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Ginnastica, Mondiali 2015 – Grazie Italia! Una squadra enorme, un gruppo unito, una copertina 5 Cerchi

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Un cuore grande quanto tutto l’SSE Hydro, un coraggio da fare invidia a mezza Savana, una determinazione da vere guerriere in trincea. L’obiettivo è colpito e centrato in pieno, con una precisione e un killer instinct da numero 1 in un poligono virtuale dominato dalla Polvere di Magnesio del Bel Paese. Le azzurre disputeranno le Olimpiadi 2016, la missione del triennio è compiuta.

L’Italia ha saputo ricompattarsi nel momento delle difficoltà, ha formato un gruppo unito più che mai, ha lasciato alle spalle tutti gli infortuni e gli acciacchi di una stagione complessa, non facendo schiacciare da una pressione che tagliava l’aria e che rischiava di soffocare qualsivoglia ambizioni.

Gareggiare in queste situazione era difficilissimo, moralmente e tecnicamente. Si rischiava il contraccolpo psicologico e invece la nostra Nazionale ha tirato fuori il meglio di sé con le spalle al muro, consapevole dei suoi mezzi e conscia della possibilità di chiudere la pratica Rio già attraverso i Mondiali, come ci era capitato solo tre volte negli ultimi 40 anni.

 

Un’estate intensissima, tanto sudore, una preparazione lunga e intensa, incidenti di percorso che avrebbero ammazzato anche un toro, inciampi che potevano metterci in ginocchio e costringersi a un inverno di passione verso il Test Event.

Allenamenti su allenamenti, tre gare di preparazione (Golden League, Assoluti, Novara Cup), diversi collegiali, tanta fatica e sangue (in senso metaforico, naturalmente) messi al servizio della causa comune e per regalarci un’altra magia. Persi i pezzi per stradi, non si è smarrita una grande squadra.

Alle spalle di questo risultato ci sono ore e ore di palestra ma soprattutto la dimostrazione che solo un lavoro corretto e intenso possa portare a certe prestazioni.

 

Una qualificazione a cinque cerchi arrivata con pieno merito, una prestazione ai limiti della perfezione, acciuffata esclusivamente per la bravura del nostro sestetto che ha saputo battere sul campo avversarie dirette che avevano ben impressionato (Canada e Giappone su tutti, la Romania si è chiamata fuori da sola tra le lacrime di Larisa Iordache incredula in mix zone).

La squadra sembrava più debole rispetto a Nanning 2014 (sulla carta, considerando il momento contingente) e invece le ragazze di Enrico Casella (che ha svolto al meglio il compito affidatogli tre anni fa) si sono ulteriormente migliorate.

Due punti in più nel tabellino, quinto posto confermato (avevamo pure sognato che la Cina ci finisse dietro…). Al corpo libero guadagniamo un paio di decimi con un super Silivas stoppato da Fasana (purtroppo non saremo secondi al Mondo vista la crescita della Gran Bretagna), che capacità di superare le ostiche parallele con una prestazione di squadra di buona fattura (e facciamo un decimo meglio della spedizione cinese), alla trave esaltanti grazie a Carlotta Ferlito nonostante l’errore della Mini, al volteggio perdiamo due doppi avvitamenti (Ferrari e Rizzelli) ma gli uno e mezzi stoppati e un dty fantascientifico della Fasana ci fanno sognare ulteriormente.

 

Negli annali rimarranno una Carlotta Ferlito combattiva più che mai, resterà una sontuosa Erika Fasana nonostante gli acciacchi alle tibie, epica Vanessa Ferrari che ha stretto i denti in una maniera inverosimile al suo settimo mondiale, ricorderemo la solidità di Tea Ugrin, il contributo fondamentale di Elisa Meneghini e Lara Mori. Rimarranno ben impressi i pochi errori (due cadute, un’uscita di pedana), le urla da bordo pedana, gli incitamenti continui, gli abbracci e un atteggiamento di compattezza da vera squadra.

Questa è l’Italia, questa è la copertina di tutto, questo è l’atteggiamento di una grande squadra, una squadra grande che conquista l’Olimpo e non vuole smettere di sognare. Ancora una volta, dopo miracoli della Guangxi Arena, dopo l’apoteosi di Volos, dopo i numeri di Stoccarda, grazie a tutto il sestetto azzurro.

 

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