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Biathlon, Lukas Hofer: “Meglio essere precisi che veloci al tiro, ora fisicamente mi sento bene”

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Il carabiniere azzurro Lukas Hofer ha rilasciato un’intervista per il sito dell’IBU direttamente dal ritiro di Ramsau, dove la squadre A e quella di Coppa del Mondo si stanno allenando dal 26 settembre, dove è possibile testare la neve in alta quota.

Durante la scorsa estate l’altoatesino ha sempre goduto di ottima salute, riuscendo a compiere tutto il programma di lavoro che prevedeva la preparazione. Ora Luki, che ha da poco compiuto 26 anni, guarda avanti quando mancano solo due mesi al via della stagione agonistica.

A Ramsau e Schladming gli azzurri alternano gli allenamenti in questo modo: la mattina testano gli sci sul ghiacciaio di Ramsau, mentre il pomeriggio indossano gli skiroll per le ripetute e provano il tiro sul poligono di Schladming.

Dal momento che vi state allenando sul ghiacciaio di Dachstein, che sensazione è stata quando per la prima volta da questo inverno sei tornato a mettere i piedi sulla neve?

“E’ stata una sensazione fantastica tornare sulla neve, anche se non è propriamente pulita al momento, dato che ha sì nevicato la scorsa settimana ma ora le temperature sono più alte e c’è comunque vento. E’ quasi arrivato il momento di mettere via gli skiroll.”

La passata stagione hai lottato con la tua carabina, trovando difficoltà nel colpire i bersagli al poligono. Sei riuscito a trovare una soluzione?

“Abbiamo fatto qualche piccolo cambiamento con la carabina, ma niente di significativo. Ora mi sento meglio al tiro, a livello di percentuale di bersagli colpiti”.

Qual è la tua filosofia di tiro? Meglio essere veloci o precisi?

“In realtà, ho cambiato il mio stile di tiro. Quando arrivo al poligono mi concentro su ogni singolo bersaglio; non ha importanza partire da destra, sinistra o al centro. Mi focalizzo su quel bersaglio e lo colpisco senza uno schema prestabilito; la velocità non è così importante, la precisione sì”.

Una filosofia simile a quella di Martin Fourcade, redditizia come dimostrano i suoi risultati.

“Eh sì, perché ci sono almeno 20 o 30 atleti davvero vicini a livello di abilità al tiro, per cui è obbligatorio sparare in modo pulito. Martin non è mai il più rapido al poligono, ma fa la differenza in pista e così vince. Penso che si vada più sulla direzione della precisione e del 5/5 piuttosto che migliorare la velocità di esecuzione”.

Da quanto tempo siete in raduno a Ramsau e con quali obiettivi?

“Siamo arrivati il 27 settembre e ripartiremo il 16 di ottobre. Stiamo facendo lavori di quantità sugli sci, con circa due ore di sciata in alta quota. Nel pomeriggio, scendiamo a valle per allenarci sul poligono e alternare ripetute sugli skiroll. Penso che settembre e ottobre siano i mesi cruciali dell’anno, per poter arrivare nella miglior condizione possibile alle gare. La prossima settimana Rossignol mi consegnerà gli sci ufficiali da competizione, ma devo stare attento a non rovinarli sulle rocce del ghiacciaio di Dachstein. Dopo ottobre, mancano le ultime piccole cose prima del via della stagione”.

Come ti senti a livello di preparazione e dal punto di vista fisico?

“In questo momento mi sento davvero bene. Ho avuto qualche difficoltà ai Campionati Italiani di Forni Avolti, ero stanco e non mi sentivo molto bene. Ma la settimana dopo, abbiamo avuto la possibilità di competerci con i tedeschi a Ruhpolding ; mi sembrava di volare. Non è stato difficile tenere il passo di Schempp, Birnbacher e Peiffer, un ottimo test dopo una lunga estate, dove non sai mai a che punto sei della competizione finchè non affronti avversari diversi dai tuoi compagni di squadra. Questo aspetto è stato importante per la mia fiducia.”

Dopo quelle due settimane di gare sugli skiroll, in che modo ti sei rilassato?

“Prima di tutto, ho trascorso tre giorni a casa con la mia famiglia, mi sentivo come un auto senza benzina. Poi ovviamente ho praticato un po’ di parapendio, non c’è modo migliore di rilassarsi”.

L’intervista originale: http://www4.biathlonworld.com/en/press_releases.html/do/detail?presse=2587

Foto: FISI (Serge Schwan)

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