Atletica
Margherita Castellani: “Più che alle avversarie, guardo al mio tempo. In futuro farò anche i 400”
Nuova puntata di Talent Zone, approfondimento dedicato all’analisi dei grandi talenti dello sport italiano sul canale Youtube di OA Sport, condotta da Sofia Altavilla. Ospite Margherita Castellani, una delle grandi promesse dell’atletica italiana, specialista dei 200 metri, che affronta il proprio percorso sportivo con maturità e consapevolezza.
Numerosi sono i traguardi da raggiungere nel prossimo futuro: dal miglioramento dei propri riscontri cronometrici alla qualificazione per la rassegna iridata U20. Il tutto, senza trascurare gli impegni di una giovane della sua età (classe 2008), chiamata a gestire la complessa coesistenza tra le scadenze scolastiche e quelle puramente agonistiche.
Parlando di sé, Margherita ha dichiarato: “Frequento il Liceo Classico Mariotti di Perugia. La materia preferita è fisica e probabilmente opterò per l’Università di Architettura in futuro. Vedremo poi se mi dovrò trasferire. Vengo da una stagione che mi ha fatto crescere molto. Quindi mi sento, fra virgolette, più leggera. L’ambiente a scuola è abbastanza normale, a parte i complimenti dei compagni e delle prof e l’essere riconosciuta un po’ più come atleta“.
Nel percorso di avvicinamento all’atletica, la giovane atleta ha condiviso: “La mia famiglia ha sempre avuto una forte inclinazione per lo sport. Mia madre praticava la corsa, partecipava a maratone e attualmente insegna fitness; mia sorella si dedicava all’atletica, pertanto possiamo affermare che la mia passione è scaturita da lei, che mi ha incoraggiato a iniziare. Devo ammettere di aver esplorato anche altre discipline, ma ho deciso di dare priorità a questa. Le alternative includevano la danza, ma fortunatamente non ho intrapreso quella strada. Sono sempre stata attratta dalle attività circensi, sebbene non abbia mai considerato di iniziare. Ciò che mi ha spinto a scegliere l’atletica è stato lo spirito competitivo, l’idea di confrontarmi con gli altri e di prevalere. Il mio primo ricordo olimpico? I Giochi di Tokyo, con la vittoria di Marcell Jacobs. Ho sempre avuto una natura particolarmente competitiva e combattiva, qualità che continuo a portare con me“.
Riguardo al suo rapporto con il tecnico Rudy Gandola, la diciassettenne ha dichiarato: “Apprezzo molto il mio rapporto con Rudy, poiché c’è un ampio dialogo, il che mi consente di esprimere liberamente qualsiasi pensiero. Inoltre, essendo lui un giovane, riusciamo a comunicare efficacemente. A mio avviso, è molto competente anche dal punto di vista psicologico, il che mi è di grande aiuto, poiché a volte sperimento momenti di instabilità e lui sa come affrontarli e gestirli. Ci sono sempre giornate in cui non ci si sente al meglio, e quindi è fondamentale partire dal presupposto che il percorso non è sempre in discesa e che ogni esperienza contribuisce alla crescita“.
Le prestazioni di Margherita stanno diventando sempre più significative, con aspettative in aumento. La gestione della pressione è cruciale: “Naturalmente, ci sono vantaggi e svantaggi: da un lato, la competizione di fronte a un pubblico numeroso mi fornisce una grande carica, ma se il risultato della gara non è soddisfacente, possono sorgere motivi per ‘mettere il coltello nella piaga’. Inizialmente, ho avuto qualche difficoltà poiché avvertivo intensamente la pressione, mentre ora sto imparando a controllarla meglio, passo dopo passo. Il momento in cui la percepisco maggiormente è durante il riscaldamento. In passato utilizzavo le cuffiette per distrarmi facilmente, ora mi concentro maggiormente sulla gara. Apprezzo molto il momento della presentazione di tutte le atlete; per il resto, non compio azioni particolari“.
Capitolo Europei U20: “Avevo già conseguito un notevole risultato nell’EYOF, che rappresentava l’obiettivo stagionale, dove ho realizzato il mio personale di 23″23 (un crono che costituisce il secondo miglior tempo di sempre in Italia, sia tra le U18 che tra le U20). Essere stata convocata per la rassegna continentale, a livello individuale, è stata un’esperienza significativa. Alla fine, sono giunta senza alcuna pressione”. Un personale che Castellani ha ricercato a lungo: “Non è stato semplice, poiché non riuscivo mai a migliorare; infatti, la stagione outdoor precedente all’EYOF è stata complessa. Quando finalmente l’ho raggiunto, mi sono sentita sollevata. È stata una prestazione in cui l’aspetto mentale ha rivestito un’importanza notevole. Prima di quella competizione (EYOF, ndr.), ero piuttosto pessimista. Pensavo a tutte le eventualità negative. Poi c’è stata una svolta mentale, e quindi affronto ciò che devo senza preoccuparmi e vivendo con meno ansia le situazioni“.
Riguardo alla staffetta 4×100 d’oro nella rassegna continentale, Castellani ha descritto il brivido dell’eliminazione: “Abbiamo corso dei rischi considerevoli, e nell’atto conclusivo c’è stata una modifica nella formazione. Per un soffio ci siamo qualificate e siamo arrivate lì con la determinazione di fare bene. Personalmente, avevo molti stimoli, poiché la mia gara individuale non era andata come speravo. Inoltre, c’era un’atmosfera positiva tra le staffettiste, il che ha reso semplice riprendere il filo del discorso. Prima della finale? Ci siamo dette che dovevamo ‘spaccare’. Il momento sul podio è stato il giusto premio per quanto fatto“.
In merito al rapporto con il riscontro cronometrico, Castellani ha dichiarato: “Sinceramente, mi concentro molto di più sul mio tempo piuttosto che sulla posizione. La prima volta in cui ho realizzato 23″ nei 200 metri è stata un’esperienza straordinaria. Naturalmente, nel confronto diretto, ci possono essere vantaggi e svantaggi: se sono in fase di inseguimento e mi avvicino, c’è uno stimolo a dare quel qualcosa in più; al contrario, rischio di irrigidirmi, quando le mie avversarie sono in rimonta“.
Si sono fatti dei ragionamenti anche sul giro di pista (400 metri), ma non c’è fretta: “Sui 400 metri, vogliamo affrontare tutto con la dovuta calma. C’è tempo per fare questo discorso, però alcune volte non mi dispiace affrontare questa distanza, specialmente nelle staffette. Mi carica tantissimo la prova a squadra, come all’EYOF, trovandomi in un gruppo tanto unito“.
