SnowboardSport Invernali
Mirko Felicetti: “Al cancelletto non ci sono amici: se ci si fa condizionare da un compagno di squadra, è finita”
Un inizio col botto per l’Italia dello snowboard alpino nella Coppa del Mondo 2025-2026. Sulle nevi di Mylin (Cina), sono arrivate ben tre affermazioni e sei podi per la corazzata azzurra. Nel secondo gigante parallelo maschile, Mirko Felicetti è tornato sul gradino del podio a distanza di quasi sei anni dall’ultima volta, condividendo la top-3 con Maurizio Bormolini (3°), vittorioso nel primo PGS dell’appuntamento in Asia.
Felicetti ne ha parlato, ospite dell’ultima puntata di Salotto Bianco, format in onda sul canale Youtube di OA Sport, condotto da Dario Puppo (giornalista/telecronista di Eurosport) e da Massimiliano Ambesi (giornalista/analista di Eurosport).
Secondo successo in carriera per il 33enne di Moena, ricordando il primo del 29 febbraio 2020 a Blue Mountain (Canada). Un gigante in cui la vittoria però fu condivisa col campione austriaco Benjamin Karl. “L’ultima volta l’avevo condivisa con un austriaco molto forte (sorride, ndr.). Lui è un atleta che fa sempre pochi errori e in quella giornata abbiamo gareggiato alla pari. Stavolta, l’ho vinta da solo“, le sue prime parole.
Prima tappa stagionale in cui l’Italia è stata dominante. Ci si chiede se questo sia frutto anche di una preparazione delle altre nazioni, che hanno previsto un innalzamento del livello gara dopo gara. “Noi sinceramente non stiamo a guardare troppo quello che fanno gli altri. Il focus è su di noi e sul continuare a lavorare per migliorare. Un lavoro che coinvolge non soltanto gli atleti, ma tutti i membri dello staff. Per vincere una gara servono tutte le componenti, bisogna essere presenti in quel momento. In Cina è stata un’ottima giornata, vedremo la prossima“, ha dichiarato Felicetti.
Squadra italiana che si distingue per una profondità notevolissima e spesso ci sono confronti nella fase a eliminazione diretta tra azzurri. Lo snowboarder nostrano ha commentato così questa situazione: “Quando sei in gara devi essere concentrato su quello che devi fare, senza badare che stai sfidando un compagno di squadra. Al via non devono esserci amici. Certo, fa piacere scendere con un altro italiano, ma se ti fai condizionare è finita“.
Descrivendo le sue sensazioni in Cina ha affermato: “Devo dire che la finale contro Stefan Baumeister è stata la miglior prova, avendo vinto con più margine. Non c’erano troppe differenze sulla pista da un giorno all’altro. La tracciatura era simile, hanno solo invertito il senso di marcia. La neve era più o meno uguale. Eravamo un po’ al limite sul ghiaccio, perché era scivoloso, ma alla fine si è rivelata un’ottima prova. Rimpianto nel primo gigante? In semifinale, sinceramente, ho dato il massimo. C’è forse nella finale per il terzo posto nel confronto con Aaron (March, ndr) un po’ d’amarezza. So cosa ho sbagliato e me lo tengo per me (sorride, ndr)“.
Felicetti, dunque, tira dritto per la sua strada, senza fare troppi programmi ambiziosi per il futuro. I prossimi due appuntamenti del gigante parallelo saranno nel Bel Paese: sabato 13 dicembre spazio al gigante di Cortina d’Ampezzo; giovedì 18 sarà la volta dell’altra classica sfida a Carezza, sul confine tra le province di Bolzano e Trento. “Io ragiono passo dopo passo, non mi faccio grandissime aspettative. I miei compagni di squadra sono molto forti e ci sono giornate in cui sono più veloci di me. Non mi sbilancio, quindi, su quello che potrò fare. Certo, mi farebbe piacere indossare il pettorale giallo, mi ci sono 50 ragazzi che vogliono la stessa cosa. Mi sento più a mio agio a Cortina o a Carezza? Meglio la Cina (sorride, ndr)“.
Pratica dello snowboard alpino in cui il lavoro sui materiali è sempre più importante. “Questo aspetto è fondamentale e non è semplice da spiegare. Ogni anno si alza l’asticella perché si va in cerca di un qualcosa che ti possa aiutare a performare meglio. Un discorso che si lega alla necessità di spendere meno energie e comunque essere veloce“, ha chiarito Felicetti, aggiungendo: “La ricerca è funzionale anche alla prevenzione degli infortuni. Lavorare bene sulla tavola previene anche tensioni muscolari e altro che possono incidere non poco“.
Nel corso della puntata si è parlato anche del tentativo di affrontare snowboard alpino e snowboardcross nella stessa stagione. L’azzurro vanta, nelle categorie giovanili, un percorso nella pratica della tavola sui dossi e, a questo proposito, ha sottolineato: “Per lo sviluppo che lo snowboard alpino sta avendo, credo che sia complicato affrontare con profitto entrambe le discipline. Nell’alpino il livello è altissimo e c’è molto equilibrio. Basti pensare che nel turno di qualificazione 16 atleti sono in un secondo. Non c’è margine d’errore e, come ho detto, il lavoro sui materiali è diventato molto importante“.
