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Curling, agli Europei 2025 ‘quarto di nobiltà’ per l’Italia maschile. Delude quella femminile

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Joel Retornaz
Retornaz / ECC (Comunicato stampa FISG)

Terminati gli Europei di curling, è doveroso fare un passo indietro per analizzare quanto accaduto sul ghiaccio finlandese di Lohja, dove ha avuto luogo la manifestazione continentale 2025. La rassegna si è risolta con il trionfo assoluto della Svezia, capace di imporsi in ambedue i settori, dove non primeggiava dall’ormai lontano 2019. Un doppio digiuno spezzato in contemporanea.

L’Italia, purtroppo, ha chiuso senza medaglie. Bisogna però effettuare un cruciale distinguo fra l’ambito maschile e quello femminile. Gli uomini hanno chiuso quarti, disputando un torneo di alto livello. Ci possono essere rammarico e amarezza, ma non si può parlare di delusione. Questo concetto deve però essere scomodato per le donne, oggettivamente al di sotto delle proprie potenzialità.

Joel Retornaz, Amos Mosaner, Sebastiano Arman e Mattia Giovanella (più la riserva Alberto Pimpini) si sono fatti valere in un contesto dalla concorrenza feroce. Per dare un’idea della situazione, si pensi che la Germania campionessa in carica è rimasta fuori dalle semifinali, pur vincendo 6 delle 9 partite del round robin. C’è bisogno di aggiungere altro per spiegare quale fosse la concorrenza?

Sì, si può aggiungere che la sconfitta azzurra in semifinale contro la Svizzera è giunta all’ultimo tiro di una sfida molto tirata; che la battuta d’arresto contro la Scozia nella finale terzo/quarto posto è arrivata contro i numeri uno del ranking mondiale e che gli scozzesi, pur essendo la squadra più forte sul lungo periodo, hanno dovuto inchinarsi a un fuoriclasse come Niklas Edin in semifinale. Un quarto di nobiltà, quello della nazionale maschile.

Viceversa, Stefania Constantini, Elena Antonia Mathis, Angela Romei, Giulia Zardini Lacedelli e Angela Romei hanno sotto-performato. Alla luce del campo partenti (orfano della “vera” Svizzera, presentatasi letteralmente con la squadra C), la semifinale sarebbe stata il minimo sindacale. Però, a essere onesti, Svezia a parte non si vedevano avversarie del medesimo rango delle azzurre.

Invece l’Italia ha chiuso mestamente settima, il peggior risultato dal 2018, peraltro con un bilancio negativo (4 vittorie e 5 sconfitte). Sul podio, dietro alla Svezia, sono salite la Scozia (che non vale la compagine tricolore) e la suddetta Svizzera-C. È  andata male, c’è poco da dire. Può succedere ed è bene sia accaduto a Lohja e non a Cortina d’Ampezzo, nel mese di febbraio.

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