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Atletica

Il salto in lungo rimane così com’è! Addio alla rivoluzione dell’area di stacco: “Ascoltati gli atleti”

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Mattia Furlani
Furlani /Lapresse

Nel corso dell’ultimo anno si è parlato a lungo della possibilità di rivoluzionare il salto in lungo, una delle discipline più iconiche dell’atletica. La proposta era la seguente: togliere l’asse di battuta come lo abbiamo imparato a conoscere nel corso dell’ultimo secolo e sostituirlo con un’area di stacco più ampia, un rettangolo all’interno del quale iniziare a spiccare il volo e poi procedere con la misurazione dal punto in cui effettivamente ci si è levati da terra a quello in cui si è atterrati.

Un vero e proprio shock per una specialità molto ancorata alla tradizione e che aveva scosso gli animi di atleti, allenatori e addetti ai lavori. Si sono svolti alcuni test nel corso della stagione, ma World Athletics ha ufficialmente dichiarato che non proseguirà in questa operazione. Jon Ridgeon, CEO della Federazione Internazionale, ha affermato che, sebbene le proposte avessero dato buoni risultati nelle prove, “non è opportuno entrare in conflitto con la comunità dei saltatori”.

L’idea di introdurre un’ampia zona di stacco era quella di ridurre il numero di salti nulli, ma una leggenda come Carl Lewis lo aveva definito uno scherzo d’aprile fuori stagione e Miltiadis Tentoglou lo aveva definito una stupidaggine. Ridgeon non si è nascosto: “La realtà è che gli atleti non vogliono accettarla, quindi non la faremo. Anche se ritengo che abbiamo individuato un problema e trovato una soluzione praticabile, se gli atleti non la vogliono la abbandoniamo“.

Si continuerà a lavorare per rendere il salto in lungo sempre più veloce e coinvolgente, migliorando i tempi di letture delle misure e ideando uno strumento capace di restituire i risultati in tempo reale. Ne sapremo di più nei prossimi mesi, intanto tutto rimane tale e quale nella disciplina di cui Mattia Furlani è Campione del Mondo.

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