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Davide Tardozzi torna sullo sfogo del Mugello: “Sono stanco di questo rimando al 2015, hanno sbagliato Rossi e Marquez in egual misura”
Davide Tardozzi è tornato su uno degli episodi più discussi dell’ultimo Mondiale MotoGP 2025. In un’intervista concessa a DAZN Spagna, il team manager della Ducati ha ripercorso lo sfogo che lo vide protagonista al Mugello, quando si rivolse duramente a un gruppo di tifosi che stavano fischiando Marc Márquez, vincitore di quella gara.
Un gesto che fece molto rumore, anche per il contesto: Márquez, pilota spagnolo ma in sella a una Ducati, era stato contestato da una parte del pubblico italiano nonostante indossasse i colori della casa di Borgo Panigale. Alla base della reazione dei tifosi, secondo Tardozzi, una rivalità mai sopita, legata ai noti trascorsi tra il “Cabroncito” e Valentino Rossi, uno degli sportivi più amati in Italia e nel mondo.
Visibilmente contrariato, Tardozzi aveva reagito urlando: “State zitti, zitti! È rosso!“, per sottolineare come Márquez stesse correndo per un team italiano e stesse contribuendo a un risultato di grande valore per la Ducati.
“Per me è stato un momento molto difficile“, ha spiegato Tardozzi. “Quando vedi che oltre metà della tribuna del Mugello indossa una maglietta rossa, un pilota del calibro di Marc, che guida una Ducati e vince al Mugello, non può essere fischiato. Sono davvero stanco di questo continuo rimando al 2015: diciamo basta. Se sei ancora attaccato a quella vicenda, non sei un vero appassionato di moto. Sono passati dieci anni“.
Il team manager Ducati ha poi ribadito le motivazioni del suo gesto: “La cosa mi ha infastidito molto per due ragioni: la prima è il rispetto che si deve a chi vince, la seconda è che siamo al Mugello, indossi una maglietta rossa e non puoi fischiare Marc. La mia è stata una reazione istintiva. Lo ripeto: basta parlare del 2015. Dopo dieci anni, basta”. Infine, Tardozzi ha voluto puntualizzare: “L’ho detto e lo ripeto ancora: la verità è che non è solo colpa di Marc. Le responsabilità vanno divise al 50 per cento. Marc ha sbagliato, ma ha sbagliato anche Valentino Rossi”.
