primo sms dopo la notizia della positività: “Sei una bomber e supererai tutto da tale. Forza siamo con te, se ti serve ci siamo”. Mentre dopo la bella notizia i messaggi si sono moltiplicati. Sono saliti tutti sul carro del vincitore“.
