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Giro d'ItaliaStrada

Perché si discute verso il Giro d’Italia? Il contenzioso tra squadre e organizzatore, tra richieste economiche e trasferte

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il

Giulio Ciccone
Giro d'Italia / Lapresse

Il Giro d’Italia 2026 incomincerà venerdì 8 maggio da Nessebar e le prime tre tappe si snoderanno in Bulgaria: dopo un annunciato arrivo per i velocisti a Burgas e una frazione potenzialmente insidiosa con il traguardo posto a Tarnovo, la terza giornata si animerà lungo i 174 km tra Plovdiv e Sòfia. Dalla capitale ci si trasferirà direttamente a Catanzaro, dove martedì 12 maggio riprenderà la Corsa Rosa per risalire l’intero Stivale.

Mancano poco più di quattro mesi all’attesissimo evento ciclistico che catalizza l’attenzione degli appassionati nel cuore della primavera e che interessa anche chi abitualmente non segue le due ruote, ma si è aperto un contenzioso che terrà banco nelle prossime settimane. Perché si sta discutendo in vista del Giro d’Italia?

Come ha riportato Il Giornale, le squadre chiedono un sostegno economico per affrontare le ingenti spese di trasferimento dovute all’ennesima partenza dall’estero, anche perché bisognerà portare uomini e mezzi in Bulgaria per il primo fine settimana e trasferirli in massa in tempi rapidi per la ripartenza in Italia. L’organizzatore avrebbe garantito 115.000 euro a ogni formazione e un buono di 5.000 euro da spendere con le compagnie aeree che fanno scalo a Burgas, come ha rivelato la testata specializzata escapecollective.

Una cifra giudicata insufficienza dall’AIGCP: l’organismo di rappresentanza delle formazioni professionistiche avrebbe chiesto 160.000 euro e ha ricevuto una controproposta di 125.000 euro. La distanza tra le parti è consistente: vedremo come si evolverà la situazione, ma non è da escludere il ricorso al Consiglio del Ciclismo Professionistico UCI.

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