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Sci Alpino

Sci alpino: nazionale femminile, aspettiamo con fiducia

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Tre atlete in zona punti su nove alla partenza: guardando i meri numeri, il gigante di Sölden disputato sabato non ha certo sorriso alle azzurre.

Il dato di fatto da cui far partire l’analisi è che la situazione del gruppo di Livio Magoni, in estate, non era certo facile: si veniva da una stagione complicatissima, sia sul piano dei risultati, sia sul piano degli infortuni (e talvolta, anche sul piano dell’atteggiamento in gara). Non era dunque lecito attendersi miracoli dalla nuova gestione del tecnico bergamasco, perlomeno non nella prima prova stagionale: anche perché, oltre la metà delle azzurre presenti al cancelletto sabato erano al rientro dopo problemi fisici più o meno seri, in certi casi avendo saltato la quasi totalità dell’ultima annata.

Eppure qualche dato positivo c’è: pensiamo alla reazione di carattere e di orgoglio, ma anche di classe, di Nadia Fanchini, miglior tempo nella seconda manche, dopo metà gara disputata “ben al di sotto delle mie potenzialità“, come ha ammesso al sito Fisi. Ecco, rendersi conto di quando non si gira al meglio è il passo più importante sulla strada del miglioramento dei risultati. Denise Karbon era in forte dubbio sino a pochi giorni prima della gara, dunque il suo diciannovesimo posto può essere considerato più che buono, soprattutto alla luce di alcune sezioni sciate veramente con un saggio di tecnica sopraffina; discorso simile per Federica Brignone, che da un lato è sembrata un po’ timorosa nella prima prova (pur chiusa nella top ten), e dall’altro ha pagato l’eccessiva aggressività, unita forse ad un calo atletico, nella seconda.

Chi non arriva nelle trenta, invece, non può essere soddisfatta. Per alcune, come Sabrina Fanchini e Giulia Gianesini, era importante anzitutto riprendere confidenza con il ritmo-gara dopo un anno di stop; altre hanno commesso qualche errore di troppo, sul piano tecnico e su quello dell’atteggiamento, tuttavia ne sono sembrate pienamente consapevoli. Le bastonate non sono mai piacevoli, però permettono di crescere, e questo vale soprattutto per le ragazze più giovani che non vanno assolutamente forzate.

foto Raceskimagazine

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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